Effetti collaterali delle lenti

Di recente ho risposto a molte domande sulla aberrazioni delle immagini prodotte dalle lenti degli occhiali. In particolare due persone riferivano di vedere "ovalizzato" o di percepire il mondo "piú basso, schiacciato".

Le lenti infatti permettono di migliorare la nitidezza delle aimmagini, ma hanno degli effetti collaterali sulla forma delle immagini.
Queste alterazioni delle immagini sono delle distorsioni ottiche.
Ce ne sono di diverso tipo ma considereremo quelle che vengono maggiormente percepite:

  • sferica
  • torica
  • coma (non é il temine esatto ma prendetelo per buono)

Distorsione sferica


Si tratta di una alterazione delle immagini uniforme che coinvolge sia le lenti negative che le lenti positive. Maggiore sará il potere della lente e maggiore sará l'effetto di tale aberrazione. Le lenti negative (con segno -) riducono le dimensioni delle immagini e generano una distorsione "a barilotto" (b). Le lenti positive (con segno +) ingrandiscono le immagini generando una distorsione "a cuscino" (c).

Distorsione  torica

É generata dalle lenti toriche, quelle che servono a correggere l'astigmatismo. Le lenti toriche seguono le stesse regole di quelle sferiche ma alterano le immagini lungo un asse specifico. Ad esempio una lente torica da -1 con asse a 180 gradi, schiaccerá  e incurverá le immagini verticalmente. Se l'asse fosse stato a 90 gradi avrebbe generato gli stessi effetti ma in senso orizzontale.

Progressive/multifocali

Le progressive "soffrono" del coma, ovvero una differenza tra il potere nella parte superiore e quello nella parte inferiore della lente. In questo caso la parte inferiore (utile per la visione da vicino) ha sempre un potere piú positivo della zona superiore (progettata per la visione da lontano).

Questa differenza di potere genera immagini piú larghe sotto e piú strette sopra; maggiore sará l'escursione dei valori e maggiori saranno tali alterazioni.

Come gestiscono questi effetti i costruttori di lenti?

Almeno in linea di massima: le ditte che costruiscono le lenti progressive sono sempre alla ricerca di metodi per renderle facili da gestire e ridurre l'abbandono in caso di insuccesso. Cercano di gestire le alterazioni di immagine che avvengono al di fuori del canale di progressione: potrebbero eliminarle completamente sacrificando drasticamente la qualitá delle immagini. Per questo motivo ogni costruttore fa dei test cercando di trovare la geometria che statisticamente si adatta meglio alla maggior parte delle persone.

Allo stesso modo le lenti Asferiche riducono l'incurvamento delle immagini nelle zone distanti dal centro ottico: anch'esse sacrificano la qualitá delle immagini in periferia, ma in un quantitativo tanto basso da essere ininfluente. Attenzione peró: riducono l'incurvamento delle linee ma mantengono l'ingrandimento (o la riduzione, nel caso di lenti negative) delle proporzioni delle immagini.

Come l'utente puó gestire le distorsioni?

Quando si dice che ci si deve adattare alle lenti si parla proprio di questo: addestrare il sistema visivo a rimappare i punti percepiti dall'occhio attraverso la lente con quelli corrispondenti alla realtá.

La scelta della montatura é una prima strategia: piú la lente potrá stare vicina agli occhi e minori saranno le distorsioni generate da essa (attenzione peró che le ciglia non vadano a toccare la lente)!

Un'altra strategia, puntando all'adattamento, é approcciare i nuovi occhiali da seduti. Quando siamo in piedi, infatti, usiamo le informazioni visive per stare in equilibrio; se siamo seduti abbiamo meno risorse investite nel gestire la nostra posizione nello spazio ed il cervello puó imparare a gestire le lenti con piú serenitá e velocitá.

Chiedete all'ottico

Supponendo che sia una persona preparata, l'ottico dovrebbe potervi spiegare questi concetti e guidarvi con qualche consiglio nel caso le lenti vi dessero i disturbi sopracitati. Ho detto "nel caso" perché non é detto che vi diano alcun disturbo: va ricordato infatti che la percezione visiva e la relativa gestione é molto soggettiva.

Commenti

  1. Buongiorno, in precedenza ho già fatto tesoro dei suoi consigli.. mi ritrovo a chiedergliene un altro. Dopo l'ultima visita, l'oculistica mi comunica che la presbiopia (+2 precedente) si è compensata con la mia miopia (-3,25 e -2,75). Mi consiglia o di fare lenti monolocali e quindi alzare o togliere gli occhiali da vicino o le progressive alle quali ero già abituata con "neutralità" per la presbiopia. Acquisto nuova montatura (leggermente più grande della precedente) e mi approntano le nuove lenti. Bene (anzi male), non riesco a vedere bene, ne dà lontano tantomeno da vicino. Ho provato ad abituarmi gradualmente ma il malessere provato nell'indossare i nuovi occhiali non tende a passare... Cosa posso fare? La mia intenzione era di rimanere con la stessa gradazione delle precedenti lenti (il disagio da vicino non era poi così importante) o farmi fare delle nuove lenti ma con una gradazione per la presbiopia più vicina alle precedenti.. 😰

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    1. Gli oculisti dicono la loro.
      Ma non é detto che sia corretto. Si tratta di un parere.
      Sulle patologie e la chirurgia non metto bocca: non sono cose che ho studiato.... sulle lenti e misurazioni qualcosa lo posso dire (ma sará generico: ogni caso è a se).

      La presbiopia compensata con la miopia é una frase che non capisco.
      Capisco i numeri e le misurazioni:
      una miope di -3,25 focalizza idealmente a 30 cm; con 2,75 a 35cm.
      Se sono abtuato a leggere tenendo a 40cm la lettura saró fuori fuoco. Se il mio fabbisogno accomodativo é di 2 diottrie, va misurato e vanno messe quelle.
      Misurato significa fare delle misurazioni oggettive (retinoscopia dinamica) e soggettive con strumenti e metodi (ad es. i test #16 #17 #19 #20 #21). Mettere le lenti di prova e leggere 20 secondi non è un test!

      Alle volte, certi professionisti (ottico, oculista, optometrista... non faccio distinzioni) sembrano "sordi" di fronte alle richieste (talvolta assurde) e al disagio riportato dai pazienti; portano avanti l'idea che "si fa cosí e ho ragione io" senza dare spiegazioni.

      Per come la vedo io l'unica via è parlarne (con lo specialista). Se il professionista non risolve tale disagio, senza addurre motivazioni plausibili, si cambia.

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  2. Innanzitutto la ringrazio per la sollecita risposta. Visto il periodo di ferie della maggior parte degli oculisti, visto che ho già pagato montatura e lenti, posso dire al centro ottico di attendere settembre per una nuova visita e possono eventualmente cambiarmi la tipologia di lenti? (Intendo: sono tutelata da garanzia anche se attendo questo tempo?).
    P.S. lo specialista (oculista dell'ultima visita) e l'ottico sostengono che è solo questione di abitudine e tempo di assestamento degli occhi alla nuova gradazione 😓

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    1. Non glielo so dire: dipende dalla disponibilitá del centro ottico e dalle politiche riguardo i ricambi.

      Riguardo abitudine e assestamento potrebbe essere. Senza delle misurazioni sono costretto a usare termini come "potrebbe": le forze in gioco sono sempre piú di quelle che vengono solitamente considerate.

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    2. La ringrazio ancora per la sua disponibilità. Buona giornata.

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  3. Salve Dottore, quando si dice che le lenti positive stimolano la divergenza si dice perché tali lenti sarebbero capaci di generare un effetto prismatico che induce gli occhi a divergere oppure perché sostituendo l'occhio nel lavoro di accomodazione permettono di conseguenza all'occhio di riposare e quindi divergere?

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    1. Buongiorno.
      Precisazione di rito: non sono dottore; ho diversi diplomi ma zero lauree.

      Detto questo passiamo alle spiegazioni:

      Le lenti positive possono inibire l'accomodazione e di conseguenza la divergenza degli assi visivi; Tutto cio' entro i limiti del sistema stesso: se l'accomodazione é a zero e aggiungo positivo non stimoleró una ulteriore divergenza in quanto questa sará giá al massimo.

      Eccedere con il potere da vicino puó comunque stimolare in eccesso la divergenza degli assi costringendo il sistema visivo a compensare. Ogni compensazione, sia in eccesso che in difetto, andrebbe considerata e valutata in funzione delle capacitá individuali.

      Vanno comunque considerati gli effetti prismatici delle lenti che variano in funzione sia del potere che del decentramento. Se ho delle lenti positive centrate da lontano e uso gli stessi occhiali per guardare da vicino, il decentramento genererá un effetto prismatico a base esterna che stimolerá la convergenza degli assi visivi.

      In questo articolo parlo degli effetti prismatici indotti dal decentramento http://www.ilmioamicoottico.it/2019/03/lenti-decentrate-un-rischio-per-la.html

      qua di affaticamento visivo (in particolare guarda i punti 4, 5 e 6)
      http://www.ilmioamicoottico.it/2018/09/7-variabili-che-portano.html


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    2. Grazie, permetta un'altra domanda, quindi la convergenza richiesta per fissare un obbiettivo da vicino, inibendo l'accomodazione con lenti positive eccedenti, non sarebbe comunque la stessa impiegata per convergere e accomodare senza le lenti?

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    3. La convergenza richiesta é sempre la stessa (si tratta di un valore variabile in funzione della distanza e DAV).
      Sono le forie a cambiare al variare del potere. Le forie rappresentano solo il "punto di partenza"; indicano la posizione degli occhi escludendo uno stimolo fusionale.

      Sono valori di riferimento e andrebbero messi in rapporto con le riserve fusionali e capacitá accomodative.

      Ci sono comunque dei valori di massima che possiamo considerare:
      ad esempio in un adulto (diciamo 30 anni) ci si aspetta di trovare una ipermetropia (latente) di +0,50 da lontano, accompagnata da una lieve exoforia di 0,50dp; da vicino ci si aspetta di trovare un lag di 0,50 accompagnato da una exodi circa 4-6dp.

      Conoscere forie e riserve permette di identificare eccessi o insufficienze di convergenza/divergenza.

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