Adattamento alle lenti.

Nel 1937, quando mio nonno aprì il negozio di ottica le cose andavano diversamente.
Non si occupava solo di ottica ma anche di fotografia e geodesia.
A quei tempi l'oculista faceva le visite e prescriveva le lenti, l'ottico le montava.
Tutto veniva fatto a mano, con minore precisione e scendendo a compromessi... e se quell'occhiale appena consegnato faceva girar la testa ci si doveva adattare.

Oggi, a 80 anni di distanza, molte cose sono cambiate.
Spesso gli ottici hanno anche un diploma o una laurea in optometria e partecipano a continui corsi di aggiornamento.

Competenze maggiori per risolvere problemi specifici, legati non solo al veder nitidamente, ma anche ad una visione più confortevole e che richieda meno adattamenti da parte dell'utente finale.

Meno adattamento non significa nessun compromesso.
Lo vedo ogni giorno con le lenti progressive: le più evolute costano di più, offrono minori distorsioni laterali ma richiedono comunque un po' di elasticità; anche se passo dalle lenti a cui sono abituato da anni a gradazioni nuove.

Un periodo di ambientazione viene quindi richiesto ogni volta che passo da una situazione a cui sono abituato ad una nuova. L'adattamento è quindi la richiesta di un cambio di abitudini visive.


Quali sono gli elementi che possono quindi cambiare queste abitudini?


In primis il potere della lente: ogni variazione di 1 diottria genera una variazione della vergenza degli assi visivi di 4 diottrie prismatiche. Una lente troppo forte potrebbe rendere difficoltoso un allineamento degli assi visivi ovvero gli occhi farebbero quindi fatica a puntare su uno stesso bersaglio.

In secondo luogo la geometria della lente: è un parametro più facile da controllare, soprattutto se si sa quale sia la geometria di lente in uso (consiglio sempre di conservare le buste delle lenti utilizzate per sapere i dati geometrici della lente stessa). Un esempio pratico: se ho sempre usato lenti asferiche, mi adatterò più facilmente a lenti asferiche. Un altro esempio: se ho sempre usato lenti progressive ad addizione interna, mi troverò più a mio agio con lo stesso tipo di lente, ovvero ad addizione interna!

Queste sono solo le due regole principali. Vi sono però tutta una serie di variabili che sono complesse da gestire:
-la postura (influisce sulla vista, come la vista a sua volta influisce sulla postura)
-l'apparato stomatognatico (la bocca condivide il nervo trigemino con gli occhi)
-la flessibilità (vi sono persone con abitudini ben radicate, queste hanno maggiori difficoltà)
-lo stato d'animo (ansia e stress rendono difficile qualunque cambiamento)
-le convinzioni (la mente influisce sul corpo più di quanto possiamo immaginare)

Presupposto dunque che siamo andati da professionisti coscienziosi e che le lenti abbiano le gradazioni e la geometria più corretta cosa dobbiamo fare per adattarci ai piccoli fastidi provocati delle lenti? (siano lenti progressive o monofocali)

La risposta è semplice: Portarli il più possibile.

E se non riesco ad adattarmi? Probabilmente qualcosa é andato storto... Ma non temete: rivolgetevi al vostro ottico di fiducia e riferite i disagi al fine di poter valutare una soluzione al problema.

Commenti

  1. Salve, domanda tecnica per abituarmi a lenti asferiche per miopia dovrò guardare in corrispondenza dei centri ottici( che sono più abbassati) segnati sulle lenti dall' ottico? occorre un training per abituarmi? consigli
    ringrazio

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    1. Se tutto é fatto correttamente sará sufficiente portare gli occhiali.
      In linea di massima, come regola generale, piú si portano e piú aumenta il livello di adattamento.

      L'adattamento a qualunque lente é in funzione della flessibilitá del sistema posturale, della correzione delle lenti, delle abitudini pregresse.

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  2. Salve io con le progressive vedo bene da vicino ed intermedio ma sono le aberrazioni laterali da lontano che mi infastidiscono. Dopo 15 gg non mi abitup. Normale?

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    1. Risposta breve: Si, normale.

      Risposta lunga:
      Dipende sia dal tipo di lente progressiva (le più costose sono le più efficienti), sia dalla persona (abitudini, diottrie considerate, flessibilità accomodativa, stereopsi, cervicali, percezione centrale e periferica e mille altri parametri)

      In questo caso da vicino il sistema visivo ignora la percezione periferica, ma nella visione da lontano la deve considerare per la gestione di orientamento nello spazio di tutto il corpo.

      Come già accennato c'è chi si abitua in 5 minuti e chi impiega qualche mese. Se danno fastidio le distorsioni laterali cominci ad usarle da seduto, guardando da distante (situazione in cui l'equilibrio non è attivo); poi si alzi e si muova all'interno di un ambiente conosciuto (casa propria ad esempio) per permettere al cervello di rimappare la posizione degli oggetti e delle distanze. Infine esca di casa e guardi gli spazi aperti. Questa progressione di eventi dovrebbe poterla aiutare ad affrontare le difficoltà iniziali.

      Più si utilizza e più il sistema visivo e il corpo impareranno a gestire la nuova lente.

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  3. Ok grazie, allora porto pazienza. Sono lenti da 140€ una quindi non credo di qualità eccelsa, ma se dovvesser essere portate indietro tutte non le produrrebbero credo. Grazie

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    1. Risposta breve: si

      Risposta lunga:
      Il corpo si adatta a tutto. Anche a lenti mal centrate! Di contro c'é un prezzo da pagare. E non parlo di quello economico ma di quello fisico: gli adattamenti che fanno gli occhio li paghiamo in genere con problemi di postura.

      Tieni presente che le lenti che vengono vendute a 140euro sono costruite come quelle di 30 anni fa... Chi le comprava spendeva all'epoca una fortuna ed era maggiormente motivato ad adattarsi. Ma 30 anni fa lo stile di vita era leggermente diverso da quello odierno.

      Personalmente non amo le lenti progressive: spesso si sottovalutano le problematiche posturali che generano (basta parlare con un osteopata per rendersene conto). In genere suggerisco di affiancarle con altri occhiali specifici per le attivitá da svolgere. (link all'articolo)
      https://ilmioamicoottico.blogspot.com/2018/09/quanti-occhiali-servono-scopriamolo-con.html

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  4. L'unica cosa vorrei chiedere: al lavoro ogni tanto mi capita di aver a che fare con carta stampata di gramdi dimensioni, come un tavolo, che si muove ad una certa velocità: in questi casi userei quelle da lontano, faccio bene o perdo l'abitudine?

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    1. Come accennato nella risposta prima: certi lavori specifici necessitano di occhiali specifici.

      In questo caso l'ideale é un occhiale monofocale calibrato sulla distanza di utilizzo. A tal proposito dovrebbe misurare la distanza tra occhi e piano di lavoro e comunicarla al suo ottico.

      L'ottico potrá interpolare i dati forniti con quelli della ricetta per ordinare una lente ricalcolata per quella distanza specifica.

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  5. Oggi ho ritirato gli occhiali lenti con prisma esterno 2 diottrie os e 1 od. Vedo meglio ma dopo che li ho portati tutto il giorno mi è venuta un cervicalgia sospetta. Potrebbero essere le lenti? Mai usato occhiali prima di oggi .. 46 anni anche se strabico da sempre.

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    1. Buongiorno, come sempre non posso che fare ipotesi.
      Inoltre, per prisma esterno suppongo che sia prisma a base esterna, le diottrie che riporti non so se siano riferite al potere della lente o del prisma.

      Molte volte in presenza di strabismi di entitá lieve si riesce a ridurre la diplopia modificando la posizione della testa. Ripristinando la fusione binoculare tramite occhiali non vi é quindi bisogno di ruotare la testa per mantenere una immagine singola... in questo caso l'occhiale interagisce con una abitudine (quella di girare la testa) protratta per anni.

      In questo caso, per non fare ipotesi azzardate, sentirei anche il parere di un osteopata per capire se e come gli occhiali influiscano sulla postura.

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  6. Salve,
    Ho acquistato le lenti ma ho rilevato dei problemi.
    Sono uno studente di 19 anni con una miopia di 3.5 gradi e mi è stata consigliata le lenti asferiche. Come mai vedo il pavimento troppo rialzato e non riesco a distinguere la profondità. Non ho problemi di astigmatismo.
    Rimango in attesa di una vostra risposta

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    1. la risposta breve sarebbe: non lo so.

      Le variabili in gioco sono sempre tante:
      -é la prima volta che porti lenti asferiche
      -le centrature sono state messe in relazione all'angolo pantoscopico?
      -le diottrie sono cambiate?
      -é variata la forma dell'occhiale?

      ...e questi son solo i primi elementi che mi vengono in mente.

      Potrebbe anche essere una correlazione del sistema visuo posturale: mi capitó una ragazza che aveva portato per anni lenti decentrate; la sua postura era alterata e le centrature adavano riallineate... Tuttavia mettendo le centrature corrette (3mm di differenza) vedeva tutto inclinato da un lato!

      poi c'é pa percezione soggettiva: puó essere che con le lenti sferiche tu abbia sempre percepito il pavimento "ribassato", sensazione su cui hai generato una abitudine e che gestici facilmente... la lente asferica altera meno la geometria delle immagini generate sulla retina e il pavimento dovrebbe risultare piú naturale, ovvero rialzato rispetto alla tua abitudine.

      Riguardo alla profonditá é invece una situazione anomala. Andrebbe valutata con test appositi per capire se hai perso veramente la sensazione della profonditá, o se é solo una tua impressione. Anche il cambiamento delle diottrie potrebbe esserne la causa: mediamente per ogni diottria per miopia che aggiungo a un sistema visivo, questo converge di 4 diottrie prismatiche. Il sistema visivo cercherá di riallineare le immagini.... ma entro i limiti delle sue capacitá (vedi forie e riserve fusionali). Sono test che non sempre vengono fatti ma che permettono di rilevare proprio queste anomalie. Anomalie che nascono dal fatto che il sistema visivo fa di tutto per non vedere doppio (anche escludere un occhio dalla visione!).

      Tieni presente che comunque queste sono solo chiacchiere da bar. Senza un approfondimento si possono solo fare ipotesi.

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