Quando le diottrie cambiano... Cosa mai potrebbe andare storto?

Quando le diottrie cambiano...

Cosa mai potrebbe andare storto?

A volte niente.
A volte tutto.

Quando ci sono dei cambiamenti delle diottrie degli occhiali ci si aspetta che permettano una visione migliore. Dobbiamo peró considerare che si tratta pur sempre di un cambiamento: come reagirá il corpo? A volte bene. Talvolta ci sono dei fastidi con le nuove correzioni.

Ci sono alcune cose che possiamo considerare e che dobbiamo mettere sulla bilancia:

  • da un lato il cambiamento
  • dall'altro le abitudini

La bilancia sará in equilibrio? Avremo piú vantaggi o svantaggi?

Valutare il cambiamento

Dovremo prima di tutto controllare se le nuove diottrie ci portano dei vantaggi:

  • Le nuove diottrie ti permettono di vedere meglio?
  • Migliora la stereopsi?
  • Soggettivamente sembra ti che facciano effettivamente vedere piú nitido?
  • Hai una migliore percezione dello spazio?
  • Sento gli occhi che si rilassano o sotto sforzo?

Sono domande abbastanza semplici che valutano la percezione soggettiva; per rispondere alla prima procedo a un test di acuitá prima monoculare, poi binoculare, confrontando la soluzione precedente con la nuova. Sfrutto i test di stereopsi (ad esempio la sequenza MKH con lenti polarizzate).

Poi passo all'impressione soggettiva con domande mirate, escludendo i classici test e richiedendo di concentrarsi sulle sensazioni personali: Senza osservare la tabella con le lettere si percepiscono le differenze di nitidezza? Fanno girare la testa? Con quale soluzione ci si sente piú stabili? ecc.

Valutare le abitudini

Bisogna considerare anche quali sono le proprie abitudini visive.

  • Com'erano gli occhiali precedenti?
  • Da quanto tempo usi quelle diottrie?
  • Com'é l'occhiale che porti?
  • Usi piú spesso le lenti a contatto?
  • Come usi la vista? Guidi tutto il giorno o stai davanti a un PC?

Considerando da dove si arriva (le abitudini) e dove si sta andando (il cambiamento) si puó cercare di prevedere se i nuovi occhiali saranno confortevoli o fastidiosi, se sará necessario un breve adattamento o uno piú lungo.

Si puó anche prevedere l'impossibilitá di adattamento.

Conclusioni

Non accontentatevi di una semplice prescrizione:

  • pretendete l'interessamento da parte di chi vi sta controllando la vista
  • se avete dei dubbi non abbiate timore di fare domande
  • chiedete che vi venga spiegato cosa vi sta accadendo

Commenti

  1. Vengo da 8 anni di utilizzo di lenti Zeiss -2,75 OO. Ho cambiato con lenti Filab con filtro blu -3,25 OO (l'oculista ha sbagliato prescrizione e mi ha aggiunto -0,25 che non andavano aggiunti).

    E' da una settimana che utilizzo le nuove lenti e la nuova montatura ma non mi trovo ancora, nonostante le vecchie lenti Zeiss abbiano 8 anni la visione mi sembra più naturale. Cosa mi consiglia di fare, vale la pena cambiare con lenti Zeiss?

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    1. Non credo che sia la lente in se a dare problemi... credo possano essere la prescrizione (c'é mezza diottria in piú), potrebbero essere le centrature sbagliate (o potrebbero essere giuste ma sei abituato a delle lenti che hanno centrature sballate); potrebbe essere la dimensione della montatura e/o la sua posizione ad andare in conflitto con una abitudine radicata da ben 8 anni.

      -parlane con l'ottico che ti ha fatto le lenti
      -parlane con l'oculista che ha prescritto 0,50 in piú (tra 2,75 e 3,25 c'é mezza diottria di differenza!)
      -fa un controllo optometrico da uno che sappia il fatto suo
      -senti un altro ottico mostrando gli occhiali vecchi e quelli nuovi chiedendo le differenze

      ripeto: la marca di una lente fa pochissima differenza; le Filab non le ho mai toccate con mano.... ma non credo siano inferiori alle Zeiss: devono sottostare tutti alle stesse leggi della fisica ottica.

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  2. Buongiorno Alberto, una domanda: le lenti a supporto accomodativo (che mi pare aver capito siano delle lenti con un potere positivo nella parte bassa per aiutare a mettere a fuoco) possono essere indossate tutto il giorno come se fossero delle progressive? Oppure vanno usate solo e soltante durante le attività da vicino come studio lettura pc ecc. per usare quindi un altro occhiale per tutto il resto della giornata?
    grazie

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    1. In linea di massima possono essere portate tutto il giorno.

      Ad essere pignoli si dovrebbe valutare caso per caso... ma nella maggioranza dei casi non vedo alcun problema nel portarle tutto il giorno.

      Al massimo, per le attivitá sportive (corsa, passeggiate in montagna, calcio, tennis ecc) mi verrebbe da suggerire l'uso di un occhiale monofocale o lenti a contatto. Sull'equilibrio avevo scritto qualcosa qua https://www.ilmioamicoottico.it/2017/04/come-la-vista-influisce-sulla-postura.html e qua https://www.ilmioamicoottico.it/2018/09/quanti-occhiali-servono-scopriamolo-con.html

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  3. Buongiorno Alberto... una domanda che mi faccio da tempo: il medico oculista a livello legale, può scrivere sulla ricetta la marca di lenti da scegliere?
    Non è la prima volta che mi viene scritto sulla ricetta di mia figlia miope "Hoya MiyoSmart", nemmeno "si consiglia" ma c'è proprio scritta direttamente la marca della lente. Il mio ottico di fiducia non tratta questa specifica marca ma ne tratta un'altra, sempre che riguarda (l'ipotetico) rallentamento della miopia. Ora, aldilà dell' efficacia o meno di questa soluzione la domanda è un'altra: l'oculista lo può fare? Perchè mi sembra abbastanza ingiusto e potrebbe anche essere illegale. Mi pò dire la sua?

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    1. É una domanda a cui non ho risposta precisa... in linea teorica dovremmo essere costretti a seguire esattamente quello che ha prescritto perché si presuppone che il medico abbia acquisito competenze tali per prescrivere tale lente come terapia.

      Esistono 3 tipi di lente per il controllo della miopia e funzionano tutte allo stesso modo (piú o meno) ovvero generando un defocus periferico.

      Hoya MiyoSmart
      Essilor Stellest
      E quelle a marchio generico (mi vengono in mente Opto-In e Itallenti)

      I dati delle ricerche sono sovrapponibili
      le Hoya sono state testate per 3 anni su campione asiatico(ormai siamo a 4)
      le essilor per 2 anni su campione asiatico(e ormai siamo a 3).
      Quelle a marchio generico sono state testate e sono stati raccolti i datisu popolazione caucasica (in Russia mi pare) per 10 anni.

      I dati risultanti delle 3 sperimentazioni sono comunque sovrapponibili e soggetti che peggioravano di 0,50 all'anno sono peggiorati di 0,25 (quindi sono efficaci se dimezzano l'avanzamento della miopia)

      Ma queste cose le sanno gli oculisti? O sanno solo quello che gli ha detto il rappresentante X alla conferenza Y?

      Oculisti che tutt'ora (molti, non tutti) si oppongono all'orthocheratologia: terapia con lenti a contatto semirigide che ha poi ispirato le ricerche che hanno portato a queste lenti oftalmiche. Anche in questo caso si dovrebbe aprire una enorme parentesi sulla scelta di applicare o evitare determinate terapie.

      Tornando alla domanda: pure io lo trovo abbastanza ingiusto ma credo che abbia il potere di farlo. Ad ogni modo credo che ci sia anche la libertá dell'utente di poter scegliere se seguire o meno quella specifica terapia.

      La cosa che mi rattrista é che se la terapia prescritta non funziona allora vuol dire che doveva andare cosí e non c'é molto da fare... se invece si decide di seguire un percorso diverso il medico se ne puó lavare le mani, qualunque cosa succeda, perché il paziente non ha seguito la prescrizione.

      Ad esempio se venisse una congiuntivite al paziente (nota: é qualcosa che con le lenti per occhiali non ha nulla a che fare) il medico potrebbe dire "é perché non ha messo le lenti Hoya". Poi spetta all'utente per vie legali dimostrare il contrario, ma tale processo avrebbe costi tali in termini di tempo ed economici da scoraggiare chiunque a seguirlo.

      Anche qua la scappatoia sarebbe avere una seconda prescrizione fatta da qualcuno che in tal senso si responsabilizza a riguardo.

      Purtroppo quello delle lenti a controllo della progressione miopica in italia é un terreno legalmente minato e noi ottici cerchiamo di contattare gli oculisti (a fatica, molti ci vedono come commercianti ignoranti affamati di soldi) per capire chi sia a favore e chi no.

      Ps: nemmeno io ho Hoya. Ho quelle di Opto-In e Essilor.
      Tra le due preferisco le Opto-In: costano meno e ho piú scelta di materiali e trattamenti... cosa che Essilor e Hoya non offrono.

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  4. salve, visto che risponde avrei piacere di un suo parere. Ho come l'impressione che ad ogni nuovo occhiale, la cui correzione varia di 0,25 ogni volta, la mia vista peggiori. Appena indossati vedo benissimo per un po' di mesi e poi dopo 1-2 anni torno a vedere circa come prima dell'ultima correzione; raggiunto questo livello sembra che la miopia rallenti o si blocchi. Ho 29 anni. Questa impressione l'ho maturata nell'arco di una dozzina di anni (già escludo quelli dell'adolescenza), in cui sono passato da -2,75 dx e sx a -3,25 e -3,5 dell'ultima visita oculistica. Al momento ho occhiali -3 e -3.25 con i quali vedrei dignitosamente (ma non super risoluto) non fosse per le lenti ormai rigate. In tal proposito sono stato da un ottico per valutare un cambio lenti e con la scusa mi sono anche fatto controllare l'acuità visiva. Stando a lui mi andrebbe ancora bene l'attuale gradazione di lenti in quanto, se ho intuito bene, si dovrebbe togliere qualcosina dal risultato dell'autorefrattometro. Ha confermato il risultato con prova al tabellone dove NON ho letto gli 11/10.
    È un approccio corretto quello dell'ottico? È quindi l'oculista ad avermi prescritto troppo, portandomi ad una definizione perfetta con l'occhiale di prova durante la visita?
    Grazie

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    1. non sono in grado di rispondere alla sua domanda finale perché non so come sono state fatte queste visite.

      In linea teorica il controllo oculistico dovrebbe essere più preciso in quanto può sfruttare farmaci ciclopegici per bloccare l'accomodazione e ottenere misure precise dall'autorefrattometro.

      Tale strumento è in sé molto preciso, tuttavia quando facciamo le misurazioni valutiamo la reazione a uno stimolo; con l'autoref lo stimolo è monoculare e vicino (e può essere stimolata accomodazione).

      Personalmente uso quello strumento e lo affianco a misurazioni con retinoscopio che forniscono dati molto più vicini a quelli che rileva l'oculista in ciclopegia (purtroppo sono sempre meno i professionisti che ne fanno uso); successivamente procedo ai controlli soggettivi e rilevo le forie e valuto le funzioni da vicino e binoculari (fusione stereopsi ecc) impiegando da 30 a 60 minuti per fare tutto.

      Spesso tutte queste procedure non vengono fatte.
      Detto questo: un peggioramento di 0,25 annuo può essere considerato tollerabile. Con variazioni di 0,50 consideriamo che la. Miopia sta procedendo troppo rapidamente (e sarebbe consigliato cercare di rallentarla)

      Di solito si considera che la progressione miopica si fermi a 18/20 anni ma non è così. Soprattutto in chi ne è predisposto può procedere anche in età adulta.

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    2. Grazie per la risposta molto dettagliata. No, tutte quelle prove non sono state effettuate dall'ottico bensì dall'oculista in fase di visita con utilizzo di gocce, per poi terminare con una valutazione mia soggettiva con occhiale di prova al tabellone (o come si chiama) che è stata, se non ricordo male, quella decisiva nella prescrizione della gradazione.
      Sostanzialmente la mia domanda di fondo è se una super correzione possa portare ad un peggioramento della vista. Non saprei se definirla tale la prescrizione da parte del mio oculista ma, considerando la prova di lettura con stanza buia e pupilla dilatata dalle gocce, queste son condizioni che si verificano soltanto la sera. Da qui il dubbio di essere super corretto durante le ore diurne e che ciò possa portare ad un peggioramento della miopia.

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    3. Una sovracorrezione porta a peggioramento,
      ma anche la sottocorrezione porta a peggioramento.

      Stando alle attuali conoscenze, la correzione giusta é quella che permette la massima acuitá visiva senza l'attivazione dell'accomodazione.

      La massima acuitá visiva é soggettiva e non dipende dalla sola ametropia, ma anche dalle capacitá retiniche.

      Gli ottotipi moderni (i tabelloni con le lettere) vengono concepiti con scala logaritmica: non considerano i decimi classici 6/10, 7/10, 8/10, ecc. Passano da 6,3/10 a 8/10 e da 8/10 a 10/10. Ogni variazione in scala logaritmica equivale a una variazione di 0,25 e ci da un indizio in piú se stiamo sovracorreggendo (se aumentiamo di 0,25 ma non riesco a leggere la riga successiva). Anche il test bicromatico e le forie ci danno indizi in tal senso.

      Di quanto si puó sbagliare per non stimolare la miopizzazione? 0,25 é il nostro margine di errore.

      Se sono corretto con la pupilla dilatata sono corretto anche quando essa si stringe: in fotografia riducendo il diaframma aumenta la profonditá di campo; nell'occhio é la stessa cosa. Una maggiore profonditá di campo ci permette di mettere a fuoco con piú facilitá.

      Di sera ci é piú difficile vedere perché i contrasti sono ridotti. Nell'equazione si dovrebbe considerare anche come abbiamo usato gli occhi durante la giornata, la lacrimazione, lo stress, la psiche.

      É quindi facile che a fine giornata si veda un po' peggio.

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