Gestire l'adattamento a una lente.

É sempre possibile gestire l'adattamento a una lente?

Gestire l'adattamento a una lente é un argomento quotidiano per chi lavora nell'ottica.

L'ho giá trattato, ma oggi vorrei affrontarlo con un aneddoto.

Di recente ho consegnato un occhiale preparato secondo ricetta medica. I dati erano stati rilevati da un optometrista e confermati dall'oculista e differivano poco da quelli abituali: solo astigmatismo lieve, aumentato di 0,25 e ruotato di 10 gradi rispetto a prima; una situazione che parrebbe ideale.

Appena indossato l'utente lamentava un lieve disorientamento; nulla di insolito, penso.

Dopo una settimana peró questa persona é tornata dicendo di non riuscire a portarli perché inciampava di continuo quando li usava e vedeva i pavimento inclinarsi.
Ricontrollo le centrature. Tutto corretto.
Ricontrollo le diottrie. Tutto corretto. (tra l'altro erano state anche ri-controllate sia dall'oculista che dall'optometrista che ci lavora assieme)

Cosa poteva essere?
Spoiler: Le abitudini e una elevata dipendenza dalle informazioni spaziali visive.

Analizziamo le abitudini.

Guardiamo in dettaglio al situazione precedente e quella nuova.
La montatura é cambiata e piú grande quindi non possiamo escludere stia contribuendo; per escluderla dall'equazione da questo momento tutti i test li faró con l'occhiale di prova.

L'abitudine precedente era con le lenti cosí costruite
OD Sf 0.00 Cyl -0,50 x 180
OS Sf 0.00 Cyl -0,50 x 180

Le nuove lenti :
OD Sf 0.00 Cyl -0,75 x 10
OS Sf 0.00 Cyl -0,75 x 170

Testo le lenti di fronte all'ottotipo (la tabella con le lettere).
Ne risulta che.

  • Vede 10/10 con entrambe le soluzioni
  • Con le nuove diottrie legge le 5 lettere della riga dei 10/10 con piú sicurezza
  • soggettivamente non percepisce differenze

Appurato che le differenze sono minime faccio camminare la persona all'interno del negozio con l'occhiale di prova.

  1. Con le nuove lenti gira la testa e danno un senso di ubriachezza.
  2. Porto entrambi gli astigmatismi ad avere asse parallelo: tutto migliora ma non é ancora perfetto.
  3. Riduco di 0,25 e tutti i disturbi spariscono.

Riordino le lenti, le monto, consegno. Va tutto bene.

Col senno di poi. 

Cosa é andato storto?
Dobbiamo considerare che il sistema visivo partecipa nel tenerci in equilibrio:

Stando in piedi oscilliamo bilanciando continuamente la nostra postura; se chiudiamo gli occhi oscilliamo maggiormente perché abbiamo meno informazioni su ció che ci circonda.

Allo stesso modo otteniamo informazioni sul piano di appoggio e su dove andiamo a mettere i piedi camminando.

Sappiamo anche che le lenti apportano delle alterazioni su forma e dimensioni di cio che osserviamo.
In genere siamo in grado di gestire queste alterazioni (nemmeno le percepiamo se sono di lieve entitá), ma non siamo tutti uguali.

La persona in questo caso era particolarmente sensibile a questi effetti.

Era prevedibile questo effetto?

Se la persona avesse provato a camminare con l'occhiale di prova se ne sarebbe potuta accorgere.

Tuttavia:

  • avrebbe potuto non riferirlo ritenendo normale un po' di disorientamento con le nuove lenti
  • avrebbe potuto non dire niente per non sentirsi giudicata
  • l'esaminatore avrebbe potuto interpretare quel fastidio come normale

Insomma non me la sento di dire un "si" o un "no" assoluti.

Ricordiamoci che la visione é un sistema complesso la cui percezione é soggettiva e vale sempre la pena indagare e cercare di capire la fonte delle anomalie che possiamo registrare/annotare.

Per questo motivo quando trovate un ottico che vi risolve un problema non dovreste mai abbandonarlo se non per cause di forza maggiore (un trasloco o chiusura dell'attivitá): grazie ai moderni software gestionali l'ottico attento puó annotare qualunque cosa  e recuperare quelle annotazioni in qualsiasi momento.

Commenti

  1. Gentile Alberto,
    Sto leggendo i commenti al suo blog, per il quale le faccio i miei complimenti, e mi ritrovo in molti dei casi descritti da chi la segue.
    Credo di appartenere a quei casi che confermano la soggettività della percezione visiva.
    Indosso gli occhiali sin da ormai 30 anni e porto lo stesso occhiale con medesima montatura e lenti dal 2012: gradazione OD -2.75 / OS -5.75 +0.50 Asse 70; montatura piccola con lenti zeiss organiche 1.60 ad una distanza di circa 13mm dall’occhio.
    A dicembre 2023 decido di volere degli occhiali nuovi per questioni puramente estetiche e faccio una visita di controllo. L’oculista non rileva nessun cambiamento nella prescrizione se non un leggero inizio di presbiopia dovuta all’età e di cui mi ero accorta io stessa, ma che non mi ha mai impedito di leggere anche testi molto piccoli. Sottolineo questo punto perché facendo i nuovi occhiali con la stessa gradazione ho iniziato ad avere grandi difficoltà nella lettura.
    Dopo lunghe peripezie durante questi tre mesi che sarebbe troppo lungo e complicato raccontare qui, sono arrivata alla situazione seguente: ho due paia di occhiali con stessa gradazione, entrambe lenti zeiss organiche 1.60, montate dallo stesso ottico. Con il vecchio paio leggo benissimo tutte le dimensioni di testo e lavoro senza problemi al pc; con i nuovi non leggo bene (visione non nitida e difficoltà a mettere a fuoco) ed ho difficoltà anche al pc.
    Le uniche differenze che ormai riesco a rilevare tra le due paia di occhiali sono le seguenti:
    1) Occhiale vecchio lenti AO organic Zeiss / Occhiale nuovo lenti Synchrony Lux Zeiss : l’ottico mi ha detto che sono la stessa cosa, le Synchrony sono il nuovo nome che la Zeiss ha dato alle sue lenti più basiche. Mi chiedo se l’evoluzione nelle tecniche di produzione possa creare una differenza nella visione in un soggetto più sensibile, malgrado la tipologia di lenti sia la stessa.
    2) La vecchia montatura è più piccola rispetto alla nuova: ciò può dare una differente curvatura alle lenti? Una diversa curvatura può causare questo tipo di problema? L’ottico dice che la curvatura tra i due occhiali non è differente.
    3) I vecchi occhiali sono ovviamente usurati e forse parte degli strati che compongono l’antiriflesso potrebbero essere andati via rendendo la visione sarebbe meno nitida: questo fattore potrebbe in qualche modo aver compensato la leggerissima presbiopia insorta in questi ultimi anni che invece risulta acuita con i nuovi occhiali?
    Premetto che so benissimo che ci sono dei tempi di adattamento da rispettare anche su occhiali identici, e li ho rispettati: la situazione è la medesima sin dal primo giorno.
    Non riesco a trovare una spiegazione a questa situazione bizzarra e non la trovano nemmeno il mio oculista e l’ottico. La difficoltà nel leggere però mi crea disagio ed ho paura di non riuscire a trovare una soluzione.
    Grazie mille!

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    Risposte
    1. Purtroppo non é mai facile capire cosa non funzioni quando qualcosa non funziona.
      Cominciamo rispondendo ai 3 punti.
      1) non ho verificato a listino ma probabilmente il tuo ottico ha ragione: le lenti monofocali di serie (comunque vengano chiamate) sono tutte uguali: curvatura anteriore + curvatura posteriore = potere lente. Solo le asferiche differiscono nella periferia (ma non frontalmente) quindi escluderei.
      2) la dimensione della montatura non dovrebbe alterare la percezione a meno che non stia piú distante o piú vicina (ma visti i poteri dovrebbe influire poco) agli occhi o con inclinazione differenti
      3) l'usura non dovrebbe incidere sulla visione in modo positivo: una lente graffiata/deteriorata dovrebbe togliere dettagli, non aggiungerne.
      cosa farei:
      Cercherei di capire le differenze tra i nuovi occhiali e quelli vecchi
      in particolare mi concentrerei su:
      -Centrature: orizzontalmente sono uguali? Alla stessa altezza e larghezza?
      -Angolo pantoscopico: di profilo, l'occhiale come é inclinato?
      -Angolo panoramico: le lenti, viste dall'alto hanno la stessa inclinazione?

      Prove che possiamo fare a casa: spostando o inclinando gli occhiali la situazione migliora? Peggiora? Non cambia?

      Non credo che le lenti "accentuino" la presbiopia ma se ci sono variazioni sulle centrature orizzontali ci possono essere degli effetti prismatici che deviano la posizione degli occhi alterando l'accomodazione.

      Da non sottovalutare le variazioni verticali: in questo caso é la differenza tra le due lenti (due diottrie) a generare una deviazione verticale che il sistema potrebbe far fatica a compensare.
      In questo caso ipotizziamo che il vecchio occhiale fosse stato centrato perfettamente: col passare degli anni gli occhiali possono aver subito qualche variazione. I tratti del viso stesso possono variare. Tutto il sistema visivo ha gestito queste variazioni un po' alla volta adattandosi alle piccole modifiche di decentramento.
      Quando é stato fatto il nuovo occhiale suppongo sia stato ben centrato.... ma il sistema é abituato a tutt'altro.

      Parlane con l'ottico (prima che la presbiopia aumenti)

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