3 diottrie di addizione indicano che qualcosa non quadra


Perché 3 diottrie?
Cosa significa addizione?
Cosa non dovrebbe quadrare?

Se vi state facendo queste domande oggi avrete le risposte.

Addizione, questa sconosciuta.

Non parleremo di operazioni matematiche (anche se ce le metteremo dentro). In campo ottico l'addizione é un numero che va aggiunto al valore misurato da lontano per poter veder bene da vicino.

Tutti abbiamo un valore di addizione.
Nei bambini, in assenza di anomalie della visione, il valore é zero in quanto il loro sistema accomodativo permette di variare facilmente e notevolmente la focalizzazione da lontano e da vicino.
Quando i bambini crescono il sistema accomodativo perde di elasticitá; raggiunti circa i 45 anni il sistema visivo, che per focalizzare a 40 cm deve impiegare +2,50 diottrie, non riesce piú a metterle in gioco.
Nota: la cosa in realtá non é cosí semplice in quanto l'accomodazione é un processo che coinvolge anche la convergenza e la midriasi pupillare (triade accomodativa); per questa spiegazione considereremo solo una delle tre componenti.

Nell'adulto, una volta corretto il valore da lontano, si procede quindi ad aggiungere un quantitativo tale da aiutare il sistema visivo a mettere a fuoco da vicino, tramite gli occhiali da lettura. Considerando la distanza di 40 cm, per arrivare a 2,50 ragioneremo piú o meno cosí:
  • Se l'occhio puó gestire 2 diottrie, useremo occhiali da 0,50d.
  • Se accomoda a 1,50d, addizioneremo 1,00d
  • Se arriva a 1,25d, aggiungeremo 1,25d.
  • ecc.

Cosa non va con 3 diottrie?

In realtá nulla nelle diottrie in sé. Ma se teniamo conto della distanza di lettura media di un adulto, che corrisponde a circa 40cm,  2,50 dovrebbero bastare. Perché usarne 3?

Prendiamo Mister X. Vede bene da lontano ma per leggere usa un +3.
Se l'occhio vede bene da lontano, e aggiungo 3 (o piú) diottrie per vedere a 40cm qualcosa non quadra:

Lui é Mr X (Uomo Tigre 1982)
3 diottrie dovrebbero funzionare bene e permettere una visione nitida a 33 cm. Perché funzionano bena a 40? Probabilmente in questo caso da lontano é presente una ipermetroipia di 0,50 che non é stata presa in considerazione
 
Se alle 3 diottrie, con cui il nostro Mister X vede bene a 40cm, sottraiamo 0,50 dell'ipermetropia cosa otteniamo? 2,50 e i conti tornano.

Possiamo quindi dedurre (approsimativamente) i valori da lontano incrociando i dati delle diottrie da lettura, accomodazione residua e distanza di lettura.

Che altro potrebbe andare storto?

Un'altra situazione in cui si usano piú diottrie del necessario é nei casi di ridotta acuitá visiva.
Se il nonno di Mister X vede pochi decimi gli si potrebbe dare un valore di addizione piú forte (anche un +4) in modo tale che possa avvicinare (e quindi ingrandire) la lettura a 20cm.
Non é una pratica ideale perché, a tali brevi distanze, ci puó essere la tendenza a osservare con un solo occhio.

2,50 é un limite importante anche per le lenti progressive. Una volta corretto il valore da lontano, per garantire un buon canale di progressione non si dovrebbe mai aggiungere piú di 2,50. Non lo dico io, lo dice il teorema di Minkwitz: all'umentare della differenza tra i valori che vogliamo correggere si stringe il canale di progressione. Questo non vuol dire che usare un occhiale con addizione 3,50 sia impossibile.... ma potrebbe risultare molto scomodo.
 

Tutto é relativo

Vorrei aggiungere che ogni persona é un mondo a se e non tutti leggiamo alla stessa distanza. I 40 cm sono relativi alla distanza di Harmon di un adulto medio. La distanza di Harmon é la lunghezza che intercorre tra la prima nocca del dito medio e il gomito. Questa misura risulta essere quella soggettivamente piú corretta per la lettura.
 
Essendo una misura soggettiva, varia  individualmente in funzione della lunghezza delle braccia.
Una persona minuta tenderá quindi a tenere la lettura ad una distanza breve. Una persona molto alta l'allontanerá.
 
Vi sono poi le valutazioni posturali, le abitudini, il rapporto AC/A e le riserve fusionali da considerare.
 
Come si considerano tutte queste cose? Con una visita optometrica
La visita optometrica non esclude le visite oculistiche che nascono con lo scopo di controllare la salute degli occhi.

Per sicurezza meglio evitare il fai-da-te

Commenti

  1. Salve, espongo il problema in modo cronologico.
    Da circa 10 anni porto occhiali per miopia.
    Maggio 2019, visita oculistica di controllo: od -1,25 os -2,25; chiedo che soluzione ho per togliere gli occhiali: dato che mi si riscontra la cataratta (ad ambedue gli occhi), si consiglia intervento in clinica privata con inserimento di lente progressiva.
    Gennaio 2020, mi opero di cataratta in struttura pubblica, inizialmente occhio ds e mi inseriscono lente da lontano, CT ASPHINA 409MP, D+20.0 (mi dicono che la progressiva non fà per il mio caso): dopo l'intervento mi ritrovo con un +1,50 da lontano e +3,75 per lettura, mentre per os non operato, ho -1,50 da lontano e +1,00 per lettura.
    Gli occhiali da lontano, ritrovandomi con od +1,5 e os -1,5, assolutamente non riesco a sopportarli anche nel solo camminare, l'auto non mi è proprio possibile guidarla: li posso usare solo se sto seduto e fermo per guardare tv.
    Intanto mi si riscontra cataratta secondaria a od operato e me la si toglie con il laser.
    Faccio esame campo visivo computerizzato, OCP ed altri esami e mi si trova tutto nella norma: mi consigliano lenti a contatto da lontano: li provo e così va molto meglio.
    Intanto altro oculista mi dice che os non è assolutamente da operare di cataratta in quanto questa è solo ad uno stato iniziale lieve.
    Il problema è adesso da vicino, con lenti prescrittami da lettura +2,50: devo stare solo ad una precisa distanza da cellulare o monitor o foglio e comunque questi li vedo convessi.
    Quindi mi consigliano lenti a contatto progressive e intanto per una velatura sull'od operato, comparsa da qualche settimana, mi devono fare una pulizia con il laser.
    Sono in piena crisi: per non usare gli occhiali da vicino che veramente mi creano tanti problemi, non sto mettendo le lenti a contatto, queste le uso solo di sera se devo guidare.
    Quindi per l'ufficio (computer, fogli, cellulare e oggetti e persone nella stanza), praticamente uso il solo os non operato.
    Come la risolvo sta cosa, con le lenti progressive?
    Credo, nella mia ignoranza, che comunque mi hanno sbagliato la diottria del cristallino artificiale; chiedo se questi può essere almeno un po' graduato con il laser oppure, con altro intervento rimosso e inserito altro (si spera con diottria giusta)?

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    1. Il problema maggiore in questo caso é la differenza che si é generata tra i due occhi:

      La sua abitudine, probabilmente protratta da anni, era di una differenza di una diottria tra i 2 occhi. Attualmente si trova a dover gestire ben 3 diottrie di differenza. In letteratura 3 sarebbe il limite massimo gestibile; soggettivamente peró varia molto.

      Il disturbo é dato dalla differenza di dimensioni delle immagini proiettate sulle 2 retine, una ingrandita dalla lente positiva, l'altra ridotta dalla lente negativa.

      Una strategia potrebbe essere variare la diottrie per generare due immagini di dimensioni coerenti. Per valutare tale dimensione esistono dei metodi: ad esempio il test dei ganci del metodo MKH.

      Potremmo quindi ottenere +1,50 e -0,50 oppure 0,50 con -1,50
      o +0,75 e -0,75. Nelle 3 soluzioni citate la differenza si riduce di 1,50 a discapito di uno dei due occhi o di entrambi, ma dovrebbe favorire la binocularitá.

      La correzione con lenti a contatto da lontano annullerebbe questo effetto collaterale di ridimensionamento dell'immagine retinica. Per vedere da vicino sarebbe peró necessario l'uso di una lente da +2,50 (a 40cm) o inferiore (in relazione alla distanza, +1,25 per il pc a 80cm).

      Il vedere tutto convesso é in funzione del valore sferico positivo elevato: un miope é abituato a gestire delle immagini "concave" generate dalle lenti negative. Si puó ridurre l'effetto di aberrazioni laterali con una lente asferica.

      Da valutare anche l'addizione. Il valore che mi riporta é un +2,50 da lettura, ma in precedenza ha riportato una addizione diversa (2,25, ovvero +3,37-1,50).

      Si possono prendere in considerazione anche degli occhiali office: con un valore di addizione piú soft sulla parte superiore in modo da poter gestire un range maggiore. Ovviamente previa rivalutazione dell'addizione anche in funzione di postura e distanze di alvoro abituali.

      Si tratta comunque di un cambiamento perché se prima per la lettura non usava occhiali (succede spesso con le basse miopie) il sistema visivo da vicino era abituato a sfruttare un occhio per guardare a circa 45 cm (-2,25) e l'altro per guardare fino a 80 (-1,25)

      Prima di approcciare le lenti progressive sarebbe comunque opportuno valutare il bilanciamento di potere tra i due occhi. Se non ne ha mai usate un passaggio intermedio é rappresentato da lenti office/job/occupazionali.

      Non sono medico e non conosco tutte le dinamiche dietro un intervento ma piuttosto del laser (che appiattisce la cornea generando aberrazioni) preferirei la sostituzione del cristallino (se la fanno). L'errore di valutazione del potere puó capitare, in particolare se non si valuta anche lo storico del sistema visivo; sistema che ricordo é complesso e che non viene misurato direttamente ma si valuta sempre la reazione ad uno stimolo. Insomma l'errore é sempre dietro l'angolo... meglio comunque un errore refrattivo (considerabile lieve in questo caso) rispetto a una lente opaca!
      Le suggerisco peró di consultarsi con il medico oculista riguardo ulteriori interventi.

      Riguardo lenti a contato e cristallini progressivi. Funzionano piú o meno allo stesso modo. Generano un aumento della profonditá di campo al prezzo di un leggero defocus. Il vantaggio della lente a contatto é che se si é scontenti si puó variare facilmente o al massimo la si rimuove; Per quanto ne so io il cristallino artificiale é decisamente piú impegnativo da rimuovere.

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  2. Salve, sono un giovane di 23 anni con sindrome da sforzo accomodativo, l'oculista mi ha prescritto un occhiale progressivo per un deficit funzionale del mantenimento dell'accomodazione con addizione +2.50. Io però sono abituato a leggere e studiare spesso e volentieri ad una distanza più breve, di 30 cm e l'oculista ha determinato l'addizione chiedendomi arbitrariamente di posizionare il fascicolo alla distanza abituale di lettura. In quel momento però non ero in grado di restituire al medico la stessa distanza che io abitualmente uso per studiare. L'oculista mi ha segnato "Essilor Varilux X". Ho letto la scheda tecnica di Essilor e se non ho capito male la zona per vicino che raggiunge il 100% dell'addizione è vincolata ad una distanza ravvicinata di 40 cm. Visto che questa lente si basa su un architettura studiata per ottimizzare la visione nelle distanze intermedie e vicine, dovrò essere io ad adattarmi in ogni caso a questa distanza oppure esistono anche altre marche di progressivi pensate anche per distanze più corte dei 40 cm? Come scrive nell'articolo io sono un ragazzo molto minuto! E poi nello stesso documento si mostra che la lente Varilux X ha più di una zona dedicata per la visione da vicino. Ogni zona della lente è suddivisa in base alla percentuale di addizione raggiunta, questo significa che il passaggio da una zona all'altra è netto oppure è sottinteso che c'è un aumento graduale del potere correttivo da una zona all'altra? Mi scuso se non mi sono spiegato bene

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    1. Dimentica quel che scrivono nei siti: ogni produttore millanterà che la sua lente è la migliore, la più efficiente ecc.
      Le lenti progressive non hanno delle vere e proprie zone: si potrebbe affermare che ci sono due valori (lontano e vicino) tra i quali si sviluppa un gradiente. Quindi non ci sono passaggi netti. I passaggi netti li abbiamo sulle bifocali e trifocali.

      Le progressive sono generalmente progettate per lavorare con la distanza da lontano e una convergenza relativa a 40 cm. Tuttavia tutti i produttori hanno sviluppato lenti altamente customizzabili in cui poter inserire un inset (fattore di convergenza) personalizzato.

      Se ritieni di non aver correttamente informato il medico sulla distana di uso durante la lettura ti suggerirei di contattarlo prima di procedere. Tieni presente che per 30 cm di distanza lo sforzo accomodativo dovrebbe essere di 3 diottrie... tuttavia in condizioni luminose vantaggiose la pupilla si stringe e aumenta la profondità di campo (riducendo quindi la richiesta in diottrie)

      Al di la della lente scelta potresti comunque aver bisogno di un po' di tempo per adattare il sistema visivo alle nuove lenti, sia per l'addizione che per la exoforia indotta dalla sindrome.

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    2. Grazie, io per scoprire di questa sindrome sono dovuto partire da Napoli a Milano e andare al San Raffaele restando per cinque giorni, tornare e rifare le misurazioni sarebbe sconveniente. Nel caso io sarei anche disposto ad adattarmi o meglio a perdere la brutta abitudine di avvicinare troppo il testo agli occhi, penso che forse ne gioverei in ogni caso. In effetti mi hanno riscontrato una exoforia, ma solo per vicino e nell'uso delle lenti, mentre mi è stato detto di non avere strabismo senza lenti, anzi tutto sarebbe a posto. Mi hanno spiegato che normalmente con delle lenti positive l'exoforia si dovrebbe ridurre, mentre ciò non accade nel mio caso e anzi se ho capito bene potrebbe peggiorare. Della sindrome da sforzo accomodativo purtroppo nessuno delle decine di professori e medici della mia zona è stato in grado di capire, il dottore del San Raffaele mi ha detto di aver visto solo due casi in tutta la sua vita come il mio. Ho visto che il mio problema è stato descritto perfettamente da Hill in un articolo del 1954 che forse lei conoscerà già, però per quanto io ne possa capire li non è spiegato come trattare la sindrome, anche se si da per scontato in diversi punti che sia curabile. Lei pensi che mi hanno fatto fare l'ecografia UBM per studiare la mia funzione di accomodazione ed è emerso che innanzitutto i cristallini sono molto sottili e che uno dei due occhi per un buon minuto intero che cercavo di sforzarmi a mettere a fuoco la mira da vicino non dava segni di attivazione, parole della dottoressa che eseguiva il test "qui è molto meno, quasi come se non ci fosse". Poi sforzandomi veramente tanto alla fine hanno potuto scattare la foto che mostrava che l'accomodazione funziona. Non ho paura di metterci più tempo ad abituarmi agli occhiali ma ho paura che gli occhiali non mi facciano tornare sano come prima. Ha qualche consiglio da darmi? La ringrazio tanto

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    3. l'exoforia é compatibile con l'insifficienza accomodativa.
      In pratica il meccanismo di convergenza non viene attivato perché é legato a quello di messa a fuoco da vicino. Si tratta di un fenomeno frequente nei miopi che leggono senza uso di occhiali; perché togliere gli occhiali da lontano sarebbe come mettere gli occhiali da lettura (discorso generalizzato, in realtá dipende da vari fattori, tra cui l'entitá della miopia).

      Allo stesso modo quindi, con delle lenti positive, in una situazione normale, l'exoforia aumenta, in quanto si va ad inibire l'accomodazione e astimolare la divergenza degli assi visivi.

      Di quanto? dipende dal rapporto tra accomodazione e convergenza (AC/A). Ad ogni modo il problema principale da affrontare é la mancanza di accomodazione.

      In realtá é piuttosto facile da identificare: retinoscopia dinamica e test monoculare per controllare il residuo accomodativo. Due test che sempre piú raramente vengono fatti ma che possono rivelare molto.

      Mi dici che hai paura di non tornare come prima. Quindi posso supporre che prima non ci fosse questa sindrome che é subentrata successivamente. Per trattarla al meglio sarebbe interessare capire cosa sia andato storto e cosa l'abbia generata. Di piú non posso dire. Lascio la parola a chi si sta prendendo cura di te.

      Consigli pratici:
      Se usi molto il pc/lettura comunque suggerirei di affiancare al progressivo un occhiale office/job/occupazionale in quanto sono progettati per quello scopo e non altererebbero la postura in quelle situazioni. Quindi attenzione che ogni lente nasce con un suo scopo! Ne parlavo qua: https://ilmioamicoottico.blogspot.com/2018/09/quanti-occhiali-servono-scopriamolo-con.html

      spero che il link funzionino. ho cambiato fornitore del dominio e mi si sta "scassando" l'indicizzazione.

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  3. Ho avuto come diagnosi l'insufficienza accomodativa in diverse visite ma non saprei dire cosa abbiano fatto per giungere a questa conclusione. Posso ricordare però che in una delle visite l'optometrista ha esaminato la mia vista da lontano mentre cercava non so con quale oggetto tra le mani forse luminoso di guardare dentro i miei occhi. Nel referto di quella visita tra le altre cose leggo scritto "annebbiamento OD +2.75 OS +3.50 SK OS +0.25 cr ax 5. SK dinamica spasmi accomodativi OO. E per vicino". Non so cosa significhi "SK" ed ho appena scritto al dottore per farmi dire il suo significato, ma la dicitura "spasmi accomodativi" mi fa sperare che qualcosa di utile da sapere del mio caso sia uscito fuori in questi tre anni di vita buttati a sbattere di studio in studio. Questa visita si è conclusa con una nuova prescrizione, il decimo paio di occhiali che ho comprato e quelli che indosso attualmente, che sono a detta dei medici successivi troppo forti, perché solo più alti di 1 diottria rispetto all'occhiale precedente e infatti non riesco a vedere nitido a distanze medio-lontane. Seguendo le loro indicazioni avrei dovuto portare questi occhiali per sei mesi (ne sono passati 3) per poi aumentarli ancora. Come dicevo in questi tre anni ho indossato decine di occhiali, partendo all'età di 20 anni con occhiali +0.50 e finendo oggi a 23 anni con occhiali +3.00, ogni correzione mi ha aiutato a slatentizzare l'ipermetropia e ora grazie agli occhiali che indosso, rifacendo una nuova visita oculistica, è emerso che il difetto è salito di ancora 0,25 rispetto all'ultima correzione con la quale potevo vedere nitidamente da lontano (+2.00 e +1.50). Se non altro gli ultimi a qualcosa sono serviti. Hai detto che nell'exoforia associata ad insufficienza accomodativa il meccanismo di convergenza non viene attivato quando legato alla messa a fuoco da vicino. In realtà non ho mai avuto difficoltà di mantenere attivo il meccanismo di convergenza in nessun caso, ne in stato di riposo ne in stato di assoluto affaticamento. Però ho la capacità di indurre l'exoforia volontariamente. Non riesco a farlo guardando in lontananza ma posso farlo guardando a distanza intermedia e l'effetto che risulta è molto più accentuato se lo faccio guardando qualcosa da vicino. Quando sdoppio l'immagine in questo modo mi posso accorgere che la visione diventa sfocata, ancora prima di sdoppiarsi, e poi (verso l'ultima fase dell'exotropia) l'immagine si sdoppia e palesemente una delle due la vedo molto più sfocata dell'altra. Quindi in effetti trovo corrispondenza in tutto ciò che dici. Ma attenzione, quando sono in stato di assoluto affaticamento, pur mantenendo senza alcuna difficoltà la convergenza da vicino, mi sento più incoraggiato ad indurre l'exoforia, senza però ottenere benefici e anzi spesso peggiorando molto i fastidi. Induco l'exoforia in modo meno consapevole anche quando sono riflessivo e penso tra me e me, in quelle occasioni puntando oggetti vicini noto di vedere doppio e sfocato. L'ultima visita ortottica mi ha permesso di escludere l'insufficienza di convergenza che invece mi era stata riscontrata per errore in altre visite, nella cartella ortottica di una visita dell'anno scorso trovo scritto "rapporto AC/A :1" e "vergenze: normale convergenza volontaria - difficile la fusionale". Basandosi su questa informazione è possibile prevedere un eventuale peggioramento dei sintomi a causa del peggioramento dell'exoforia?

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  5. Ho sostenuto il peso dell'ipermetropia da solo senza ausilio di occhiali fino ai 20 anni, durante la crescita mi accorgevo di non essere portato per la lettura (il vero motivo è che ogni qualvolta ci provavo mi fermavo dopo un paio di paginette per i fastidi), sono sempre stato un ragazzo nerd e passavo giornate intere al computer riscontrando affaticamento soltanto la sera tardi. Mai avuto problemi a guardare film o cartoni animati ma ho sempre provato grossa fatica nel seguirli da sdraiato motivo per cui non mi sono formato nemmeno in ambito cinematografico. A studiare a scuola non ho avuto problemi. Terminate le superiori e iniziando a studiare intensamente ogni giorno per mesi su un libro di informatica in inglese, spostando continuamente lo sguardo tra libro e computer, ho iniziato ad avere le prime difficoltà di questa sindrome, senza rendermene conto leggevo stringendo la fronte, poi dopo qualche settimana con gli occhi socchiusi e poi gradualmente sono subentrati nel tempo bruciore agli occhi e lacrimazione istantanea davanti allo schermo, fotofobia, spasmi frequenti alle palpebre superiori di entrambi gli occhi, fatica in mezzo alla fronte. Questi sintomo dopo un po' di tempo hanno coinvolto anche la visione da lontano e ancora dopo un po' di tempo è subentrato il fantomatico dolore sopra gli occhi e il mal di testa. Ho iniziato a farmi controllare a partire da questo punto e nel frattempo i sintomi si cronicizzavano fino a lasciare posto soltanto al mal di testa e al dolore sugli occhi innescati a pochi secondi dall'uso di computer cellulare e tv. Mi svegliavo ogni mattino come purificato perché il buon sonno riusciva a farmi passare tutto, ma poi alla sera tornavo distrutto. Vita sociale finita, non potevo uscire perché tutti i riflessi della luce comportavano mal di testa immediato e il solo pensiero di mettere a fuoco anche solo una persona in lontananza mi metteva fuori uso. Ho risolto tutti problemi invalidanti legati alla visione da lontano solo grazie agli occhiali precedenti a quelli che indosso ora che erano +2.00 e +1.50 (mentre tutti gli altri occhiali +0,50 poi +0.75 poi +1.00 poi +1.50 hanno solo slatentizzato l'ipermetropia senza alleggerirmi la fatica). Da vicino non ho risolto ma sono migliorato molto e mi posso permettere addirittura di scrivere un testo come questo! Ma è impensabile per me sopportare la fatica che mi resta ancora quando mi concentro per vicino. Ed è così che è esordita e si è sviluppata la sindrome... Ti prego non ti limitare nell'esprimere i tuoi pareri, io sono già stato visitato da decine e decine di medici e dal sud sono dovuto andare a Milano per cercare una soluzione perché finora non sono ancora riusciti ad aiutarmi. L'ultima visita a Milano è quella che mi ha rilasciato la prescrizione dei progressivi. Non li ho ancora fatti ed ho un po' di timore a farli, perché visto l'andamento dell'ipermetropia adesso salita ancora di +0.25 ho paura che l'occhiale possa darmi problemi se dovesse esserci ancora una parte di ipermetropia da correggere da lontano mascherata dall'accomodazione. Pensa che in due distinte visite mi è stato riferito che alla refrattometria senza collirio emergeva che io fossi miope in un occhio (quello più ipermetrope) e considera che all'autorefrattometria dopo collirio i valori erano un po' più alti (+0,50 in più). Mi sono reso conto che l'esame della vista è troppo soggettivo per consentire al dottore di misurare con precisione il mio difetto. Oggi vedo benissimo da lontano con gli occhiali precedenti a quelli attuali (+2.00), ma se passassi ad una vecchia correzione, paradossalmente ci vedrei ancora meglio, sebbene non sia la correzione piena. Questo meccanismo è quello che trae in errore il dottore, che ritiene essere più giusto scendere fino a quando non gli do una risposta assolutamente soddisfacente.

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  6. Diversi anni fa ci avrei visto sfocato con gli ultimi occhiali. Grazie al supporto di alcuni centri ottici poi ho scoperto di vedere bene anche con un 2.50 e con un 2.75, passando progressivamente dal 2,25 al 2,75 noto dei lievissimi peggioramenti, ma indossando direttamente un 2.50 per esempio ho la sensazione che vada bene anche così, con un +3.00 invece non ci vedo bene. Avevo letto l'articolo che mi hai suggerito, sicuramente ci farò un pensiero sulle lenti occupazionali! Grazie, non ti limitare, se puoi dirmi qualcosa per aiutarmi a capire la situazione te ne sarei immensamente grato, come hai fatto con queste tue ultime risposte!

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  7. P.S. Se te lo stessi chiedendo, la cicloplegia con atropina 1% tre giorni a casa l'ho fatta pretendendola io dal medico che non voleva. Dai risultati poi si ricredette. Mi prescrisse delle lenti a contatto invece che gli occhiali. Purtroppo ebbi grosse difficoltà ad indossarle non avendone mai messe. Sotto effetto del farmaco non potevo vedere assolutamente niente e trovare il verso giusto delle lentine è stato un dramma. Ogni mattina poi passava del tempo prima che riuscissi ad indossare le lenti. Non so se è dipeso da questa disorganizzazione, ma poi riacquistando la funzionalità visiva le lenti a contatto sono risultate essere troppo forti e con esse non riuscivo a veder da lontano. Ma la cosa curiosa è che la prescrizione seguente ai risultati della cicloplegia è la stessa che indosso adesso come occhiali da vista (+3.00), cambia solo che con le lenti a contatto non ci vedevo quasi niente, mentre con gli occhiali ormai arrivato a questo stadio di slatentizzazione quasi quasi ci vivrei pure, visto che da lontano ci vedo ma solo leggermente sfocato.

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  8. Naturalmente nel periodo in cui feci la cicloplegia ero ancora molto indietro nel percorso di slatentizzazione (all'ora portavo ancora un +1.50 e +1.00), mentre la stessa prescrizione in forma di occhiali arrivò 6 mesi dopo) passando però per un altra correzione intermedia

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    1. Hai scritto un sacco. Ma veramente tanto. Cosí tanto che mi risulta difficile da gestire il tutto. Cercando di estrarre le informazioni mi pare di aver capito che:

      La prima visita che citi credo l'abbia fatta con il retinoscopio (o skiascopio SK). É uno strumento potentissimo e riesce a dare risultati simili a quelli in cicloepegia valutando quasi tutta l'ipermetropia latente. Infatti troviamo valori simili nelle visite successive. Sembra uno strumento povero (e richiede conoscenza e pratica), tuttavia fornisce molte piú informazioni dei moderni strumenti elettronici (che qualunque scimmia saprebbe usare) ma che hanno molteplici limiti (ad esempio il fatto che tu risultassi miope)

      La scelta della terapia non é scorretta a prescindere: di fronte al medesimo problema si possono infatti attuare diverse strategie. Forse, ripeto forse, da quel che mi dici non é quella piú adatta a te.

      Comunque un primo problema é la presenza dell'ipermetropia. Rispetto al totale misurato andrebbe compensata quella manifesta, nel tuo caso probabilmente anche quella facoltativa.

      Se vi é un problema accomodativo puó risultare azzardato correggere anche quella latente, tuttavia non é da escludere considerare anche un valore di addizione da vicino. A. M. Skeffington, ideatore del protocolllo di valutazione OEP (Optometric Extensive Program) sosteneva giá a inizio 900 che esistesse sia una correzione idonea da vicino e che non dovesse essere per forza coerente con quella da lontano. L'OEP é un metodo di analisi un po' datato, tuttavia vengono ancora esegui test di cui é composto per poi essere valutati con una AVI (Analisi Visiva Integrata).

      Le forie di solito non rappresentano un problema se sono supportate dalle riserve fusionali (che comunque sono allenabili).

      Le lenti positive centrate da lontano, nella visione da vicino generano un effetto prismatico che richiede piú convergenza degli assi visivi per allineare le immagini.
      Per fortuna hai un AC/A basso che riduce tali problemi. Il valore medio é 4.

      PS: l'ipermetropia diventa "manifesta", non "slatentizzata" ;-)
      Potrei presupporre (basandomi sui dati che hai riportato) si assesterá attorno alle 3.00/3,50 diottrie quando sará completamente manifesta. Dovrá comunque fare il suo corso e sará necessario adattare le lenti di volta in volta.

      Per ora concentrati sugli occhiali con cui ti trovi bene: probabilmente (sempre basandomi sui dati che riporti) un valore piú leggero da lontano e piú forte da vicino (2,50 di addizione prescritta mi pare comunque un valore elevato... ma non ti ho fatto io la visita quindi non ho idea di come stia lavorando effettivamente il tuo sistema visivo e non posso dare pareri attendibili).

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    2. Grazie tante, quali possono essere le altre vie per trattare il mio problema? Ha senso sottoporsi a cicloplegia a casa per poi correggere tutta l'ipermetropia manifesta?

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    3. Ah. dimenticavo la storia del ciclopegico e del medico che non vorrebbe dartelo. Per me non ha senso. O meglio: dovresti mantenere il tuo occhio "drogato" da un farmaco tutto il tempo per avere una correzione che normalmente non avresti.

      Secondo me vale la pena cercare di capire quale diottria sia migliore da usare da distante e quale da sfruttare da vicino per ottenere una visione il piú giusta per te (in rapporto equo tra nitidezza e comoditá).

      Ottenuto questo dato si puó fare qualunque tipo di occhiale in funzione dell'uso che ne farai.

      Stai 8 ore al pc: occhiali office.
      Cinema: monofocali o progressivi
      Vai a correre: monofocali
      ecc ecc

      Puoi avere un occhiale con cui fare un po' tutto o 10 specifici per 10 attivitá diverse. Non escludo che alcuni occhiali che hai possano giá funzionare in questo modo: tu stesso dici che con alcuni vedi meglio da lontano e con altri ti trovi meglio al pc.

      Potrebbe essere che con tutti gli occhiali che hai fatto hai giá quelli idonei ;-)

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    4. Come si fa con l'ipermetropia che sale con il tempo? Fino a due settimane fa, prima di andare a Milano, ero convinto di non poter vedere bene oltre il +2.00, ora si aggiunge un altro +0,25 per occhio. La storia non è nuova e non mi sorprenderebbe se salisse di nuovo. Se guardiamo in prospettiva, con lo stesso sistema visivo anche due anni fa i miei occhi avrebbero avuto bisogno degli occhiali più forti che indosso oggi. Tutti questi aumenti mi fanno dubitare che stia compensando ancora una parte dell'ipermetropia da lontano. Non è sostenibile cambiare prescrizione così frequentemente. Il progressivo è già una bella spesa... la paralisi del muscolo ciliare non mi permetterebbe di ottenere una misura più precisa dell'ipermetropia? E mentre il muscolo ciliare riprende la sua funzione non avrebbe senso far trovare pronti sugli occhi un paio di occhiali definitivi così da non perdere altri mesi se non anni? Se dovessi aver bisogno di un ulteriore aumento mentre ormai sto usando i progressivi, non rischio poi di dover far rifare l'occhiale? La cicloplegia l'ho già fatta anni fa ma purtroppo non si è fatto in tempo ad accompagnare il ripristino dell'accomodazione con gli occhiali. Comunque gli occhiali vecchi sono tutti più bassi, userei solo un paio per lontano e il paio che indosso ora che è più forte nei compiti da vicino, però continuo a stare male, veramente veramente male, dopo un po' di tempo di lettura

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    5. Lunga storia in breve:
      Nasciamo tutti ipermetropi. Poi l'occhio cresce e diventiamo emmetropi. Se cresce troppo diventiamo miopi.
      Quindi non é una ipermetropia che aumenta: quella rimane uguale. Al massimo potresti diventare meno ipermetrope se l'occhio crescesse (e i ciclopegici non aiutano, anzi: vengono utilizzati a basso dosaggio per bloccare la miopia). L'ipermetropia che hai dovrebbe essere abbastanza stabile: non aumenterá all'infinito ma solo finché tutta la parte latente non diventerá manifesta (senza l'uso di ciclopegico).

      In mezzo non c'é solo il muscolo ciliare ma anche pattern accomodativi che coinvolgono anche la convergenza, la midriasi pupillare e l'attivazione di determinati percorsi neurali.

      Il muscolo ciliare é bloccato. o é bloccato in una continua contrazione (spasmo accomodativo)?

      Gli occhiali piú forti fanno vedere male o danno un senso di comfort? Oppure fanno venire nausea? Se vi é nausea á correlata alla foria? Le riserve fusionali sono sufficienti a compensare la foria o vi sono altri meccanismi in atto? Ció che stanca la vista é maggiormente dovuto alla diottria o alla foria? O alla foria indotta dalla diottria?

      Credo che l'optometrista abbia valutato queste cose. Credo, non ne sono sicuro: perché oltre al controllo con retinoscopio (che rimane uno strumento valido per una valutazione sull'accomodazione) non so che altri valori abbia considerato.

      Non mi ritengo la persona piú idonea a darti consigli sulle diottrie in quanto se non ti vedo di persona non posso fare valutazioni: a tal proposito dovrebbe esserlo il medico oculista o l'optometrista che ti ha in cura. A te spetta il compito di interpellarli in caso di disturbi con le diottrie che ha prescritto, riferendogli eventuali difficoltá e anomalie.

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  9. A me servirebbe bloccare l'accomodazione una tantum per ottenere una volta e per tutte la misura precisa dell'ipermetropia totale e per valutare definitivamente l'occhiale correttivo per lontano. Naturalmente non tornerei ad usare il farmaco dopo questa terapia specifica. La terapia migliore a questo scopo è quella a base di atropina che dura tre giorni. Ha il vantaggio di essere molto efficace allo scopo ma lo svantaggio rispetto alle alternative di impiegare diverse settimane per il recupero completo delle funzionalità visive. Se non faccio questo considerato che l'ipermetropia manifesta aumenta di poco ogni volta non pensi che possa finire a spendere inutilmente tempo e denaro investito in occhiali che nel giro di poco tempo diventerebbero obsoleti? Non ti dimenticare che la sintomatologia di cui soffro non è trascurabile come potresti pensare, il mio sistema visivo non ce la fa più, è sotto stress costantemente, da anni, pensare di aspettare che l'ipermetropia si manifesti da sola cambiando ogni volta nuovi occhiali oltre a non essere sostenibile economicamente rappresenterebbe una grave perdita di tempo vitale. Tu cosa ne pensi?

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    1. Io penso che le terapie farmacologiche, per quanto possibile, dovrebbero essere limitate al minimo indispensabile e se strettamente necessario. Se il medico ti dice che non è il caso e che non lo consiglia ascoltalo, perchè conosce gli effetti collaterali. (ad esempio 3 settimane per riprendersi non mi pare molto vantaggioso).

      Se mi parli di terapie farmacologiche aggiungo che vanno seguite costantemente: quindi alla tua spesa si aggiungerebbero visite periodiche di controllo (con relativa perdita di tempo e costo)

      Riguardo gli occhiali dipende comunque dalla situazione. Ipotizzando che te ne servano un paio da lontano e un paio da vicino (per le sessioni prolungate davanti al pc, ad esempio) il costo non è elevato come sembra.
      Ipotizziamo che spendi poco sulla montatura. Diciamo 50 euro. E altri 120 per le lenti con antigraffio e antiriflesso. Aggiungiamo il costo di montaggio e ci mettiamo un po' di sconto. Con 150 euro circa potresti avere un paio di occhiali su misura; Con altrettanti hai quelli da vicino.

      Se l'ipermetropia aumenta, quelli che sono stati fatti da vicino funzionerebbero da lontano. Su quelli precedentemente fatti da lontano potresti mettere due lenti da vicino e via dicendo.

      Sempre che si capisca che diottrie mettere: che allo stato attuale mi pare la problematica maggiore in quanto mi pare di capire ci siano pareri e scelte diverse.

      Il mio consiglio rimane sempre il solito: trova un professionista che ti ispira fiducia e con cui ti trovi bene e affidati a lui. Cambiare di continuo ti espone solo a molti pareri e terapie diverse, ma se vogliamo che qualcosa funzioni devi scegliere una di queste vie e percorrere quella.

      Se la via che vuoi percorrere è quella di usare ciclopegico chiedi sempre il parere e il controllo scrupoloso di un medico prima, durante e dopo la terapia. Io, da optometrista, non seguirei questa strada.

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    2. Non riesco ad immaginare altri casi in cui possa essere più utile. Non sono richieste particolari attenzioni, viene prescritta ai bambini, da seguire direttamente a casa. La terapia l'ho già fatta due anni fa circa. Non mi hanno sconsigliato o detto che non fosse il caso di farla, quando ho scritto che l'ho pretesa volevo dire che fui io per primo a proporre la questione quando il medico in prima visita ancora non ebbe modo di raccogliere informazioni sulla mia storia. Ovviamente fu il medico a prescrivermela. Rimase incredulo vedendo quei risultati totalmente inaspettati. Non so che valori di ipermetropia totale comparvero ma so che mi prescrisse delle lenti a contatto da +3.00 e +2.25 ovvero una differenza per occhio rispetto agli occhiali che indossavo a quei tempi di +1.50 e +1.25. Purtroppo la scelta di prescrivermi le lenti a contatto al posto degli occhiali fu inappropriata. Non sapevo come si indossassero e non potevo accorgermi del verso della lente. Tutto ciò richiedeva sforzo visivo e inoltre non mi era possibile appoggiare immediatamente la correzione al risveglio come avrei potuto fare con degli occhiali facendo inevitabilmente passare del tempo utile ad impedire all'occhio di ri-accomodare nel mentre che si riprendeva dagli effetti del farmaco. In ogni caso il trattamento non è periodico ma è una tantum, ottenuto il blocco dell'accomodazione bisognerà ritornare in visita per farsi misurare il difetto. La terapia termina il giorno prima della visita. Sicuramente il costo di due paia di occhiali è minore di quello per un progressivo. Ma io ho ricevuto espressamente una prescrizione per progressivi. Ormai di occhiali da lontano ne ho a bizzeffe e di soldi ne ho spesi tanti, per questo non vorrei continuare a spenderne altri se sono prima sicuro dell'esatta entità del difetto. Utile il consiglio di affidarsi al medico che mi ispiri fiducia. Il problema è che in tre anni nessuno è stato in grado di aiutarmi. L'unica persona che devo ringraziare con tutto il cuore è un ragazzo ottico che mi ha prescritto un occhiale +2.00 mentre tutti i medici allora si fermarono a +1.50. Quell'occhiale azzerò tutte le mie sofferenze nella visione da lontano.

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    3. Come accennato: non sono un grande fan delle terapie farmacologiche. Una situazione in cui è molto utile l'uso di ciclopegico a bassissimo dosaggio è il controllo della progressione miopica.

      La mia linea di azione sarebbe stata più simile a quella dell'optometrista che aveva prescritto lenti positive da 2,75 e 3,50.
      La sovracorrezione con lenti positive genera infatti un rilassamento del cristallino: in pratica il sistema visivo vede sfocato e prova a mettere a fuoco usando l''accomodazione; in questo processo però il sistema visivo può solo aggiungere altro positivo sfocando ulteriormente l'immagine. A questo punto l'unica cosa che gli rimane da fare è rilassare l'accomodazione. In questo processo aumenta l'exoforia: se non supportata da riserve fusionali adeguate può dare nausea mal di testa ecc. Tuttavia se allenato il sistema può generare queste riserve cancellando quindi i sintomi.

      Il concetto quindi è lo stesso: frenare i processi accomodativi. Usare le lenti è meno immediato del farmaco perchè si va a fare un braccio di ferro con le abitudini apprese dal sistema visivo. Abitudini che un farmaco bypassa: purtroppo ci sono problemi di assuefazione, effetti collaterali e accumulo nel sistema per cui è una terapia che non può essere protratta all'infinito.

      Il +2 prescritto di cui parli nelle ultime righe probabilmente generava un effetto simile senza però andare a disturbare troppo quelle abitudini sopracitate: presumo fosse una correzione dell'ipermetropia manifesta e facoltativa senza però intaccare la latente. Ma è solo una ipotesi; un pensiero detto ad alta voce. Se con qella soluzione ti sei trovato bene prova a sentire quell'ottico (forse è anche optometrista, questo non lo so)

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    4. [commento modificato]
      Ciao Alberto, ti aggiorno sulla situazione! L'oculista che mi sta seguendo ha ritenuto potesse essere utile anche conoscere la misurazione a muscolo riposato con l'atropina ed è emerso che gli occhiali che sto portando mi permettono una visione perfettamente nitida da lontano all'occhio sinistro dove ho +3.00 (valore confermato dall'autoref), mentre all'occhio destro abbiamo appurato che la lente è sovracorretta di ben +0.50 (questi valori emersero in una visita anche grazie all'ausilio di schiascopio). La cosa molto particolare è che l'oculista che mi sta seguendo volendo ripetere la schiascopia mi ha detto di non aver trovato "tanta ipermetropia" parlandomi di un +2.00 (anche se lui era sicuro di prescrivermi prima che tornassi atropinato un +2.75 credendo che la lente +3.00 fosse leggermente sovraccorretta). Morale della favola l'occhiale per neutralizzare l'ipermetropia sarebbe da +3.00 e +1.75 con un po' di astigmatismo nell'occhio meno problematico. Sono stato da dio per tutto il periodo in cui i miei occhi erano forzatamente rilassati, pochi minuti dopo la primissima instillazione mi sono sentito liberato da tutto quell'enorme peso che inconsciamente non mi rendevo conto di avere sugli occhi. D'un tratto mi sono accorto da solo che con gli occhiali che avevo potevo benissimamente vedere con l'occhio sinistro +3.00. Quindi alla fine l'oculista ha ritenuto giusto riconfermare la terapia con occhiali progressivi che mi erano stati indicati a Milano con lo stesso valore addizionale (+2.50) dopo aver fatto le dovute prove sulla brochure appositamente dedicata ai test della vista da vicino. Sono già passati 4 giorni dalla visita, io ho quasi del tutto ripreso la capacità accomodativa, ma la pupilla è ancora molto dilatata e so avendolo già sperimentato anni fa che affinché torni alla normalità nel caso specifico dell'atropina 1% ci sarà bisogno di parecchio tempo (mi sento di dire almeno un mese). Purtroppo si sta verificando quello che temevo e cioè che inevitabilmente riacquistando la capacità accomodativa e necessitando di mettere a fuoco (senza ancora correggere il problema con i progressivi) lo sforzo accomodativo che faccio mi sta "togliendo" qualche diottria di ipermetropia da lontano, cioè come se per la tensione impiegata per vicino il mio muscolo ciliare preferisca mantenersi un po' teso anche da lontano causando una sorta di pseudo miopia da lontano. La domanda che mi pongo ora è, sono pronto ad ordinare un paio di occhiali progressivi pur con le pupille dilatate oppure questo inconveniente può rendere difficoltose le misurazioni dell'ottico e quindi di conseguenza correrei il rischio di costruire dei progressivi un po' imprecisi? Vorrei anche assicurarmi dall'ottico della correzione sull'astigmatismo e non vorrei che ci potessero essere delle aberrazioni date dall'effetto dell'atropina. Comunque l'oculista mi ha spiegato che la "riduzione dello spessore del cristallino" in entrambi gli occhi è sicuramente un elemento probabilmente presente dalla nascita che incide su questa sindrome da stress accomodativo per cui io debba essere trattato al pari di un presbite. Un sincero grazie per la tua disponibilità!

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    5. Il diametro pupillare non dovrebbe influire sulla misurazione delle centrature. Quindi da quel punto di vista dovresti poter stare tranquillo.

      Nota: il progressivo dovrebbe funzionare bene per alternare la visione da lontano e da vicino. Tuttavia se passi molto tempo al pc prenderei in considerazione anche un occhiale occupazionale. Uno non esclude l'altro. Il mio consiglio è di provare con il progressivo e valutare come ti trovi con quello (conoscendone i limiti) per poi affiancarlo eventualmente a qualcos'altro.

      Comunque. Procedi per gradi.

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