Gestire l'adattamento a una lente.

É sempre possibile gestire l'adattamento a una lente?

Gestire l'adattamento a una lente é un argomento quotidiano per chi lavora nell'ottica.

L'ho giá trattato, ma oggi vorrei affrontarlo con un aneddoto.

Di recente ho consegnato un occhiale preparato secondo ricetta medica. I dati erano stati rilevati da un optometrista e confermati dall'oculista e differivano poco da quelli abituali: solo astigmatismo lieve, aumentato di 0,25 e ruotato di 10 gradi rispetto a prima; una situazione che parrebbe ideale.

Appena indossato l'utente lamentava un lieve disorientamento; nulla di insolito, penso.

Dopo una settimana peró questa persona é tornata dicendo di non riuscire a portarli perché inciampava di continuo quando li usava e vedeva i pavimento inclinarsi.
Ricontrollo le centrature. Tutto corretto.
Ricontrollo le diottrie. Tutto corretto. (tra l'altro erano state anche ri-controllate sia dall'oculista che dall'optometrista che ci lavora assieme)

Cosa poteva essere?
Spoiler: Le abitudini e una elevata dipendenza dalle informazioni spaziali visive.

Analizziamo le abitudini.

Guardiamo in dettaglio al situazione precedente e quella nuova.
La montatura é cambiata e piú grande quindi non possiamo escludere stia contribuendo; per escluderla dall'equazione da questo momento tutti i test li faró con l'occhiale di prova.

L'abitudine precedente era con le lenti cosí costruite
OD Sf 0.00 Cyl -0,50 x 180
OS Sf 0.00 Cyl -0,50 x 180

Le nuove lenti :
OD Sf 0.00 Cyl -0,75 x 10
OS Sf 0.00 Cyl -0,75 x 170

Testo le lenti di fronte all'ottotipo (la tabella con le lettere).
Ne risulta che.

  • Vede 10/10 con entrambe le soluzioni
  • Con le nuove diottrie legge le 5 lettere della riga dei 10/10 con piú sicurezza
  • soggettivamente non percepisce differenze

Appurato che le differenze sono minime faccio camminare la persona all'interno del negozio con l'occhiale di prova.

  1. Con le nuove lenti gira la testa e danno un senso di ubriachezza.
  2. Porto entrambi gli astigmatismi ad avere asse parallelo: tutto migliora ma non é ancora perfetto.
  3. Riduco di 0,25 e tutti i disturbi spariscono.

Riordino le lenti, le monto, consegno. Va tutto bene.

Col senno di poi. 

Cosa é andato storto?
Dobbiamo considerare che il sistema visivo partecipa nel tenerci in equilibrio:

Stando in piedi oscilliamo bilanciando continuamente la nostra postura; se chiudiamo gli occhi oscilliamo maggiormente perché abbiamo meno informazioni su ció che ci circonda.

Allo stesso modo otteniamo informazioni sul piano di appoggio e su dove andiamo a mettere i piedi camminando.

Sappiamo anche che le lenti apportano delle alterazioni su forma e dimensioni di cio che osserviamo.
In genere siamo in grado di gestire queste alterazioni (nemmeno le percepiamo se sono di lieve entitá), ma non siamo tutti uguali.

La persona in questo caso era particolarmente sensibile a questi effetti.

Era prevedibile questo effetto?

Se la persona avesse provato a camminare con l'occhiale di prova se ne sarebbe potuta accorgere.

Tuttavia:

  • avrebbe potuto non riferirlo ritenendo normale un po' di disorientamento con le nuove lenti
  • avrebbe potuto non dire niente per non sentirsi giudicata
  • l'esaminatore avrebbe potuto interpretare quel fastidio come normale

Insomma non me la sento di dire un "si" o un "no" assoluti.

Ricordiamoci che la visione é un sistema complesso la cui percezione é soggettiva e vale sempre la pena indagare e cercare di capire la fonte delle anomalie che possiamo registrare/annotare.

Per questo motivo quando trovate un ottico che vi risolve un problema non dovreste mai abbandonarlo se non per cause di forza maggiore (un trasloco o chiusura dell'attivitá): grazie ai moderni software gestionali l'ottico attento puó annotare qualunque cosa  e recuperare quelle annotazioni in qualsiasi momento.

Commenti

  1. Gentile Alberto,
    Sto leggendo i commenti al suo blog, per il quale le faccio i miei complimenti, e mi ritrovo in molti dei casi descritti da chi la segue.
    Credo di appartenere a quei casi che confermano la soggettività della percezione visiva.
    Indosso gli occhiali sin da ormai 30 anni e porto lo stesso occhiale con medesima montatura e lenti dal 2012: gradazione OD -2.75 / OS -5.75 +0.50 Asse 70; montatura piccola con lenti zeiss organiche 1.60 ad una distanza di circa 13mm dall’occhio.
    A dicembre 2023 decido di volere degli occhiali nuovi per questioni puramente estetiche e faccio una visita di controllo. L’oculista non rileva nessun cambiamento nella prescrizione se non un leggero inizio di presbiopia dovuta all’età e di cui mi ero accorta io stessa, ma che non mi ha mai impedito di leggere anche testi molto piccoli. Sottolineo questo punto perché facendo i nuovi occhiali con la stessa gradazione ho iniziato ad avere grandi difficoltà nella lettura.
    Dopo lunghe peripezie durante questi tre mesi che sarebbe troppo lungo e complicato raccontare qui, sono arrivata alla situazione seguente: ho due paia di occhiali con stessa gradazione, entrambe lenti zeiss organiche 1.60, montate dallo stesso ottico. Con il vecchio paio leggo benissimo tutte le dimensioni di testo e lavoro senza problemi al pc; con i nuovi non leggo bene (visione non nitida e difficoltà a mettere a fuoco) ed ho difficoltà anche al pc.
    Le uniche differenze che ormai riesco a rilevare tra le due paia di occhiali sono le seguenti:
    1) Occhiale vecchio lenti AO organic Zeiss / Occhiale nuovo lenti Synchrony Lux Zeiss : l’ottico mi ha detto che sono la stessa cosa, le Synchrony sono il nuovo nome che la Zeiss ha dato alle sue lenti più basiche. Mi chiedo se l’evoluzione nelle tecniche di produzione possa creare una differenza nella visione in un soggetto più sensibile, malgrado la tipologia di lenti sia la stessa.
    2) La vecchia montatura è più piccola rispetto alla nuova: ciò può dare una differente curvatura alle lenti? Una diversa curvatura può causare questo tipo di problema? L’ottico dice che la curvatura tra i due occhiali non è differente.
    3) I vecchi occhiali sono ovviamente usurati e forse parte degli strati che compongono l’antiriflesso potrebbero essere andati via rendendo la visione sarebbe meno nitida: questo fattore potrebbe in qualche modo aver compensato la leggerissima presbiopia insorta in questi ultimi anni che invece risulta acuita con i nuovi occhiali?
    Premetto che so benissimo che ci sono dei tempi di adattamento da rispettare anche su occhiali identici, e li ho rispettati: la situazione è la medesima sin dal primo giorno.
    Non riesco a trovare una spiegazione a questa situazione bizzarra e non la trovano nemmeno il mio oculista e l’ottico. La difficoltà nel leggere però mi crea disagio ed ho paura di non riuscire a trovare una soluzione.
    Grazie mille!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo non é mai facile capire cosa non funzioni quando qualcosa non funziona.
      Cominciamo rispondendo ai 3 punti.
      1) non ho verificato a listino ma probabilmente il tuo ottico ha ragione: le lenti monofocali di serie (comunque vengano chiamate) sono tutte uguali: curvatura anteriore + curvatura posteriore = potere lente. Solo le asferiche differiscono nella periferia (ma non frontalmente) quindi escluderei.
      2) la dimensione della montatura non dovrebbe alterare la percezione a meno che non stia piú distante o piú vicina (ma visti i poteri dovrebbe influire poco) agli occhi o con inclinazione differenti
      3) l'usura non dovrebbe incidere sulla visione in modo positivo: una lente graffiata/deteriorata dovrebbe togliere dettagli, non aggiungerne.
      cosa farei:
      Cercherei di capire le differenze tra i nuovi occhiali e quelli vecchi
      in particolare mi concentrerei su:
      -Centrature: orizzontalmente sono uguali? Alla stessa altezza e larghezza?
      -Angolo pantoscopico: di profilo, l'occhiale come é inclinato?
      -Angolo panoramico: le lenti, viste dall'alto hanno la stessa inclinazione?

      Prove che possiamo fare a casa: spostando o inclinando gli occhiali la situazione migliora? Peggiora? Non cambia?

      Non credo che le lenti "accentuino" la presbiopia ma se ci sono variazioni sulle centrature orizzontali ci possono essere degli effetti prismatici che deviano la posizione degli occhi alterando l'accomodazione.

      Da non sottovalutare le variazioni verticali: in questo caso é la differenza tra le due lenti (due diottrie) a generare una deviazione verticale che il sistema potrebbe far fatica a compensare.
      In questo caso ipotizziamo che il vecchio occhiale fosse stato centrato perfettamente: col passare degli anni gli occhiali possono aver subito qualche variazione. I tratti del viso stesso possono variare. Tutto il sistema visivo ha gestito queste variazioni un po' alla volta adattandosi alle piccole modifiche di decentramento.
      Quando é stato fatto il nuovo occhiale suppongo sia stato ben centrato.... ma il sistema é abituato a tutt'altro.

      Parlane con l'ottico (prima che la presbiopia aumenti)

      Elimina
  2. Buongiorno, grazie x le tantissime informazioni che condivide.
    Vorrei capire in persona miope -3 -5 e presbite +2 che differenza c'è tra lenti a supporto accomodativo (mi pare arrivino massimo a +1.5) e un equivalente progressivo.
    Io avevo fatto un occhiale a supporto accomodativo Hoya Sync IIIi 1.3 con lenti personalizzate ma per qualche motivo provavo disagio (quasi senso di nausea) e nell'occhio -5 lateralmente vedevo non bene e alla guida la sera non mi sentivo sicuro. Mi hanno poi sostituito con le stesse lenti ma non personalizzate e andava un po' meglio. Ma sempre peggio delle monofocali. Vorrei anche chiedere col mio difetto se 1mm di differenza nella semi PD può dare problemi e disagi come quelli riportati. Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le lenti a supporto accomodativo da +1,50 sono moooolto vicine a lenti progressive da +1,50. Quello che cambia maggiormente dovrebbe essere il gradiente tra il potere da lontano e quello da vicino: sulle lenti a supporto accomodativo é piú repentina la variazione di potere; Certo che un valore di 1,50 non so se considerarlo SUPPORTO accomodativo, direi che é piú un SOSTITUTO accomodativo! (ultimamente si sta abusando del termine.... solo perché chiamarlo supporto invece di progressivo suona meglio)

      Sulle progressive i millimetri fanno la differenza: maggiore é il valore e piú stretto sará il canale nel quale l'occhio deve passare; su un +2 dobbiamo considerare tolleranza zero.

      Non escludo la bifocale come opzione (le "circoletto invisibile" nemmeno fan notare la lunetta)

      Elimina
  3. Buongiorno Alberto,
    seguo con interesse il suo blog, che trovo molto accurato e utile.
    Allacciandomi all' articolo, vorrei chiederle un parere.
    Ho portato per sei anni occhiali con cui mi sono trovata benissimo, a maggio ho fatto un controllo della vista e sono cambiati alcuni parametri (astigmatismo "aumentato" di 0.25 su entrambi gli occhi)
    i nuovi parametri sono:
    occhio destro sf -2.75 cyl -1.5 ax 180
    occhio sinistro sf -3.25 cyl -1.5 ax 170
    l' unico cambiamento è stato l' astigmatismo che è appunto passato da 1.25 a 1.50 da entrambi gli occhi.
    indosso gli occhiali da 15 giorni e ancora non mi trovo bene, la visione è nitida ma se ruoto la testa verso sinistra, vedo come delle leggere onde che mi causano fastidio.
    Inoltre, se guardo un foglio di carta (in verticale) lo vedo restringersi verso il fondo.
    Ho cambiato montatura e utilizzato le lenti accomodanti (per, a detta dell' ottico, sforzare meno la vista quando leggo da vicino). Secondo lei questi cambiamenti potrebbero influire?
    i valori trasposti delle nuove lenti sono:
    occhio destro sf -4.25 cyl +1.5 ax 0
    occhio sinistro sf -4.75 cyl +1.5 ax 80
    sono corretti?
    Presumendo che lo siano, mi chiedo, è possibile che una variazione di 0.25 sull' astigmatismo mi causi così tanti problemi sull' occhio sinistro? non sarà stato ipercorretto?
    l' ottico mi ha detto che devo semplicemente abituarmi, a me non era mai capitato prima e porto gli occhiali da ormai 20 anni (non è la prima volta che cambio diottrie).
    Se vorrà rispondermi e darmi un suo gentile parere, gliene sarei davvero grata.
    La ringrazio molto e mi scuso per eventuali imprecisioni nel linguaggio tecnico utilizzato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buongiorno.
      l'unico cambiamento NON é stato l'astigmatismo.

      Quando ci sono dei disagi bisogna considerare tutte le variabili che sono state modificate:
      in questo caso, in ordine di importanza (statisticamente parlando) metterei:
      -geometria lente
      -diottrie
      -montatura

      le lenti che ha definito "accomodanti" penso siano "a supporto accomodativo" ovvero con un valore di addizione nella parte inferiore . Di solito il valore di addizione allarga le immagini nella parte inferiore ma in questo caso (se é basso perché solo di supporto) non dovrebbe generare nessun effetto. Non DOVREBBE; sottolineo che il verbo é condizionale! Soggettivamente puó accadere di tutto e non escludo anche la percezione di un rimpicciolimento.

      Potrebbe essere che il sistema visivo non accetti quel supporto accomodativo. Potrebbe essere eccessivo; o troppo poco. Senza una analisi visiva minima (Retinoscopia dinamica, accomodazione relativa positiva e negativa) non me la sento di esprimermi.

      Riguardo la correzione: quel valore di 0,25 solo sull'astigmatismo dovrebbe essere ininfluente. Anche qua l'uso del condizionale é d'obbligo. In letteratura il sistema visivo dovrebbe poter gestire differenze tra i due occhi fino a 3 diottrie (quindi con margini di tolleranza elevata); ma ho visto persone avere difficoltá con variazioni di 0,25. Non escludo che anche quell'aumento di astigmatismo possa aver influito.

      Va considerato che col passare del tempo:
      -le abitudini si radicano maggiormente
      -noi esseri umani diventiamo meno flessibili e capaci di gestire le novitá

      Come testare:
      Occhiale di prova e mettiamo/togliamo quel valore.
      Cambia qualcosa? Si vede meglio? Peggio? Uguale? Fa girare la testa? Destabilizza? Non cambia nulla?
      Una volta verificate le diottrie da lontano valuterei gli effetti di quel valore di supporto accomodativo.

      In generale comunque concordo con l'ottico: per abituarsi alle novitá boasta insistere un po'

      Elimina
  4. Buongiorno Alberto, grazie per la sua dettagliata risposta.
    In questi giorni ho notato un piccolo miglioramento sull' occhio sinistro, forse inizio ad abituarmi.
    Sabato pomeriggio ho avuto modo di riparlare con l' ottico (con un collega di chi mi ha precedentemente visitato) che mi è sembrato più scrupoloso nella visita.
    Mi ha detto, appunto, che la lente a supporto accomodativo può causare queste problematiche.
    Per ora abbiamo deciso di mantenere le lenti degli occhiali così come sono state fatte, prossimamente valuteremo come comportarci, anche in base alla mia reazione all' occhiale nei prossimi giorni.
    La ringrazio ancora e le auguro buona giornata

    RispondiElimina
  5. Buongiorno, approfitto di questo post sul tema dell'adattamento, per chiedere un parere sul tema dell'adattamento agli occhiali progressivi in caso di miopia lieve.

    Prendiamo ad esempio la mia situazione: 53 anni, lieve miopia (-0,75 ipocorretta a -0,50 in entrambi gli occhi) che ho costante sin da ragazzo, lieve astigmatismo (-0,25 dx -0,50 sx) presbiopia (+1,00 probabilmente peggiorata).
    Indosso gli occhiali "da lontano" solo per guardare la TV.
    Al PC (che utilizzo 10 ore al giorno) vedo bene anche senza occhiali (e non li uso).
    Lo smartphone lo vedo anche senza occhiali (e non li uso).
    Quando leggo, invece, se la stampa è piccola, inizio a fare fatica (sempre senza occhiali).

    Diamo che senza occhiali su, riesco a sopravvivere, mentre se indosso gli occhiali da lontano, non riesco più ad interagire con "il mondo vicino", ne leggere l'orologio, ne parlare con una persona davanti a me.
    Questo ad esempio mi impedisce l'uso degli occhiali da sole (se senza correzione, mi peggiorano la miopia e ci vedo male, se con la correzione dovrei continuare a toglierli ogni volta che mi avvicino a qualcuno o devo interagire in prossimità).

    Il problema è che, sia il medico del lavoro, che l'oculista, mi hanno detto che nella mia situazione l'uso di un occhiale progressivo standard NON SAREBBE CONSIGLIATO in quanto FAREI MOLTA FATICA AD ABITUARMI (per la limitata differenza tra le varie aree del vicino/lontano).

    Mi hanno invece suggerito di valutare un occhiale DEGRESSIVO, in particolare con correzione della presbiopia nella parte bassa della lente e nessuna correzione nella parte alta, in modo da poterli utilizzare comodamente quando sono in casa (vista da 40 cm a 2-3 metri).

    Cosa ne pensa?
    Ma come risolvo il problema degli occhiali da sole?

    Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. considerazioni:
      valore medio della miopia -0.75
      quindi senza occhiali è come se indossasse un +0.75 (poco differente dal +1)

      la prima cosa da fare è valutare bene la correzione da lontano (minimo negativo utilizzabile), poi valutare il valore da vicino (addizione minima per vicino).

      diamo per buono -0.75 da lontano con +1 di addizione:
      Da lontano vedresti bene ma ci percepiresti le aberrazioni laterali.
      Da vicino vedresti bene ma il campo visivo sarebbe ridotto e potresti avere l'impressione di aver la vista più riposata senza... Tuttavia abituarsi ad una addizione bassa è più facile rispetto a qundo sarà più alta.

      Quello che chiamano lente degressiva sono le lenti occupazionali: aiuterebbero da vicino e al computer, ma non sono progettate per la visione da lontano.

      Fatte queste considerazioni (visto che al pc stai senza occhiali senza difficoltà) affronterei il progressivo o un lente a supporto accomodativo (che alla fine sono delle progressive costruite in modo leggermente diverso ma funzionali solo ad addizioni basse).

      Sconsiglierei la lente progressiva solo in presenza di rigidità posturale e/o disturbi dell'equilibrio.

      Non escluderei diversi occhiali a seconda delle necessità (come le scarpe: ne abbiamo per lo sport, per il lavoro e per le occasioni speciali)
      A tal proposito scrissi questo post nel 2018:
      https://www.ilmioamicoottico.it/2018/09/quanti-occhiali-servono-scopriamolo-con.html

      Elimina
  6. Condivido la mia esperienza.
    Sono ipermetrope con leggero astigmatismo all'occhio destro. Prima credo che portassi delle lenti CR39 da 1.6 circa, vedevo bene da lontano e benissimo da vicino, tanto che non ho mai avuto problemi a leggere. 2 anni fa ho deciso di rifare gli occhiali perché una lente si era graffiata, così ho preso delle lenti Zeiss da 1.74 Smartlife; l'oculista aveva corretto leggermente le diottrie portandole da +9 e +8.5 a +9.5 e +9.
    Bene, da quando ho rifatto gli occhiali non riesco più a leggere e fatico a mettere a fuoco da vicino, mentre da 20cm in poi vedo bene (lavoro a monitor senza problemi). Secondo l'ottico era tutto corretto e andava bene così, forse ho fatto male a non insistere, ripensandoci.
    Per leggere ora uso dei sovraocchiali da +1.5 che ingrandiscono leggermente e con i quali vedo bene e riesco a leggere anche per lungo tempo senza grossi problemi.
    Ora sto pensando di rifare gli occhiali e valutare con un nuovo oculista ed un nuovo ottico per capire se devo rifare un nuovo occhiale, farne uno da lettura etc... Ho 48 anni.
    Usare dei sovraocchiali è un errore e potrebbe portare ad un accomodamento errato?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. precisazioni: il cr39 ha indice refrattivo 1.500; il cr7 ha indice refrattivo 1.600
      quindi non può essere un cr 39 con i.r. 1,600

      La distanza di lettura dovrebbe essere di 40 cm (chi ha le braccia lunghe leggerà a 60 cm, meno chi ha le braccia corte. Mediamente teniamo buoni 40cm)
      Le postazioni desktop di solito hanno il monitor a 80 cm; con i portatili siamo mediamente a 60 cm. Quindi i 20 cm di cui parli non so da dove arrivino e per come la vedo potrebbero rappresentare un dato falsato. Poi aggiungi che usi un ulteriore +1.50 per leggere... quindi +1.50 per lettura a 20 cm? o +1.50 anche per il monitor? Non è molto chiaro.

      Il fatto che le lenti ingrandiscano è un effetto collaterale e dovremmo considerare la nitidezza in primis. A meno che l'acuità visiva non sia così bassa da richiedere un ingrandimento delle immagini più che la nitidezza delle stesse.

      porti +9 e +8.5; nell'ultima prescrizione c'è 0,50 in più
      l'aspettativa è che con 0.5 in più il sistema visivo veda meglio da vicino; potrebbe dare una sensazione di visione peggiorare da lontano se sovracoretto.

      Dobbiamo considerare che si trattano comunque di 9 diottrie, il che ci porta ad avere effetti prismatici notevoli anche con minimi spostamenti dal centro ottico. Le centrature sono corrette? e quelle del precedente occhiale lo sono?
      Se usa il vecchio occhiale torna a vedere bene da vicino?
      Stiamo considerando che usa un +1.50 su una lente che, rispetto a prima, ha già 0.50 in più? Di questo uso di un secondo occhiale sovrapposto ne ha parlato con l'ottico e con l'oculista?

      sono tutte domande a cui non mi dovrà dare una risposta: sono solo le domande che mi farei io (e che dovrebbero farsi ottici e oculisti di fronte a queste situazioni). Talvolta non hanno nemmeno risposta o le risposte sembrano sfuggire ad ogni logica: dobbiamo ricordare che in bibliografia si considera cosa è normale.... ma dal vivo abbiamo a che fare con organismi complessi e soggettivi.


      Riguardi il +1.5 che usa in aggiunta:
      In generale sconsiglierei di utilizzare occhiali su occhiali: non abbiamo alcun controllo sulle centrature e suggli effetti di tali lenti. Magari nel breve periodo sembrano aiutare ma a lungo termine possono indurre a effetti collaterali.

      Ha più senso un occhiale ricalibrato per la lettura in funzione della distanza d'uso.
      O un progressivo o un bifocale (ricordiamo che esistono le bifocali invisibili) : in entrambi i casi terrebbero in considerazione della convergenza degli assi visivi ed esteticamente faremmo anche più bella figura e avremmo un aspetto più giovane rispetto a mettere 2 occhiali sovrapposti.

      Elimina
    2. Grazie per la risposta.
      Su 1.6 ipotizzavo, infatti ho scritto circa, perché lo spessore è maggiore.
      Non so come si possa leggere un libro ad una distanza di 40cm, comunque di solito ho sempre letto (senza problemi e con stabilità delle diottrie per decenni... non ho ben capito infatti perché l'oculista abbia voluto correggere le diottrie, dato che ci vedevo bene... ha liquidato la cosa con un: aggiungiamo un po' etc...) ad una distanza di 20-30 cm massimo (e leggo molto).
      Preciso che riesco a leggere se tengo un oggetto a 40cm, ma a quella distanza non ci leggerei mai un libro (per intenderci), ma che so l'etichetta di un prodotto o un documento. Se riduco la distanza comincio ad avere difficoltà a mettere a fuoco.
      Rimettendo i vecchi occhiali vedo meglio da vicino (metto meglio a fuoco), ma non come prima, presumo dovrei riabituarmi a quella visione (ho fatto molta fatica ad adattarmi ai nuovi occhiali, con mal di testa principalmente, durati diversi giorni e disagi per settimane).
      Guardando ora noto che c'è una maggiore curvatura (molto evidente) nelle vecchie lenti.
      I sovraocchiali li uso ovviamente solo quando leggo la sera a casa (l'ingrandimento rende comunque più agevole la lettura) non è una soluzione che utilizzo in pubblico.
      A monitor (distanza 65cm circa) leggo senza problemi (utilizzo un monitor professionale per grafica, il che ovviamente aiuta e agevola il comfort visivo).
      Riguardo alla centratura non saprei... secondo l'ottico era tutto corretto, ma onestamente non credo che ci ritornerò.
      Comunque sì penso che sia meglio approfondire con un nuovo oculista, magari mi porterò i due occhiali in modo che possa farsi un'idea pure lui e poi sento cosa mi consiglia.
      Immagino che con le progressive ci siano tempi di adattamento lunghi. magari cerco qualche suo articolo nel blog, immagino ne abbia già parlato.
      Grazie ancora

      Elimina
    3. la lettura a 20 cm richiede uno sforzo maggiore e costringiamo il sistema visivo a convergere maggiormente. La distanza ideale per le funzionalità visive (in assenza di patologie e considerando posture e abitudini corrette) è quella misurata da Harmon; tale distanza è la stessa che va dalla prima falange deldito medio al gomito.
      Una distanza eccessivamente diversa da questa può indicare un riflesso visuo-posturale anomalo. Inoltre con una lente da 9 diottrie andrebbe considerato che al ridursi della distanza siamo costretti ad una maggiore convergenza con ulteriori effetti prismatici!

      Per testare empiricamente centrature e forie basterebbe chiudere un occhio: se i disturbi passano c'è un problema nella visione binoculare. Il problema può essere causato sia dalle diottrie che dall'errata centratura. Le diottrie potrebbero essere giuste in se ma, interagenbdo col sistema accomodativo, potrebbero alterare le normali abitudini di puntamento (non è il termine più corretto ma dovrebbe rendere l'idea).

      per verificare le centrature andrebbero misurate e segnate sulla lente con un frontifocometro (quello che misura le diottrie): misurerei sia i vecchi che i nuovi occhiali.
      Trovati i centri ottici si dovrebbe controllare a che distanza sono l'uno dall'altro: a questo punto l'ideale sarebbe che i due punti avessero la stessa distanza.

      Capita anche che ci si abitui a compensare centrature sbagliate e che quando si passa a un occhiale con le centrature giuste le cose non funzionino. Per questo è meglio ricontrollare anche i precedenti occhiali. Non è detto che l'oculista sappia queste cose (l'ottico invece dovrebbe saperle bene)

      In campo oculistico raramente vengono prese in considerazione forie e riserve fusionali. Non con i controlli che vengono fatti abitualmente dal medico oculista; queste cose vengono solitamente delegate agli ortottisti.

      L'ottico non potrebbe mettere bocca sulle decisioni del medico riguardo l'ipermetropia in quanto non abilitato; tuttavia un ottico-optometrista (quindi un ottico che ha studiato optometria) dovrebbe avere strumenti e capacità per valutare questi fattori (personalmente faccio questi controlli solo se sospetto problematiche, ma verifico sempre le funzionalità anche da vicino, anche nei bambini). Un ottico optometrista può emettere una prescrizione di lenti per occhiali ma non può fare diagnosi (quindi non sostituisce l'oculista).

      Nota finale: non sempre la prescrizione di lenti giusta e precisa è anche confortevole; queste cose vanno considerate perchè si deve veder bene ma ci deve essere comfort altrimenti l'occhiale genera dei disagi.

      Elimina
  7. Ah c'è un'altra cosa che dimenticavo, ma che magari potrebbe essere significativa. Passati alcuni mesi da quanto ho cominciato a mettere i nuovi occhiali, colleghi o amici mi hanno fatto notare a volte (non capita spesso) il mio strabismo. Sono strabico, ma con l'occhiale questo problema si era corretto. Ho notato infatti ora che quando sono affaticato, tentando di mettere a fuoco meglio la persona che ho di fronte lo strabismo diventa più evidente (mi capita a volte anche di fronte allo specchio). Era un problema che avevo anche prima ma molto-molto raramente emergeva.
    Questo accade perché tendo ad usare un solo occhio? Potrebbe essere il segno di una centratura errata nei nuovi occhiali?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. può accadere: il sistema visivo abbandona la visione binoculare (quello che suggerivo chiudendo un occhio per escludere il problema degli assi visivi) a favore della focalizzazione. Quando cerchiamo di mettere a fuoco da vicino gli occhi automaticamente convergono. Se però la richiesta di diottrie positive è eccessiva possono convergere troppo. La stessa cosa vale al contrario.
      Può essere segno di un problema di centratura ma anche di diottrie non idonee alla visione binoculare.

      Considerando il +0.50 aggiunto dall'oculista: aggiungendo quel valore il cristallino che probabilmente lo metteva in gioco deve rilassarsi per migliorare la focalizzazione; tale rilassamento di 0,50 fa divergere gli occhi di 2 diottrie prismatiche (valore medio); in assenza di una riserva fusionale adeguata il sistema visivo fa uno sforzo maggiore per mantenere l'allineamento (mal di testa situato sulle tempie e/o sui seni nasali); quando non ce la fa più a mantenere il sistema visivo allineato si finisce per vedere doppio e sopprimere l'imput visivo da uno dei due occhi (che va a "parcheggiarsi" nella posizione che muscolarmente gli fa più comodo)

      come già detto verificare centrature di entrambi gli occhiali (dovrebbe essere rapido e facile) e verificare le diottrie (cosa che richiede più tempo).

      Non escludo che queste problematiche possano essere state accentuate dal secondo occhiale sovrapposto +1.5 (valutazione soggettiva, prismi fuori controllo, distanza di lettura anomala); se è stato usato diciamo un'ora al giorno abbiamo allenato il sistema visivo ad alterare messa a fuoco e convergenza in funzione di quell'occhiale.

      E come se andassimo in palestra tutti i giorni per 1h: vedremmo i risultati positivi sul nostro corpo! Ma se facessimo gli esercizi male (1h tutti i giorni)? Sviluperemmo anche mal di schiena o una postura errata.

      Elimina

Posta un commento

Grazie per il commento. Risponderó appena me ne accorgo (ultimamente non mi arrivano piú le notifiche dei nuovi commenti)