i problemi di una eccessiva rigiditá

La maggior parte dei problemi che un ottico deve affrontare sono legati alle abitudini (spesso poco virtuose) delle persone.

Abitudini protratte per tanto tempo da divenire consolidate, fisse e rigide; tanto rigide da non consentire alcuna variazione. Ma di quali variazioni stiamo parlando?

I concetti di base

Prima di parlare degli occhiali, per capire meglio la questione, dobbiamo fare un passo indietro: considerare che il sistema visivo fa parte di un sistema piú complesso e che lavora in equilibrio con altri sottosistemi. La somma totale di tutti questi sistemi é l'essere umano preso nel suo insieme.

Gli occhi infatti forniscono informazioni al cervello su come siamo posizionati nello spazio; il solo guardare l'orizzonte fornisce informazioni su dove sia il cielo e il terreno, il sopra e il sotto. In piedi a occhi chiusi oscilliamo, ad occhi aperti siamo piú stabili.

Gli occhi contribuiscono non solo a decifrare cio che ci circonda ma permettono un migliore orientamento nello spazio collaborando con il sistema posturale e l'orecchio interno per l'equilibrio. Tutti questi sottosistemi sono gestiti da un elaboratore centrale: il cervello.

Il cervello puó essere allenato; non proprio come un muscolo... ma la ripetizione di gesti e pensieri tende a creare dei "solchi" nei percorsi neuronali: in pratica piú si ripete una cosa e piú il cervello si organizza per poterla ripetere (i neurologi mi perdonino per tutte le inesattezze e seplificazioni).
Tra queste informazioni ci sono anche quelle visive.

La gestione delle inforamzioni visive

Facciamo un passo avanti: agli occhi arrivano informazioni che vengono poi trasmesse al cervello. Ed é possibile che arrivino passando attraverso una lente; le lenti degli occhiali generano delle alterazioni nelle forme delle immagini: una griglia dritta (immagine a), vista attraverso una lente risulterá incurvata (immagini b e c).

 

Piú ci si allontana dal centro ottico e maggiore sará la curvatura generata. Arriverá dunque al cervello una versione "altrerata" del mondo: con immagini piú schiacciate o ingrandite (in funzione dei poteri delle lenti) e dovrá comunque usarle per orientarsi nello spazio che lo circonda!
Per nostra fortuna il cervello é in grado di gestire queste situazioni e di "correggere via software" le sopracitate distorsioni; é quello che viene comunemente chiamato "adattamento".

Adattamento

Si tratta di qualcosa che non é uguale per tutti ed é ilfluenzata da diversi fattori:

  • etá
  • abitudini
  • esperienze pregresse
  • aspettative

Etá: ad oggi non ho mai riscontratto nessun problema di adattamento nelle persone piú giovani. Uno studio indica che il cervello smette di crescere attorno a 13 anni. Significa maggiore flessibilitá e capacitá di gestire situazioni nuove e prende il nome di Neuroplasticitá. Tale elasticitá si riduce ulteriormente man mano che negli anni si generano delle abitudini.

Abitudini: sono comportamenti protratti nel tempo che generano e confermano i percorsi neuronali. Piú questi vengono utilizzati e piú efficienti diventano; di contro si rendono sempre piú difficili da cambiare. Ad esempio: il cervello di un 70enne, abituato da tutta la vita ad avere le stesse diottrie su entrambi gli occhi (diciamo +2 e +2), dopo l'intervento di cataratta (in cui si ritroverebbe +0 e +2) sará molto disturbato da questa nuova situazione!

Con le esperienze pregresse entriamo in un campo che non mi compete, ma con cui tutti abbiamo a che fare: la psicologia. Dobbiamo ricordare che per essere efficienti la natura ci ha dotato di meccanismi di automazione; quando ci troviamo di fronte ad una scelta siamo costretti ad elaborarla, poi registriamo le informazioni e in futuro ripetiamo la stessa scelta senza bisogno di ulteriori elaborazioni. Allo stesso modo una pessima esperienza con un occhiale progressivo ci metterá in uno stato di allerta ogni volta che ci verrá proposto e tenderemo a rigettarlo come durante la prima esperienza

Aspettative: sia positive che negative. Se ad esempio ci viene detto che con la lente progressiva ci vedremo bene in qualunque situazione, ci si aspetta che sia cosí; non si pensa alle difficoltá iniziali. La delusione, dovuta a qualcosa di inaspettato, potrebbe scoraggiarci e farci desistere dall'usarli. Ho fatto l'esempio con le lenti progressive ma vale per qualunque situazione.

Sapere é potere

La conoscenza per gestire l'adattamento é fondamentale.

Piú l'ottico conosce voi e le vostre abitudini e maggiore sará il successo di fronte ai cambiamenti. Ad esempio: se sa che il vostro sistema visivo non tollera le lenti asferiche non ve le proporrá. Oppure se conosce il tipo di lente progressiva che usate da 15 anni vi proporrá una lente che non si discosta da quella.

A volte non sará possibile riproporre una lente come quelle che costruivano 15 anni fa; e a volte sará necessario introdurre dei cambiamenti che potrebbero risultare inizialmente scomodi ma che vanno considerati a lungo termine.

Spetta all'ottico trasmettervi queste  informazioni, rendervi coscienti della situazione in modo che anche voi possiate comprendere e gestire eventuali nuove situazioni.

Commenti

  1. Un ottico di fiducia che mi segua nel tempo e conosca qualcosa di me, come hai menzionato qui e in altri articoli, è ciò di cui sono alla ricerca in questo periodo. Prima di tutto per cambiare quella lente graffiata di cui ti parlai tempo fa (a proposito, mica ha smesso... si è continuata a graffiare, tanto che mi fa venire la tentazione di tornare di nuovo da chi me l'ha venduta, ma lasciamo perdere!). E poi, soprattutto, perché mi annoia terribilmente il metodo che hanno sempre usato i miei genitori per portarmi a fare gli occhiali da piccolo. Cioè girare a caso, fino a trovare un centro ottico con una montatura che mi piacesse e andasse bene (puntualmente diverso ogni volta), e ordinare alla cieca lì anche le lenti: fino a poco tempo fa, nemmeno capivo che ci fossero vere differenze qualitative tra le diverse lenti! Poi mi sono accorto che quelle di mio fratello, che le tratta molto peggio di me, si sono conservate meglio e le ha da più tempo... E a quel punto farò un primo "colloquio conoscitivo" proprio lì. Ne approfitto per farti due domande, visto che trovare un ottico di fiducia, per le questioni di rigidità e abitudine di cui hai parlato, sembra ancor più importante di quanto io pensassi.

    1. Hai dei consigli su come trovare un ottico di fiducia? Che domande porre a un ottico prima di commissionargli le lenti, come saggiare la sua competenza nella materia e accorgersi se è di valore o no, eccetera.

    2. Visto che realizzi materialmente lenti, volevo chiederti: le realizzi solo per il tuo negozio o fai anche da fornitore per altri centri ottici in Italia? Mi ha molto colpito la differenza tra il tuo uso degli strumenti che vedo su Instagram, e le risposte che ho sempre ricevuto in passato dagli ottici, incluso l'ultimo ma non solo (del tipo "le dobbiamo ordinare", "sarà un problema del produttore", "le facciamo fare", ecc.). Preferirei interfacciarmi con chi le fa direttamente, ma non l'ho mai appurato di persona, quindi chiedo che non si sa mai (sì, sarei volentieri tuo cliente se abitassi nella tua città).

    Grazie mille!

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    1. 1. Se hai il diploma di maturità puoi studiare ottica 2 anni e poi un altro paio di optometria. A quel punto ti mancherebbe solo l'esperienza. Scherzi a parte, non saprei cosa dirti a riguardo: non c'è una tecnica o un metodo.... E non è nemmeno detto che l'ottico che va bene a te vada bene ad un'altra persona. Forse la cosa più importante è che ti ascolti. Ti direi di valutare quello sopra ogni altra cosa. Parlaci. Ascoltalo. Ascolta anche i consigli degli amici. (ma questo è quel che farei io)

      2. Non produco lenti. E molte cose sono a me misteriose. Le lenti le producono le ditte come Zeiss o Essilor o Hoya. Le quali a loro volta lavorano dei semifiniti. Quello che arriva all'ottico è una lente da sagomare. Principalmente ho contatti con opto-in. Lavorano discretamente e mi ci trovo bene: non sono grossi quanto i produttori sopracitati ma se ho bisogno di poteri particolari ho un contatt diretto con persone che conosco, tecnici di laboratorio e non operatori di un centralino. Quindi se ho dei dubbi chiedo a loro.

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