Esami della vista: cosa ci dicono?

Ho già parlato delle molteplici abilità del sistema visivo; oggi daremo una rapida occhiata ai test soggettivi in relazioni a tali capacità e cosa possiamo fare per gestirne i risultati.

Per molti test vengono usati gli ottotipi: ovvero le tabelle di lettere, che possono essere usate sia da lontano che da vicino.

Alcune note:

  • I test da lontano devono essere eseguiti considerando una distanza di almeno 4 metri
  • Quelli da vicino si fanno quasi tutti a 40cm.
  • L'illuminazione deve essere tenuta sotto controllo e considerata nei test
  • Le tabelle di riferimento devono essere sempre le stesse, altrimenti i test possono dare risultati diversi (10/10 su una tabella di Snellen possono diventare 8/10 su una moderna ad affollamento costante)
  • Ogni persona va considerata come un mondo a sé, con diverse esigenze, necessità, aspettative e problemi: i controlli hanno alcuni punti fissi e ripetibili ma alcune parti vanno fatte su misura.

Acuitá visiva

Si usano le tabelle ottotipiche con le lettere, numeri o simboli. A seconda delle lettere utilizzate, dei numeri e dei simboli e di come questi sono disposti, si possono registrare diversi livelli di acuità visiva; questo perché il sistema visivo non è solo visione ma anche interpretazione.

Serve a quantificare la risoluzione che può distinguere il sistema visivo.

Possiamo intervenire per variarla tramite l'apposizione di lenti (positive, negative, toriche), entro i limiti soggettivi del sistema visivo: se ad esempio una retina raggiunge una acuità di 6/10, per quanto possiamo variare le lenti, non riusciremo mai a superare tale risoluzione. Questi limiti sono sondabili tramite il foro stenopeico.

Astigmatismo



Si tratta di un defocus particolare che genera due focali perpendicolari tra loro. Per indagare questo fenomeno abbiamo bisogno del quadrante per astigmatici. Di fronte a questo test dobbiamo sfocare l'immagine con lenti positive in modo di esser certi di generare un effetto simile alla miopia: se le linee appaiono tutte sfocate in modo uniforme non vi é astigmatismo. Se un gruppo di linee risulta più marcato allora si può intervenire con una lente torica per rendere più precise le altre linee.

Nell'immagine a lato potete vederne un esempio:
le linee nella diagonale a ore 4 e ore 10 risultano più definite; apponendo una lente torica negativa con asse a 120 gradi appariranno tutte uguali.

Ci sono anche dei test con i cilindri crociati, di solito si usa uno stormo di punti come bersaglio e viene chiesto di scegliere tra due opzioni (meglio 1 o meglio 2?).

Binocularitá

Ci sono diversi test. In tutti i casi vengono proposti agli occhi diversi stimoli. In questo campo viene spesso usato il test delle luci di Worth. Un occhio vede 2 oggetti luminosi rossi, l'altro ne vede 3 verdi, insieme ci si aspetta che ne vengano visti 4 (una delle luci é vista da entrambi gli occhi). Permette di capire se gli occhi si allineano sul bersaglio o se vi é soppressione.

Qua di fianco potete vedere le luci di Worth: a occhio nudo appariranno cosí; tuttavia, durante il test, vengono apposti dei filtri colorati che schermano le immagini e facendole apparire come descritto nel paragrafo precedente.
 
Anche in questo caso non si tratta dell'unico test possibile; ma è uno molto conosciuto, di facile esecuzione e comprensione.

Sensibilitá al contrasto

Nei test di acuitá controllavamo la risoluzione sfruttando lettere sempre più minute ma nere su sfondo bianco. I test di sensibilitá al contrasto si fanno con lettere relativamente grandi ma il cui colore si avvicina  sempre di piú a quello dello sfondo.

Si fa binocularmente, ovvero con entrambi gli occhi aperti che osservano la tabella; un risultato negativo a questo tipo di test  puó indicare un deterioramento della retina, una opacizzazione dei mezzi refrattivi (in entrambi i casi è competenza dall'oculista) o un inefficiente allineamento delle immagini sulla retina (stereopsi bassa, pseudofovea, alta disparità di fissazione, ecc).

Forie

Sono test che servono a valutare come i muscoli posizionano gli occhi in assenza di uno stimolo fusionale. Sono test in cui si separa nettamente l'immagine tra i due occhi e si cerca di ottenere un allineamento tra le due immagini percepite  (ad esempio allineare due linee verticali)

Variando i valori diottrici possiamo stimolare o inibire la convergenza degli assi visivi; Confrontando le differenze di valori possiamo ottenere il rapporto tra accomodazione (che regola la focalizzazione) e la convergenza (allineamento delle immagini).

Riserve fusionali

Rappresentano i margini entro i quali il sistema visivo riesce a riallineare gli occhi. Se fossero basse o incompatibili con le forie possono dar luogo a mal di testa. Per valutare le riserve fusionali con il forottero si fa fissare un target e si deviano le immagini costringendo gli occhi a convergere o divergere finché non si vede sfocato e/o doppio: i valori vengono registrati e considerati come limite operativo del sistema visivo. A questo punto si può procedere con visual training per aumentare le riserve o con una correzione (diottrica o prismatica) che faccia rientrare la foria all'interno di esse.

Disparitá di fissazione.

Si usano test e filtri polarizzati: l'immagine è fusa ed entrambi gli occhi vedono esattamente la stessa cosa, tranne che per un piccolo particolare (ad esempio gli assi verticali di una croce). Osservando le piccole differenze dell'immagine e modificandola si può valutare se un mancato allineamento delle immagini sia compensato tramite i movimenti degli occhi (hardware) o lasciando al cervello il lavoro di sovrapposizione (software). Una elevata disparità di fissazione può ridurre la percezione dei contrasti e la stereopsi. Può essere compensata variando il potere delle lenti o inserendo dei prismi.

Stereopsi e percezione della profonditá.

Gli occhi sono 2 e forniscono al cervello due distinti punti di vista; il confronto e la valutazione delle differenze tra le due immagini permette di percepire la profondità senza sfruttare espedienti come prospettiva e parallasse. Percepire la profonditá delle immagini é sintomo di un buon allineamento delle immagini al centro di entrambe le retine.

Vanno sempre fatti tutti questi test?

Dipende.
Quelli che ho presentato sono solo una piccola rappresentazione delle opzioni che un optometrista ha a sua disposizione.

Non sono tutti strettamente necessari e per economizzare sul tempo si tende a escluderne alcuni in base sia ai risultati di altri test che ai sintomi riportati (ad esempio: se c'é stereopsi e nessun sintomo, i test sulle riserve fusionali possono essere poco utili). Un controllo che considera test mirati può comunque durare anche un'ora (non vi spaventate: vi assicuro che il tempo vola quando si fanno).

Se la visita optometrica è completa, la visita oculistica a cosa serve? Va fatta anche quella, periodicamente e anche se in assenza di sintomi: serve a fare prevenzione. Grazie a controlli periodici l'oculista (o oftalmologo) puó identificare alcuni problemi prima che portino ad avere dei sintomi; in particolare mi riferisco alle retinopatie.

Considerate sempre che, mentre i difetti refrattivi possono essere corretti con lenti (occhiali e a contatto) e chirurgia (campo del medico oculista), non abbiamo nulla per riparare una retina danneggiata.

Uno stile di vita sano aiuta ma non sempre é sufficiente (o facile da perseguire): un controllo puó permettere una azione tempestiva e salvare la vista.

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