I termini usati dagli ottici spiegati in breve

Studiando optometria mi chiedevo perché dovessi sapere che la tal cosa ha quel nome e non un altro: mi risposero che conoscere i concetti é importante e che dargli un nome ci permette di comunicare con altre persone che conoscono gli stessi concetti.

A tal proposito ho pensato di creare un piccolo vocabolario per capire cosa dicono gli ottici quando parlano ai clienti. Conoscendo questo vocabolario anche il cliente saprá cosa chiedere all'ottico.

Termini sulle capacitá visive

  • Decimi
    Spesso confusi con le diottire, i decimi indicano la capacitá di distinguere dettagli minuti a distanze elevate. In un occhio ideale e perfetto si potrebbe arrivare a 20/10. Personalmente non ho conosciuto nessuno con tali capacitá ma ho potuto vedere persone in grado di distinguere 16/10. La quantitá accettata come buona e che indica un ottimale stato visivo é quella di 10/10.
  • Diottrie
    Definisce il potere di una lente. Maggiore é il numero espresso e piú spessa sará la lente.
    Diottrie possono essere applicate a lenti sferiche (per correggere miopia, ipermetropia e presbiopia) e/o toriche (per gli astigmatismi). Le diottrie indicano una quantitá.
  • Gradi
    Spesso si parla di gradi pensando alle diottrie. In ottica i gradi definiscono l'orientamento di un astigmatismo o di un prisma. I gradi indicano una direzione.
  • Prisma
    É una lente che devia le immagini. La quantitá della deviazione é espressa in diottrie prismatiche, la direzione in gradi. Viene utilizzata questo tipo di correzione su occhiali per gestire strabismi e forie. I prismi spesso vengono utilizzati per il visual training.
  • Visual training
    Letteralmente dall'inglese "allenamento visuale". Corrisponde ad una serie di pratiche atte a riabilitare un sistema visivo con difficoltá di movimento e coordinazione.
  • Accomodazione
    Processo di focalizzazione che permette all'occhio che vede bene da lontano (con o senza correzione) di vedere a fuoco anche da vicino. Questo meccanismo diventa, anno dopo anno, sempre meno efficiente; per tale motivo, attorno ai 45 anni, comincia a diventare difficile vedere a fuoco da vicino (presbiopia).

 Lenti di varia natura

  • Monofocale
    Si tratta di una lente con una solo fuoco, ovvero che permette la visione nitida, senza intervento accomodativo (impossibile per un presbite) ad una sola distanza. Funzionano quindi solo per vedere da lontano o solo per vedere da vicino.
  • Bifocale
    Una lente con due fuochi: generalmente uno che serve a vedere bene da lontano ed uno per la lettura. La superficie maggiore é dedicata alla visione da lontano mentre il secondo fuoco, generalmente relegato in una porzione piú piccola (lunetta) permette la visione da vicino. Avendo potere differente si puó notare il confine tra le due aree.
  • Multifocale
    In questa famigla rientrano tutte le lenti che permettono la visione a piú distanze senza una soluzione di continuitá. Ad esempio per passare da -1 a +1 incorreremo in tutti i valori intermedi: -1.00 -0,99 -0,98 -0,97 ecc. Questo tipo di variazione genera una lente esteticamente uniforme e con un ampio raggio d'uso; d'altro canto generano molte piú aberrazioni lateralmente e necessitano di un po' di allenamento.

    Le lenti multifocali si suddividono a loro volta in diverse sottotipologie.
    • Progressivo: con funzionalitá da distanza infinita a 40 cm.
    • Degressivo: definite anche office, job o occupazionali, permettono una visione nitida da 40 cm fino a circa 2 o 3 metri. Il loro range limitato ne riduce le distorsioni laterali e le rende piú confortevoli delle progressiv.
    • A supporto accomodativo: ideali dai 12 ai 40 anni. Forniscono un aiuto nella focalizzazione da vicino. Non servono a vederci meglio ma a ridurre lo sforzo nell'impegno visivo prolungato (lettura, smartphone e tablet).

Per il sole...

  • Fotocromatico
    É un trattamento fatto al materiale stesso della lente. Grazie a questa tecnologia la lente reagisce alla luce solare diventando scura. In assenza di raggi UV torna chiara. Il trattamento in questione agisce sia sul comfort che sulla protezione. La quantitá di colorazione dipende dalla quantitá di luce.
  • Colorazione
    É un trattamento che viene fatto sulle lenti per funzionare come occhiale da sole. La colorazione puó essere di varie tinte, di differente intensitá o sfumata (scura sopra e chiara sotto) A differenza del fotocromatismo la colorazione scelta rimane stabile e non varia in funzione della luce. Il trattamento in questione agisce solo sul comfort. Colorazioni di classe da 1 a 3 non sono idonee alla guida notturna. Oltre 4 nemmeno a quella diurna.
  • Filtro UV
    Colorare una lente non é sufficiente a proteggerci dia ció che non vediamo: i raggi ultravioletti. Tutte le lenti colorate devono essere quindi abbinate a questo trattamento per garantire, oltre al comfort, anche la protezione.
  • Polarizzazione
    Si tratta di una pellicola inserita all'interno della lente che blocca la luce che arriva con un determinato orientamento (polarizzata). Permette di eliminare riflessi dal parabrezza, attenuare quelli generati da neve e specchi d'acqua, ridurre il riverbero di asfalto, sabbia ecc.
    Per sua natura il filtro polarizzato non risulta idoneo alla guida notturna.

Altri trattamenti

  • Antiriflesso
    É un trattamento fatto sulla superficie della lente che riduce la presenza di riflessi dalla superficie stessa. Serve dunque a rendere la lente piú trasparente e non a ridurre fenomeni come l'abbagliamento. Una lente piú trasparente é esteticamente piú gradevole e all'atto pratico non riduce i contrasti delle immagini. Se applicato a lenti scure migliora la protezione dai raggi solari che non arrivano frontalmente. Sono soggetti a deterioramenti chimici e termici: attenzione ai detergenti usati e agli sbalzi termici!
  • Filtro luce blu
    É il risultato di trattamenti antiriflesso e filtri che sottraggono una piccola porzione di luce blu. Alterano leggermente i colori (chi le indossa vede leggermente piú giallo) e spesso presentano dei riflessi blu. In molti casi bloccano anche i raggi UV (ma non sempre, quindi attenzione!).
  •  Indurimento di superficie
    Spesso chiamato "antigraffio": tale dicitura é fuorviante perché il trattamento non garantisce una protezione totale dai graffi; ne riduce soltanto l'incidenza. Viene applicato alle lenti infrangibili in quanto il materiale di cui sono composte é pittosto tenero; grazie all'indurimento la superficie si deteriora con meno falcilitá: invece di formarsi 100 graffi per una normale usura se ne formerebbero 10. Non garantisce protezione da aggressioni particolarmente vigorose (chiavi che graffiano la lente) o prolungate nel tempo (continui sfregamenti anche se lievi).
    Funziona da base su cui costruire i trattamenti antiriflesso e richiede le medesime attenzioni.

Conclusioni

Questi sono i temini che ritengo vengano usatio con maggiore frequenza... ma se pensate che ne abbia saltato qualcuno o voleste dei ragguagli, non fatevi problemi e scrivete i vostri dubbi nei commenti: cercheró di rispondere il piú rapidamente possibile.

Commenti

  1. Buonasera volevo chiederle un consiglio, ho fatto ultimamente le lenti adaptive sun (V SPR P60ADBL DP) della zeiss, sfumate blu, su consiglio dell ottico ho preso le lenti con indice 1,4 per risparmiare, provengo da un paio di lenti photofusion zeiss sempre blu con indice 1,6(SV SPH PF) con antiriflesso e filtro luce blu. Con le nuove lenti sento gli occhi che si sforzano e non le tollero per molto tempo. Può essere dettato dal indice, tipo di lente o centratura? Le mie diottrie sono R -3,75 - 1,25 15 L -4,00 - 0,75 165. Grazie in anticipo per la sua competenza e consulenza.

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    1. Buondí, so che é cosa antipatica correggere e assumere l'aria da saccente, ma devo farlo per correttezza di informazione: non esistono lenti con indice refrattivo 1,4... probabilmente intendevi 1,5. Detto questo passiamo al problema.

      Escluderei l'indice refrattivo.
      Mi concentrerei maggiormente sulla sfumatura delle lenti.
      L'esperienza mi insegna che non tutti i sistemi visivi riescono a gestire agevolmente le lenti colorate e sfumate.

      Ricorda che il sistema visivo viene usato, insieme a quello propriocettivo, per orientare il corpo nello spazio; per favorire queste funzioni le immagini devono essere stabili e per ottenere questa stabilitá gli occhi sono in continuo movimento: Ad ogni minima oscillazione in avanti della testa gli occhi tuotano indietro e viceversa: come un gimbal!

      Questi movimenti fanno si, che con una lente sfumata, gli occhi passino da una zona piú chiara ad una piú scura ad ogni passo; alcune persone, particolarmente sensibili, sono infastidite da questa lieve ma continua variazione di luminanza. Nei casi piú estremi tra i sintomi c'era nausea!

      Sempre per la questione di orientamento spaziale ci sarebbero correlazioni anche con l'asse dell'astigmatismo, ma lo escluderei perché presumo sia un potere ed un orientamento che sei giá abituato a portare.

      Anche il potere verticale della lente é abbastanza simile tra i due occhi: un presunto disallineamento verticale porterebbe disturbi posturali a lungo termine ma non dovrebbe avere effetti nell'immediato.

      Sono tutti ragionamenti fatti supponendo che l'occhiale sia stato preparato a regola d'arte. Con le mole a controllo numerico é difficile fare casini: hanno una precisione al centesimo di mm! La fase critica é la misurazione dei centri ottici, motivo per cui sconsiglio le misurazioni on-line o "fai da te" (io stesso preferisco andare da un collega).

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    2. Grazie per la celere risposta, infatti a seconda della inclinazione della testa o del movimento degli occhi ho notato che cambia la colorazione della vista e forse è questa la cosa a cui mi dovrei abituare. Il centro ottico mi è stato misurato con un apparecchio della Rodenstock che sembra uno specchio e scatta una foto del cliente con gli occhiali senza le lenti. Non so quanto sia più preciso rispetto al vecchio misuratore manuale di sempre degli ottici. Cosa mi consiglia di fare? Far misurare di nuovo i centri ottici per sicurezza? E poi se posso un ultima curiosità ho letto sul sito della zeiss che sia il mio fotocramatico che parte da lente normale e diventa blu e sia questo sfumato non sono adatti alla guida, sullo sfumato posso anche capire ma sull altro non capisco. Ringraziandola

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    3. Piuttosto mi concentrerei sulla colore degradante. A riguardo non ho nemmeno statistiche soggettive di adattamento, ma partendo dal presupposto che ci si puó abituare a tutto (nel bene e nel male) non escludo mai l'adattamento a priori.

      Le centrature:
      Lo strumento simele ad un binocolo é l'interpupillometro. e misura la distanza degli assi visuali. É preciso (ha una tolleranza di mezzo millimetro) nelle sue misure, ma bisogna tenere in considerazione che il punto di appoggio sul naso puó essere diverso da quello che avranno gli occhiali.

      A tal proposito la misura manuale facendo crocette o puntini sulle lenti di presentazione rappresenta un sistema meno preciso (tolleranza circa 1mm) ma piú realistico. Si misura la distanza interpupillare (che puó differire leggermente da quella degli assi visuali)

      Le colonnine per la misurazione simulano quest'ultima misurazione scattando una foto. Danno risultati molto precisi (al decimo di mm), valutano la posizione dell'occhiale, l'inclinazione, angolo panoramico e pantoscopico e la distanza tra cornea e lente e riducono potenziali errori di parallasse. Sono fondamentali per poter costruire lenti su misura, in particolare con certi tipi di lenti progressive.

      Personalmente uso sempre i primi due. Spesso il terzo metodo puó essere utile se i dati delle prime due misurazioni non sono coerenti. Diventa fondamentale per ordinare le lenti con tecnologia Freeform (perché tengono conto dei parametri sopracitati). Anche in questo ultimo caso uso comunque i dati rilevati con i sistemi tradizionali per verificare l'attendibilitá delle misurazioni.

      Riguardo le colorazioni e la guida vi sono dei colori che possono interferire con la percezione cromatica dei cartelli. In realtá chi vede bene avrá poche difficoltá.... i cartelli sono distinguibili non solo per colore ma anche per forma; tuttavia la legge deve tener conto anche di persone con basse acuitá visive e discromatopsie.
      Da verificare se sono effettivamente vietati alla guida o solo per la guida notturna (molto piú probabile). Ci sono lenti fotocromatiche che risultano essere dei filtri di classe 1 quando diventano chiare... I filtri di classe (valore che definisce quanto scura é una lente) da 1 a 3 non sono idonei alla guida notturna; classe 4 é cosí scuro da non essere idoneo alla guida in qualunque condizione luminosa.

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    4. La ringrazio molto per le esaurienti risposte e proverò ad adattarmi al tipo di lente, un ultima cosa se può rispondermi, l'altra fotocromatica che parte chiara e diventa blu mi sembra più performante, questa sfumata dovrebbe uniformarsi e diventare tutta blu scura ma mi sembra che la parte inferiore rimanga sempre più sul bianco e faccia fatica a scurirsi, è il tipo di lente? Grazie mille

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    5. Purtroppo non posso risponderti. Non avendolo mai venduto e non avendo nemmeno incrociato un rappresentante, a riguardo di quello specifico prodotto, sono certamente male informato.

      Suggerisco di chieder lumi al suo ottico che dovrebbe poterle spiegare e dimostrare (ad esempio con una lampada UV se sono fotocromatiche) le caratteristiche della lente.

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  2. Buon anno! La ringrazio molto per le precedenti risposte,mi ha datto un ottima impressione, alla fine mi sono adattato al tipo di lente, e ne vorrei fare uno sempre sfumato ma con una colorazione tra10% e 25% cosi da poter rimanere in una categoria per la guida in ogni fase della giornata, il mio ottico mi suggerisce di non fare il trattamento antiriflesso dato che sono colorati, io invece lo vorrei fare perché odio vedere la luce riflessa sulle lenti e credo che con il trattamento anche esteticamente la lente rimanga più bella, lei cosa ne pensa? Su una lente sfumata si può optare per il blu control oppure è meglio utilizzare un antiriflesso più performante sui raggi UV, dato che a campione non è possibile fare un fotocramatico Zeiss ? Conosce qualche marchio per lenti cosi? Grazie mille ancora per il suo tempo

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    1. Attenzione alle colorazoni. Un filtro di classe 1 é vietato nella guida notturna. Le colorazioni fino a classe 3 sono idonee alla guida diurna.

      Riguardo i raggi UV. Le lenti colorate (anche classe 1) integrano (o per lo meno dovrebbero averlo) un fitro UV. A noi é invisibile ma c'é.

      Il fotocromatico non é fattibile a campione perché vengono usati pigmenti particolari, inoltre quanto diventa scura la lente non lo decidiamo noi ma l'ambiente in cui viene immersa.

      Lenti sfumate e fotocromatiche al momento non mi viene in mente nulla... ma qualcuno che le fa probabilmente esiste. Forse la Dai optical.

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    2. Si ho già un paio di occhiali con lenti sfumate fotocromatiche blu della zeiss, ma purtroppo parte con 70% fino ad arrivare a 25% nella parte inferiore. Perciò ho visto che fino al 25/30% e considerato 0 ed è anche per la guida notturna, perciò dovrò farlo su una lente sfumata base, ho visto su internet una ditta di nome Walt che lo fa, la conosce? Grazie

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    3. Premetto che per "sfumato" intendo una lente che sopra ha una intensitá e sotto si riduce. Per fotocromatico intendo una lente che é tutta chiara e diventa scura uniformemente al sole.

      Una fotocromatica sfumata mi aspetto che sia chiara negli interni o di notte. Mi aspetto che, esposta al sole, scurisca molto nella parte superiore e poco in quella inferiore. Oppure che parta sfumata e diventi ancora piú scura dove di solito é chiara.

      Ora parliamo di assorbimento:

      I filtri di classe 0 hanno un assorbimento luminoso massimo del 20%. Al 25% rientrano nella classe 1.

      un filtro sfumato che parte dal 25% di assorbimento e arriva a 70% rientra nella classe 2 (assorbimento fino a 82%). Non é idoneo alla guida crepuscolare.

      Un filtro che partisse dal 10% ma arrivasse al 90% rientra nella classe 3. Anche se parte dal 10% (classe zero) raggiunge la classe 3, risultando non idoneo alla guida notturna.

      da porre attenzione sul fatto che determinati coliri non sono comunque idonei nemmeno alla guida diurna! Se indossassimo una lente rossa (ma anche alcuni verdi e blu) ci renderebbe meno immediata la distinzione di alcuni segnali.... ad esempio potremmo notare troppo tardi uno stop o una direzione obbligatoria.

      Le zeiss adaptive sun sono idonee alla guida diurna ma non alla guida notturna. Se le usa di notte e la fermano i carabinieri potrebbero multarla. Se facesse un incidente senza colpa ma in quel momento é buio e indossasse gli occhiali sopra descritti potrebbe andare in concorso di colpa.

      Quindi occhio: di notte usare lenti chiare <20%. Eventualmente farsi rilasciare dall'ottico un attestato sul fatto che le lenti sono di classe zero (e se sbaglia o dice il falso diventano anche problemi dell'ottico).

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    4. Grazie mille, si la mia Adaptive Sun Zeiss è sfumata ma appunto parte gia da un 70% alto 50% al centro e 25% in basso, al sole perde la sfumatura e diventa di un blu molto intenso. Per quanto riguarda la lente nuova ho appunto trovato questa lente Wolf che parte da un 30% in alto 20%al centro e 10% in basso. Mi consiglia nonostante sia sfumata il trattamento antiriflesso? Ed il trattamento per la luce blu? O un rafforzativo della componente Uv? https://www.waltlens.it/37-trattamenti. Mi fanno piacere le sue opinioni. Ringraziandola ancora per la competenza.

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    5. Se li vuole usare per la guida notturna io eviterei qualunque lente con una colorazione sopra il 10%.

      Per legge, le lenti che descrive, non rientrerebbero comunque nei limiti per l'uso notturno alla guida

      Personalmente una volta ho provato un filtro classe 1, giallo, molto luminoso. Di notte lo trovai inutilizzabile. Toglieva troppa luce: il buio della notte diventava ancor piú nero impedendomi di percepire i bassi contrasti presenti nella notte. E stiamo parlando di un sistema visivo (il mio) efficiente (eseguo i test periodicamente).

      Protezione dagli UV di notte non serve. Di giorno si. Una protezione UV aggiuntiva ad una eventuale protezione UV giá presente la vedo poco utile.
      Fosse per me l'antiriflesso lo metterei ovunque.

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    6. La ringrazio sempre molto per le risposte competenti ed esaustive, però non ho capito una cosa, alcuni ottici sulle lenti colorate consigliano l'antiriflesso solo sulla parte interna della lente per non alterare il colore della lente a chi la osserva, altri consigliano un antiriflesso di tipo "invisibile '' che non lascia residui ed alteri il colore, ed altri ancora dicono che un antiriflesso normale su una lente colorata non si nota, e che si può applicare un trattamento '' invisibile '' solo su lenti bianche e può avere un senso, lei cosa ne pensa? Su una lente colorata l antiriflesso se scelto male ne modifica l'estetica? Grazie

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    7. L'antiriflesso viene usualmente fatto su entrambe le superfici delle lenti bianche ed annulla il riflesso con una onda in controfase.

      Sulle lenti oftalmiche da sole di solito viene fatto solo internamente. In questo modo la luce che filtra lateralmente e si riflette sulla superficie interna viene drasticamente ridotta: l'occhio è protetto dagli UV riflessi e le immagini mantengono meglio i contrasti (etro i limiti dell'oscuramento).

      Esternamente di solito non viene fatto ma non é vietato, tuttavia sembrerá che la lente sia piú trasparente. In certe situazioni il trattamento puó aiutare a stabilizzare il colore nel tempo. Solo il trattamento esterno ne modifica l' estetica. Le specchiature sono il contrario dell'antiriflesso. Se ho una lente specchiata e la sostituisco con una con antiriflesso anche esterno sarà di sicuro esteticamente diversa dall'originale.

      Personalmente prediligo sulle lenti da sole l'antiriflesso interno. Sulle lenti non colorate antiriflesso su entrambi i lati.

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  3. Buongiorno, quindi capendo meglio, l'antiriflesso esterno ne altera l'estetica solo per il fatto che la rende più trasparente, non per il colore residuale che ho letto può essere verde, viola, o blu a seconda del tipo di antiriflesso, è corretto? Però allo stesso tempo può mantenere il colore più stabile nel tempo? Questo perché ci ho fatto caso che avevo un occhiale con una lente colorata che col tempo si è appunto sbiadita. Grazie

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    1. Gli antiriflesso hanno sempre un leggero residuo cromatico tuttavia questo influisce poco sul colore della lente. Agisce solo sul colore del riflesso.

      La storia del colore piú stabile me l'ha detta un rappresentante e non ho motivo di non credergli: vi sono meccaniche per cui la luce consuma il colore, quindi se viene alterato il riflesso anche l´assorbimeto del materiale varia.

      Per una migliore resa estetica io farei antiriflesso interno dove possibile. Antigraffio su entrambe le superfici.

      Le lenti in vetro si colorano solo in superficie ma mantengono i pigmenti meglio (ma pesano il doppio).
      Le lenti polarizzate integrano un filtro polarizzato che per sue caratteristiche ottiche non perde colore.
      Anche le lenti colorate "in pasta" hanno una ottima stabilitá cromatica. Tuttavia non vengono usate molto perché con il variare dello spessore varia anche l'assorbimento luminoso (e le lenti hanno diversi spessori)

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    2. Avrei un altra curiosità, leggendo nel suo interessante blog presumo di aver capito che qualsiasi lente con indice 1.6 è anti Uv al 100%, però vorrei capire se è riferito all UV400 che leggo in alcuni trattementi antiriflesso, e le differenze tra un blue protect ed un max uv http://www.ltllenses.it/oftalmico/tipologie-di-lenti/lenti-di-ricetta/, un trattamento che scherma dalle frequenze più forti e se legato in qualche modo al discorso delle classi di oscurità della lente, dato che sempre su questo blog avevo letto che non necessariamente una lente molto scura possa offrire un ottima protezione Uv. Grazie mille

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    3. UV400 significa che la lente blocca le lunghezze d'onda a 400nm (la lunghezza d'onda dei raggi UV).

      Un trattamento per la luce blu blocca a 430nm (numero indicativo). Poi ci sono ditte che bloccano a 425 altre che lo fanno a 435 ecc.

      Il blocco non é detto che sia totale. Magari a 400 é totale e a 430 é parziale. La lunghezza d'onda indica solo su cosa agisce, l'intensitá indica quanto questa lente blocchi di quella lunghezza d'onda. Per semplificare parliamo di luce visibile. Una lente che blocca le lunghezze a 430nm ci apparirá gialla. Se blocca il 100% sará un giallo intenso. Se blocca il 20% sará un giallo sbiadito, paglierino. Le lenti selettive per la luce blu ad esempio non bloccano tutta la fetta di luce blu: hanno un picco su una lunghezza d'onda e vanno poi a scemare (altrimenti vedremmo dei gialli molto intensi, come quelli di Walter nel film "Il grande Lebowski").

      Va distinto il visibile dal non visibile. I raggi UV non li vediamo. Una lente potrebbe apparirci completamente nera ma essere trasparente sulle lunghezze d'onda degli UV. Allo stesso modo le lenti 1,600 possono apparirci chiare ma bloccare gli UV.

      Qua parlo in dettaglio delle normative sui filtri solari
      https://ilmioamicoottico.blogspot.com/2019/05/tutta-la-verita-sui-filtri-solari.html

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