Mio figlio é miope?

 Mio figlio é miope?

Mio figlio é miope? Non é una domanda che ci si pone spesso o con naturalezza. Tuttavia, al giorno d'oggi é necessario considerarla. Si prevede infatti che nel 2050 metá della popolazione terrestre sará miope. Considerando la diffusione della miopia nei paesi piú sviluppati, dobbiamo considerare che in tali luoghi si possa toccare anche il 70% di miopi.

Miopie elevate aumentano il rischio di incorrere in diverse patologie che abbassano la qualitá della vita e aumentano i costi sul sistema sanitario nazionale.

Valutare i rischi

Ci sono diversi fattori che incorrono nello sviluppo della miopia. Sono sia ambientali che genetici, in tal senso si parla di epigenetica. Significa che se una persona predisposta alla miopia si trova in un ambiente che ne favorisce lo sviluppo, quest'ultima raggiungerá livelli elevati.

  • Fattori genetici:
    • uno o entrambi i genitori sono miopi?
    • entitá della miopia (miopie particolarmente alte sono meno dipendenti da fattori ambientali)
    • tratti somatici (pare vi sia maggiore predisposizione nelle popolazioni asiatiche)
  • Fattori ambientali 
    • scolarizzazione/industrializzazione
    • ambienti chiusi, ristretti e poco illuminati
    • tempo passato guardando da vicino (lettura e dispositivi digitali)

Valutare i sintomi 

Il bambino miope non dirá ai genitori "sono miope" in quanto é una condizione che non conosce o non sa descrivere. Tuttavia strizzerá gli occhi, tenderá ad avvicinarsi alle cose per vederle meglio; se é in etá scolare lamenterá che non riesce a seguire le lezioni o a vedere bene la lavagna.

Da non confondere con la naturale abitudine ad avvicinarci alle cose che ci interessano. Se, ad esempio, sta tanto vicino alla tv non é detto che veda male, potrebbe solo esserne affascinato e attratto.

Diagnosi precoce

Il pediatra dovrebbe essere la prima linea, ma non esclude un controllo oculistico.

Parlando con un oftalmologo affermava che, in assenza di sintomi o fattori di rischio, un controllo andrebbe fatto ogni 5 anni.

  • All'etá di 5 anni il sistema visivo dovrebbe essere ipermetrope e utilizzare l'accomodazione per mettere a fuoco a diverse distanze.
  • A 10 anni il sistema visivo dovrebbe essere ben strutturato ma avere ancora una porzione di ipermetropia latente.
  • a 15 anni i processi di crescita del bulbo dovrebbero rallentare e stabilizzarsi
  • a 20 anni ci si aspetta un sistema visivo stabile e che non dovrebbe variare, ma l'unico modo di verificare se la situazione non é variata é controllarlo
  • tra 25 e 45 anni, anche in assenza di sintomi, é bene verificare lo stato di salute dell'occhio, con  particolare attenzione alla retina e all'endotelio corneale: sono strutture le cui cellule non si riproducono piú.
La presenza di anomalie rispetto alle situazioni descritte nei primi 3 controlli costituiscono giá un primo campanello d'allarme.
É importante agire tempestivamente: prima si identifica un eventuale problema (quindi non solo per la miopia) e prima si puó agire per limitarne gli effetti.

Controllo della miopia

In presenza di un avanzamento della miopia possiamo usare diverse strategie di controllo della progressione miopica. Non si tratta sempre di un blocco totale del suo avanzamento ma si riesce ad ottenere una riduzione della progressione del 50%.

Se un bambino di di 10 anni con -2 rischia un peggioramento di 0,50 all'anno, possiamo supporre (dati statistici alla mano, vedi BHVI) a 15 anni porterá lenti -4,50 a 20 anni probabilmente -6. Con un sistema di controllo della progressione miopica l'aspettativa a 15 anni diventa -3,25, a 20 anni -4 (due diottrie in meno).

É importante cercare di evitare un eccessivo sviluppo del bulbo per ridurre i rischi di incorrere in patologie oculari (cataratta, retinopatie, distacchi di retina ecc).

I sistemi di controllo della miopia sono farmacologici, ottici, ambientali:

  • farmacologici (gestiti dal medico)
    • atropina a basso dosaggio
  • ottici (tramite lenti specifiche)
    • ortocheratologia con lenti ad uso notturno
    • lenti a contatto morbide a defocus periferico
    • lenti oftalmiche a defocus periferico
  • ambientali:
    • controllare la postura durante lo studio
    • ridurre l'uso di smartphone
    • ridurre la permanenza in ambienti chiusi e con luci artificiali
    • aumentare tempo all'aria aperta con illuminazione solare

Questi sistemi vanno fatti insieme a controlli della vista semestrali per valutarne l'efficacia.

Conclusioni

Riassumendo: é importante notare i sintomi e fare dei controlli periodici.
In presenza di miopia consultate un professionista del settore per valutare quale strategia adottare.

Ci sono ancora molte cose che non sappiamo rispetto ai meccanismi che portano alla miopia e forse in futuro avremo sistemi per debellarla completamente. Purtroppo c'é ancora molta strada da fare e meccanismi da scoprire, ma abbiamo delle frecce al nostro arco che sarebbe un peccato sprecare.

Commenti

  1. Buonasera. Sono un ragazzo di 31 anni. Io ero un miope leggero, e ho corretto il difetto su un occhio con chirurgia refrattiva e tecnica PRK. Il risultato dell’autorefrattometro a una visita oculistica, è ora questo: +0.75 in Sphere. È stato fatto anche in cicloplegia con gocce, e il risultato è: +1.0 S, +0.25 C, 110 A, S.E. +1.25. Cosa significa? Che ora sono ipermetrope. Sarebbe il colmo, visto che partivo da una miopia di -1.0! In particolare, il valore A, come mai ora è così alto? Prima se non sbaglio era sui 10-20. Devo dire che la visione con questo occhio è ultra-definita, quasi spaventosa in effetti. Riesco a leggere 15/10 al tabellone luminoso. La ringrazio per l’aiuto nel comprendere.

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    1. Cominciamo col dire che il valore A non é alto. Indica l'asse dell'astigmatismo, piú precisamente la direzione in cui mettere lo +0,25 di astigmatismo. É comunque un valore basso e "secondo regola".

      Il problema sta nel fatto che ti abbiano trasformato in ipermetrope.
      La sensazione di visione piú nitida é dovuta al fatto che l'eccessiva correzione proietta le immagini oltre alla retina, attivando il sistema accomodativo che le riporta al loro posto.
      Questo meccanismo ingrandisce le immagini sulla retina dando la sensazione di maggior nitidezza (15/10).
      Tuttavia i processi accomodativi dovrebbero servire per mettere a fuoco a distanza prossimale, non da lontano.

      I meccanismi accomodativi, attorno ai 45 anni, tendono comunque a cedere: l'ipermetropia dovrebbe diventare manifesta (attualmente é latente), insieme alla presbiopia.

      Stando ai dati attuali, in futuro, per vedere nitidamente avrai bisogno di correggere sia l'ipermetropia (circa +1) che la presbiopia (circa +3,50).

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    2. La ringrazio per la spiegazione. In effetti ha ragione, mi ero sbagliato. Il valore A, prima dell’intervento, era anche maggiore (150) ma era abbinato a -0.50 di astigmatismo. È sull’ altro occhio che è basso, tipo 9-10. Che peccato allora. C’è possibilità che prima dei 45 anni, la miopia mi aumenti e così magari mi possa riavvicinare verso il valore +0.0? In teoria la mia miopia era ferma da anni, ma non so se questo uso del “sistema accomodativo” possa farla peggiorare

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    3. Del domani non v'é certezza:
      -l'ipermetropia potrebbe rimanere tale (effetto causato dal defocus periferico generato dall'intervento sulla cornea)
      -potrebbe ridursi per allungamento polo posteriore (aumentando i rischi di patologie)
      -potrebbe aumentare per variazioni nei mezzi refrattivi (poco probabile)

      Purtroppo non conosciamo la miopia a tal punto da poterla prevenire. Ci sono dati (maggiore diffusione in aree urbanizzate e scolarizzate), sperimentazioni (recenti e con valutazione sulla lunghezza assiale del bulbo) e teorie (sappiamo che stare all'aria aperta e alla luce ne riduce i rischi ma non conosciamo bene il meccanismo che ci sta dietro).

      Possiamo prevedere e conosciamo sintomi e problematiche della sovracorrezione:
      -miopizzazione
      -mal di testa
      -astenopia
      -visione sfocata
      -visione doppia
      -soppressione monoculare (quest'ultimo non é percepibile come i precedenti nominati... per fortuna negli adulti é raro)

      Tirando le somme. Secondo me hanno sbagliato qualcosa (nella valutazione? Nell'esecuzione? Vallo a sapere...). ma andare a metterci mano ulteriormente é solo piú rischioso. Se non ci sono sintomi lascerei le cose come stanno.

      Ricorda di fare comunque verifiche periodiche per tenere sotto controllo la situazione e lo stato di salute del sistema visivo.

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  2. Buongiorno, sono un uomo di 74 anni. A causa di una distrofia endoteliale di Fuchs ho subìto trapianto di cornea perforante all’ OS nell’anno 2002 e all’ OD nel 2007. Nel 2019 a seguito di scompenso all’ OD ho subìto intervento di trapianto endoteliale DSAEK, purtroppo non riuscito. Nel 2020 un nuovo intervento di trapianto endoteliale DMEK mi ridava la vista, ma, a causa di un rigetto, nel 2022 si è reso necessario un nuovo ulteriore (e spero ultimo) intervento DMEK. Praticamente l’OD ha subìto quattro interventi, per cui risulta molto “fragile e delicato”.
    Questi i dati attuali:
    ODV: 6/10 Sf: -2.00/Cil: -3,50—OSV: 8/10 Sf: -6.00/Cil: +6.00.
    Considerando i numerosi interventi subìti, mi ritengo quasi fortunato….
    Il problema ora è la visione notturna che mi procura non poche difficoltà a vedere nitidamente anche in condizioni di scarsa luminosità. Ovviamente evito assolutamente di guidare in queste condizioni.
    Ho sentito parlare e vorrei utilizzare le lenti con tecnologia i Scription di Zeiss: gradirei un Suo parere in merito, grazie.

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    1. La risposta piú sincera che posso darle é: non ne ho idea.

      Supponendo che le diottrie prescritte rappresentino la migliore correzione con lenti oftalmiche disponibile, notiamo che si arriva ad un massimo di 6/10 e 8/10. I decimi indicano la risoluzione percepita soggettivamente... ma come mai si arriva solo a 6 e 8?
      La causa é la lente? Le aberrazioni corneali? Una alterwazione retinica o di trasparenza dei mezzi refrattivi?

      Le I-Scription considerano molti parametri e possono contribuire a migliorare la visione. Sottolineo che ho detto "possono contribuire" e non "contribuiscono"; i parametri sopra descritti (e altri che non ho considerato) possono mettere i bastoni tra le ruote.

      Considerando (virtiualmente) un miglioramento del 10% prodotto da tale lente, il sistema visivo sará poi in gradi di apprezzarlo? Non sono in gradi di prevederlo.

      Ne parli con il suo ottico di fiducia: dovrebbe conoscere meglio il suo caso di quanto non possa conoscerlo io e potrete valutare le opzioni a disposizione.

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    2. La ringrazio per la Sua cortese sollecita risposta, terrò senz’altro conto delle Sue considerazioni, ma, mi creda, sono angosciato dal fatto che all’imbrunire o in condizioni di scarsa illuminazione (o meglio visibilità), la mia vista cali improvvisamente al punto da spingermi a pulire le lenti che, sembrandomi appannate, non richiedono invece alcuna pulizia. Se poi passo in un ambiente illuminato, la vista la vista torna all’improvviso “normale”. Trovo molto interessanti le Sue domande: pur non essendo un medico, né ottico né optometrista, credo possibile, dopo tanti interventi subìti, una certa aberrazione corneale soprattutto dopo il recente riscontro di un edema maculare che il mio oculista assicura (a seguito di esame OCT) essersi quasi completamente risolto. Ma, riprendendo quanto Lei scrive, mi chiedo: è possibile che la causa possa essere nelle lenti? O forse la causa possano essere i bastoncelli nella retina, come mi pare aver letto in un Suo scritto? In conclusione, che lenti ritiene più adatte al caso mio? Ancora grazie.

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    3. Superficialmente, senza aver fatto controlli, basandomi sulle statistiche e sui sintomi che riporta, é molto probabile che sia aberrazione corneale.

      Dal poco che so (non sono chirurgo) i trapianti di cornea vengono fatti a mano. La cornea sviluppa mediamente 43 diottrie.... la minima variazione nei punti di suturazione genera forti astigmatismi (nel corso di optometria si diceva che un bravo chirurgo non riuescirebbe comunque a stare sotto le due diottrie di astigmatismo residuo).

      Quando c'é tanta luce la pupilla si stringe e le aberrazioni sono basse. Quando é poca la pupilla si dilata e la retina interagisce con una maggiore porzione di cornea.

      Entro certi limiti si potrebbero fare due misurazioni: una con poca luce e una con tanta luce. É probabile che ci siano differenze tra le due; si potrebbero fare 2 occhiali... o uno che sia una via di mezzo.

      In presenza di aberrazioni corneali (ad esempio keratocono) l'ideale sarebbe la lente a contatto semirigida (che fa da cupola di forma regolare sopra la cornea)... in questo caso la cornea é delicata e non suggerirei tale opzione.

      Il problema, secondo me, rimangono le aberrazioni, che aumentano e/o variano col variare del diametro pupillare. Per fortuna si sono diffusi i topografi corneali, con i quali é possibile mapparle e prevederne il comportamento.

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    4. Grazie per le Sue pronte, cortesi ed esaurienti risposte. Lei è una persona estremamente gentile.

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