Perché tutti dovremmo usare degli occhiali occupazionali.

Beh, non proprio tutti tutti.

Ma in presenza di presbiopia (difficoltá nella visione da vicino) le lenti occupazionali diventano un valido alleato. Anche se di lieve entitá.

 

Premessa

Chi legge da un po' il blog avrá ormai compreso che ci sono diversi meccanismi visivi collegati tra loro e che mantengono un certo equilibrio. In particolare mi riferisco al meccanismo di accomodazione, grazie al quale l'occhio mette a fuoco da vicino, e alla convergenza, che ci permette di allineare gli occhi su una stessa immagine.
In pratica quando osserviamo qualcosa da vicino gli occhi convergono e il cristallino diventa piú curvo. Quando il cristallino si distende gli occhi divergono per guardare da lontano. É un sistema a due vie:

  • il fuoco influisce sulla posizione degli occhi
  • la posizione degli occhi influisce sul fuoco

Tenete a memoria questo concetto.


Il logorio della vita moderna

Una volta, con un occhiale bifocale, era possibile svolgere tutte le attivitá quotidiane. Poi venne il progressivo che rompeva il limite di due fuochi del bifocale; rappresenta tutt'oggi un'ottima scelta per la vita quotidiana ma mostra qualche limite nella vita lavorativa di chi usa un computer.

Con tale soluzione guardare il monitor di un pc desktop, posto mediamente a 80 cm, necessita di inclinare indietro la testa, spesso piú del dovuto!

Per questa ragione sono state inventate le lenti occupazionali: la tecnologia di una lente progressiva applicata su un range operativo ridotto alla distanza di lavoro.
In questo modo i costruttori di lenti hanno ottenuto una geometria funzionale al lavoro che deve svolgere e con ridotte aberrazioni laterali (il punto debole delle lenti progressive).

Il giovane presbite

Tornando al titolo ho affermato che tutti dovremmo usare le lenti occupazionali. Tutti i presbiti almeno. Anche i giovani presbiti: persone che cominciano a veder male da vicino e che spesso usano un unico occhiale monofocale per il lavoro. Come ci possono riuscire? Mettiamo in gioco un po'di matematica e il caso di Piergiuseppe (personaggio di fantasia), giovane impiegato commercialista.

Piergiuseppe ha 45 anni e il suo sistema visivo vede bene da lontano. Ha peró bisogno di un aiutino da vicino quando legge i documenti; gli hanno prescritto +1 per lettura a 40 cm. Significa che durante la lettura a quella distanza, in cui sono necessarie 2,50 diottrie per vedere nitidamente, 1,50 le mette Piergiuseppe e le restanti l'occhiale.

Con quel +1 peró, oltre ai documenti, vede bene anche lo schermo, sia con l'occhiale che senza. Comprensibile perché lo schermo sta a 80 cm. Tale distanza richiede uno sforzo accomodativo di 1,25 diottrie.

  • se indossa gli occhiali da +1 per vedere il monitor dovrá usare solo 0,25 diottrie di accomodazione
  • se non li indossa lo sforzo richiesto sará di 1,25 diottrie da sottrarre alla capacitá totale di 1,50 avanzando  solo 0,25.

A cosa gli servono dunque gli occhiali office quando lavora al pc?
Ricordate cosa vi ho detto di tenere a mente? Convergenza e accomodazione sono strettamente correlati (per i piú tecnici é il apporto AC/A).

  • Se uso poca accomodazione i miei occhi convergeranno meno.
  • Se uso troppa accomodazione i miei occhi convergeranno di piú

Se convergono troppo o troppo poco dovremmo vedere doppio.... tuttavia a Piergiangi (personaggio di fantasia) non succede perché ha delle discrete riserve fusionali che gli danno un po' di margine.  Impegnare queste riserve di continuo le consuma; del resto si chiamano riserve!

Nell'esempio sopracitato il consumo di queste riserve dovrebbe essere inferiore se utilizza gli occhiali. Per questa ragione mi aspetto che il sistema visivo lavori meglio al pc con quel +1 piuttosto che  a occhio nudo.

Meglio, ma non in modo ottimale. Perché gli occhiali sono progettati per lavorare a 40 cm e il pc sta a 80 cm; in questa situazione l'accomodazione si riduce e con essa la convergenza che si porta oltre il monitor (idealmente e nello specifico del caso citato dovrebbe essere corrispondente a circa  4 metri!)

Qual'é dunque il valore ottimale?

Possiamo misurarlo, calcolarlo, inserirlo in un grafico e interpolare i dati.
Se non ci sono riserve fusionali particolarmente ridotte e che richiedono una calibrazione eccessivamente puntuale, la lente occupazionale risulterá erssere una ottima scelta.

Quando guarderemo lo schermo avremo di fronte agli occhi una lente che richiede un po' di accomodazione:

  • non troppa che ci affaticherebbe 
  • ne' poca che impigrirebbe il sistema accomodativo
  • allienata alla richiesta fusionale

Il lavoro al pc diventerá dunque meno faticoso e alla sera gli occhi risulteranno piú rilassati (purché a monte ci sia una corretta valutazione delle diottrie e una lacrimazione stabile).
Sono occhiali molto pratici anche in altri frangenti, differenti dall'ambito lavorativo: una partita a burraco o con un gioco da tavolo con gli amici ad esempio.

Commenti

  1. Buongiorno, uso giochi di guida con un monitor 27" full hd 60 hertz e ho letto che la distanza dal monitor dovrebbe essere circa 1 metro. E' giusto? L'articolo di cui sopra potrebbe essere utile per proteggere gli occhi? Ho letto anche delle lenti degressive. Qualche consiglio o suggerimento in merito. La ringrazio. Buona giornata. Piero

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  2. i 60hz indicano la frequenza di aggiornamento. Significa che il monitor riesce a proiettare al massimo 60 immagini al secondo. La distanza in funzione dei pollici è un calcolo che viene fatto solo per ottimizzare la dimensione dello schermo in funzione della distanza e dei pollici. Se prendi un 7" e lo tieni a 10 cm dal naso (ma non fatelo) l'area occupata dallo schermo sarà la stessa di un 2" a 80 cm. Insomma solo per una questione di prospettiva.

    Da un punto di vista optometrico si valutano le diottrie e la convergenza in gioco a seconda della distanza. In tal caso l'articolo di cui sopra, ovvero l'uso di lenti occupazionali, dipende dal fatto se sei presbite o meno. Se sei ipermetrope o astigmatico la correzione andrebbe considerata. Se usi un HMD per VR non ti serve alcuna correzione per vicino.

    La funzione della "protezione" dipende da cosa ci si deve proteggere e se vi sono dei disturbi. La questione della luce blu è stata sfatata (se leggi le pubblicazioni scientifiche noterai che non risulta così pericolosa come alcuni millantano, a riguardo ho scritto diversi articoli, ma quello che conta è l'ultimo).

    Se hai dei disturbi visivi (visione sfocata, doppia, mal di testa) ti consiglio di fare un salto da un optometrista. A prescindere da questo controllo delle funzionalità programma periodicamente dei controlli oculistici (per il controllo della salute).

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  3. Ciao Alberto, sono Alessandro, ti ho scritto poco tempo fa raccontandoti della mia astenopia accomodativa da insufficienza di accomodazione, ti scrivo perché mi sarebbe piaciuto avere un tuo parere sui fastidi che sto avvertendo con i nuovi occhiali progressivi Varilux X ordinati presso un'ottica associata ad Essilor che adottano "VisiOffice" una sorta di totem che registra parte dei parametri per la costruzione degli occhiali. Comunque parlerò di tutto ciò anche all'ottico il prossimo Sabato. L'occhiale progressivo è gradevole e devo dire che non mi aspettavo fosse così confortevole a prima vista tant'è che non l'ho mai tolto fino ad ora. Sono passati 4 giorni ormai ma mi sono accorto di avvertire un certo "disagio" visivo. Avrei da dire diverse cose per ogni zona di distanza dell'occhiale, ma per ora mi concentro su quella da lontano. L'immagine appare in generale nitida e dettagliata, ma percepisco come un'interferenza che mi impedisce di sentirmi a mio agio. Facendo delle prove ho di fatto capito che l'immagine nitida proviene dall'occhio destro, mentre se chiudo l'altro occhio e guardo solo con l'occhio sinistro mantenendo fermo lo sguardo sullo stesso punto vedo sfocato. La cosa si aggiusta se muovo la testa leggermente verso destra, a quel punto l'immagine si mette a fuoco (direi al 99%, manca un 1% di nitidezza). In secondo luogo ricordo che l'ottico mi consigliava di non esagerare nel portare il mento verso il petto, ma io per guardare lontano non abbasso per niente il mento. In effetti c'è una parte della lente posta ancora più in alto, ma se ci guardo attraverso vedo peggio e superata una certa soglia vedo anche distorto e allungato. Come ultima cosa direi che le scale sono impossibili da mettere a fuoco perché per quanto io possa abbassare il mento rimangono sempre sfocate. Poi di sera e in mancanza di luce ho la sensazione di sentirmi un po' spaesato. A parte questo mi sto adattando. Secondo te è tutto normale? Ti ringrazio!

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    1. P.S. A proposito di occhiali occupazionali sto pensando di farli visto che mi servono

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    2. Credo sia tutto abbastanza normale. In linea di massima... Considerando che l'accomodazione ha un comportamento (in funzione dei dati riportati) inusuale. Se. L'ottico ha notato una postura inusuale potrebbe essere che ci sia qualcosa di anomalo sulla postura. La visione, essendo uno degli strumenti che usiamo per riconoscere e orientarci nell'ambiente, influisce anche sul corpo e sulla postura. Quindi non sottovalutare l'osservazione dell'ottico.

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    3. Grazie, sapresti anche spiegarmi perché non ho più l'exoforia indossando questi progressivi? Si diceva che sarebbe peggiorata siccome rilassando l'accomodazione gli occhi sarebbero andati a divergere, invece se guardo ad esempio il mio dito posto vicino al naso attraverso la zona per vicino non mi si sdoppia più.

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    4. é una ipotesi (senza aver fatto misurazioni non posso fare altro):
      il sistema accomodativo non lavorava e non trascinava convergenza accomodativa.
      La lente positiva da l'imput al sistema visivo per convergere sfruttando le riserve fusionali (visto che la convergenza accomodativa non c'é).

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  4. Salve,
    ho acquistato pochi giorni fa le mie prime lenti "Office Book Superbe" di una nota casa tedesca.

    Alla consegna ho notato parecchia distorsione delle immagini nella zona per vicino, linee rette molto arcuate alle estremita' verso il basso. Qualche giorno dopo ho capito che l'angolo pantoscopico della montatura era completamente svanito, probabilmente a causa di alcuni movimenti fatti dall'ottico -- prima di prendere le misure con il "totem" per le lenti --per sistemare la montatura che non era del tutto dritta sul volto. Movimenti fatti sia sull'attacco frontale/astina che alla parte terminale dietro le orecchie.

    Sono tornata dall'ottico che ha di nuovo toccato le astine restituendo alla montatura un angolo pantoscopico di circa 10 gradi, ma che non ha voluto riprendere le misure con il totem sostenendo che avrebbe dovuto smontare gli occhiali e per 5 gradi di differenza non poteva esserci nessun probema rispetto alla costruzione delle lenti.

    Le distorsioni nella zona per vicino sono sensibilmente migliorate, ma ora mi resta il dubbio di avere delle lenti costruite per una distanza dall'apice corneale nella zona per vicino sensibilmente maggiore di quella attuale, dopo aver incrementato l'angolo pantoscopico.
    E' corretto?
    Devo richiedere nuove lenti o che almeno venga rifatta la misurazione?

    L'angolo pantoscopico con cui sono state costruite le lenti risultava 4.9 e queste sono le misure riportate dalle bustine.
    Cosa indicano i valori 1.HS e 2.HS?
    La ringrazio anticipatamente.

    OD Sfera Cil Add Dicke
    1.25, 0 2.25 3.6

    Lontano 1.HS 2.HS Achse Prisma Basis
    2.28 2.34 19 1.77 271
    Vicino 3.01 3.62 109

    OS Sfera Cil Asse Add Dicke
    0.50, 0.75 150 2.25 3.6
    1.25 -0.75 60

    Lontano 1.HS 2.HS Achse Prisma Basis
    1.58 2.33 150 1.77 269
    Vicino 2.86 3.04 120


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    1. Ciao, scusa se mi intrometto per domandarti una cosa che non ha molta pertinenza con la domanda posta, ma vorrei approfittare della tua conoscenza dei parametri pantoscopici per chiederti se a tuo avviso un valore "negativo" di "meno quattro" (non so di cosa, se gradi o altro) e un valore "negativo" di "meno uno" siano valori standard o se invece siano strani. Chiedo anche ad Alberto ma non vorrei che mi dicesse che l'ottico che mi segue abbia tutto sotto controllo. :'D

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    2. Da quel poco che ho capito in questi pochi giorni di "studio" quando l'angolo pantoscopico diventa ottuso (cioe' maggiore di 90°) viene espresso con valori negativi e si chiama "retroscopico".
      Io per misurare il mio ho usato un goniometro poggiato sulla parte della montatura che va verso il viso e rilevato l'angolo formato dall'astina.

      Devo dire pero' che non sono del tutto sicura che il retroscopico sia indicato dal - e il pantoscopico dal +. Potrebbe anche essere il contrario.

      Attendiamo che Alberto ci illumini.

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    3. Aggiungo che sono quasi sicura che i valori sulle bustine indicati con 1.HS 2HS lontano e vicino indichino le distanze della lente dall'apice corneale. Quindi quanto piu' la lente e' "retroscopica" tanto maggiore dovrebbe essere la differenca tra il valore per vicino rispetto a quello per lontano.

      Ma anche su questo meglio attendere lumi.

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    4. Buongiorno. Di solito sulle buste delle lenti non viene specificato l'angolo pantoscopico.
      il valore é zero quando la lente é perfettamente vericale (90 gradi rispetto all'orizzonte).
      Per misurarlo bisogna indossare gli occhiali. L'inclinazione della lente dipende infatti dall'appoggio sul naso e sulle orecchie e viene valutata rispetto all'orizzonte: significa che una persina che tiene alto il mento genererá una postura che ridurrá tale angolo.
      Se durante la misurazione l'angolo risulta con un valore negativo l'ottico dovrá quindi regolarlo.

      Dopo il montaggio puó succedere che gli angoli varino (anche quello panoramico). Sará dunque necessaria una ulteriore messa a punto. Per la valutazione puó essere utile rifare la centratura per verificare l'allineamento dei parametri risultanti con quelli valutati all'inizio.

      Ultima cosa: 1HS e 2HS indicano il potere effettivo della lente.
      Le lenti vengono misurate in quarti di diottria (0,25) con approssimazione; il potere effettivo viene misurato al centesimo di diottria (0,01 si tratta di un valore medio ma ci possono essere oscillazioni di potere di 0,05). Ricordiamo comunque che l'occhio umano usualmente non é in grado di discernere variazioni nell'ordine dell'ottavo di diottria (0,125 valore che, a causa dei limiti percettivi umani, non viene considerato).

      Mi pare di aver detto tutto

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    5. La ringrazio.
      Mi restano pero' 2 dubbi.
      1) Pantoscopic tilt e pantoscopic angle dunque non sono la stessa cosa?
      Uno dei due determina la equidistanza della lente dall'occhio sia per lontano che per vicino, se capisco bene, e non credo che questa possa essere influenzata dalla posizione del mento, che varia continuamente.

      2) La differenza tra 1.HS e 2.HS da cosa e' determinata? Vedo valori significativamente diversi sia da lontano che da vicino sulle mie bustine.

      p.s. Ho comunque scritto alla nota casa tedesca, e mi hanno risposto che l'angolo pantoscopico al quale vengono progettate le "Office Book Superb" e' 7.5°
      Quello del cliente viene utilizzato solo nelle lenti "Individual".

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    6. Ho contattato pure la nota casa italiana della montatura e mi hanno gentilmente comunicato l'angolo pantoscopico di fabbrica del mio modello.

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    7. Ci ho pensato su e...
      Sono domande che dovreste fare a chi vi ha fornito le lenti. Ma gli ottici a cui vi rivolgete sono davvero così indaffarati da non poter rispondere a questi quesiti? A e sta mancanza di fiducia mette addosso una tristezza immane.

      Ad ogni modo.

      1) tilt significa inclinazione.Inclinazione, angolo, chiamatelo come vi pare... ma sempre la stessa cosa è. C'è un calore fisso di inclinazione della montatura rispetto alle aste. Tuttavia lo stesso valore varia da persona a persona a seconda della fisionomia: se ho il naso grosso e le orecchie basse l'occhiale genererà un angolo pantoscopico inferiore rispetto a quello che otteremo appoggiandolo su un tavolo. La postura varia ulteriormente: è vero che la testa si muove.... ma è anche vero che ci sono posizioni preferenziali che assumiamo per la maggior parte del tempo e vanno considerate.

      2) non si tratta di una differenza ma i valori nominali su 2 assi perpendicolari. se ho -1 con -0.5 di astigmatismo su un asse avrò un valore espresso in centesimi di diottria che probabilmente si avvicinierà a -1 e sull'altro ci sarà un valore espresso in centesimi di diottria che probabilmente si avvicinierà a -1.50. Da vicino si aggiiunge il valore di addizione. Per domande più specifiche sulle tue lenti ti invito a rivolgerti a chi te le ha vendute affinchè possa spiegarti i dettagli del tuo caso specifico.

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    8. Ebbene l'ottico sosteneva di non sapere minimamente come spiegarsi i miei fastidi nel vedere con i progressivi e ha iniziato a delirare incolpando in ordine prima la prescrizione, poi la mia "patologia" se patologia si può definire, poi i "progressivi in se" come tecnologia da lui ritenuta "incompatibile con i miei occhi" qualsiasi cosa significhi... poi ha incolpato la mia postura e il modo in cui muovo gli occhi e ultimo ma non ultimo in ordine di successione sarebbe stata colpa di una presunta insufficienza di convergenza (dagli ortottisti esclusa categoricamente). Mio padre si è accorto che la montatura fin dal primo giorno saliva sopra il sopracciglio sinistro (occhio dove avevo i maggiori fastidi). Avevo notato anche io che riposti su un piano un'asta fosse più alta dell'altra. Ebbene alla fine ci è arrivato, ha inclinato l'occhiale verso alzando le aste e apparentemente la confusione che avevo è sparita. Ancora dice che non ha minimamente idea di cosa abbia fatto per riuscire a farmi vedere meglio. (ma sapeva palesemente cosa stava facendo).

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    10. Grazie Alessandro.
      Purtroppo non si tratta di mancanza di fiducia.
      Forse di mancanza di professionalita'.

      Sui valori 1.HS e 2.HS l'ottico che mi ha fornito le lenti mi ha risposto che non si ricordava cosa indicassero.
      Sull'angolo pantoscopico annullato che non era importante e non poteva essere responsabile delle aberrazioni nella zona per vicino.

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    11. Sono molto rattristato per il comportamento dell'ottico in questione. Non so se si tratti di una svista momentanea o del periodo: le molte preoccupazioni degli ultimi anni e le incertezze sul futuro non aiutano certo.

      Dal punto di vista del cliente: potrebbe essere sensato cambiare ottico a meno che non si tratti di una situazione isolata.: in tal caso da valutare.

      Non conoscendo questo personaggio non posso esprimermi a riguardo.

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    12. Pare comunque, che, almeno in inglese pantoscopic tilt and angle non indichino la stessa cosa.
      https://www.2020mag.com/ce/the-real-details-of-vertex-5E16F

      L'angle e' del frame.
      E' chiaro che quello del frame non indossato e' fisso.

      Quello del frame indossato misurato rispetto alla verticale, pure e' fisso, ma varia in base all'altezza delle orecchie dell'indossatore.
      Lo stesso frame su due persone diverse puo' produre due angoli pantoscopici diversi. Che non cambiano con le posizioni del mento.

      Il tilt non e' mai fisso, dipende dalla posizione del volto.
      Lo stesso indossatore con la stessa montatura cambia tilt se alza o abbassa il mento.

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    13. Buono a sapersi. Nel mio piccolo mischiavo le cose. quello che considero maggiormente allora è il tilt.
      In effetti credo venga usato anche per indicare il beccheggio degli aerei (che assume un valore molto variabile).

      Grazie delle informazioni.

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  5. In fase di costruzione dell'occhiale si è affidato ad un misuratore automatico della essilor e ricordo che l'optometrista riferiva all'ottico titolare di una misurazione anomala a giudicare da come si stava ponendo, valore pantoscopicoo di meno 4, l'ottico chiese di ripetere la misurazione e da meno 4 scese a meno 1 alché l'optometrista chiese nuovamente un indicazione all'ottico che però stavolta rispose con "e allora fai meno 1".

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    1. Accennavo alle variazioni di postura. Questo può essere un esempio: ad una misurazione si assume una posizione, a quella successiva un'altra. L'angolo pantoscopico in questione è considerato rispetto all'orizzonte.

      Non si può trovare un valore assoluto... si cerca di trovare quello che si avvicina maggiormente alla postura abituale. In molti casi è comunque possibile regolare tale angolo variando l'inclinazione tra le lenti e le aste.

      Riguardo le risposte dell'ottico boh: magari era stanco? O è scontroso di sua natura? O lo vaete sfinito? Talvolta dimentichiamo che siamo esseri umani (con i nostri limiti e potenzialità) che dialogano con altri esseri umani (con i loro limiti e potenzialità).

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    2. O semplicemente non è un vero professionista.

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    3. Io preferisco lasciare sempre il beneficio del dubbio.
      Purtroppo le comunicazioni tra umani sono complesse e anche chi si è studiato quei meccanismi può incappare nell'errore.
      Se lo fa con tutti e sempre.... allora in quel caso è un inetto e non terrà aperto a lungo.

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    4. Volevo aggiungere una riflessione a difesa dei clienti:
      quando si fanno, come nel mio caso, le lenti progressive per la prima volta, e' estremamente difficile capire se il problema e' relativo alle lenti o all'adattamento. Non si hanno termini di paragone, ne' conoscenze tecniche sufficienti. Se l'ottico non si pone in una posizione neutra e di ascolto, ma qualunque cosa dica il cliente lo liquida con sufficienza con un "si deve abituare", "queste lenti lo fanno", "deve far passare settimane", secondo me non fa il suo mestiere. In questo modo se il problema e' delle lenti, o della montatura, e' verosimile che nessuno se ne accorgera' mai. Il cliente se ne andra' convinto di non tollerare quel tipo di lenti.

      Faccio un esempio:
      mi sono accorta che se copro la lente destra la visione risulta nitida nella meta' sinistra di cio' che guardo, viceversa se copro la lente sinistra la visione e' nitida nella meta' destra di cio' che guardo.
      Come se il corridoio che permette la visione nitida non fosse al centro della lente, come si vede rappresentato ovunque, ma fosse spostato nella meta' della lente verso il naso.
      Questo e' esattamente il modo in cui sono costruite le lenti "office book" per ottimizzare la visione binoculare che e' da 1mt a 40cm oppure non dovrebbe essere cosi'?

      Se lo chiedo all'ottico quante probabilita' ci sono che mi risponda: "ma lei deve guardare e basta, non deve fare queste prove e coprire una lente o l'altra..." ??
      :)


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    5. Circa. Dipende.
      Il problema maggiore che gli ottici affrontano é la soggettivitá. Se la percezione visiva fosse puramente oggettiva sarebe una passeggiata!
      Ad una stessa lente possiamo quindi avere reazioni molto differenti. Va considerato anche che il sistema visivo non é isolato ma contribuisce all'equilibrio, alla percezione di se e di cio che ci circonda e a sua volta é dipendente da altri sistemi.

      Detto questo (ma ci ritorneremo): le lenti dovrebbero essere progettate per ottimizzare il campo visivo in modo che quando entrambi gli occhi sono aperti collaborino. Se si tratta di Lenti Office (che é un marchio registrato Zeiss) le cose possono essere piú complesse. Ad un corso (sempre Zeiss) mi spiegarono (anche se a grandi linee) che alcune delle loro lenti multifocali vanno ordinate in coppia perché sfruttano delle tecnologie per calibrare al meglio le aberrazioni e i campi visivi.... in pratica se le calcolano loro. E il piú delle volte nel modo giusto. Non é detto che tutti i sistemi visivi si trovino bene con questo sistema ma sono certo che ci siano alle spalle degli studi statistici a riguardo.
      In questo frangente confermerei la filosofia di guardare con entrambi gli occhi; personalmente vorrei accertarmi che le centrature siano corrette ed eventualmente valutare i precedenti occhiali (abitudini) per fare delle ipotesi su cosa stia accadendo. A volte é capitato anche a me di dover insistere (anche per un paio di mesi, ma con risultati sorprendenti) sull'uso di alcuni occhiali.

      Ho avuto una esperienza personale simile con delle lenti progressive: la persona copriva un occhio e diceva di non vederci... se non ruotando la testa. Quando copriva l'occhio peró, senza che se ne accorgesse, ruotava la testa nella direzione opposta. Siamo andati in studio e abbiamo rifatto il test, ma con una differenza: le tenevo la testa ferma! Non so se si tratti dello stesso fenomeno ma era un esempio di come la soggettivitá rischia di mettere un sacco di bastoni tra le ruote.

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    6. Secondo me bisogna sempre metterci del proprio, alla fine si riduce tutto a questione di fiducia con il professionista, aiuta molto se sei una persona precisa, ti permette di prendere appunti e aprire un confronto con l'ottico ma se vedi che l'ottico non ascolta o vedi che si mette sulla difensiva è il primo segnale che la fiducia viene a mancare.

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    7. Racconto questo aneddoto, ho comprato degli occhiali progressivi in un ottica un mese fa, da subito notavo difficoltà nella visione a tutte le distanze, non vedevo bene i cartelli in lontananza, mi sembrava di vedere sfocato ad un occhio nella lettura, a 7 giorni di distanza visto che i disturbi non accennavano a scomparire chiamo l'ottico a telefono per spiegargli la situazione, lui mi dice che 7 giorni non sono sufficienti per adattarsi completamente, ne sono necessari almeno 8. Il giorno dopo sarei dovuto andare a ritirare (e saldare) il secondo paio di occhiali progressivi da sole. Inutile dire che non è servito a niente aspettare un giorno.

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    8. Alberto, due domande:

      a) e' corretto che le misure (distanza pupille, e altezza dei centri) non possono essere riprese sul totem Zeiss con le lenti montate ma solo con la montatura vuota?

      b) senza smontare le lenti e' possibile ritrovare i centri e segnarli e far indossare gli occhiali per capire se un differente appoggio della montatura ha "spostato" i centri rispetto alle pupille?

      Riguardo a precedenti occhiali: i miei unici occhiali "precedenti" sono dei monofocali 1.25 dx e 1.00 sn fatti nel 2014 come primi occhiali da vicino e che da almeno 2 /3 anni uso come occhiali fissi da lontano (avevo una ipermetropia latente da giovane di cui non ho mai saputo.. fino a 38 anni leggevo e scrivevo "microscopico").
      Ho comunque una distanza pupillare diversa di circa 3mm dx/sn e se ho capito bene anche un'altezza pupillare diversa di qualche millimetro.

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    9. @alessandro
      7 giorni possono essere pochi... e all'ottavo dubito che qualcosa cambi di colpo. Posso supporre che stesse seguendo una procedura standardizzata o richiesta dal costruttore delle lenti. Personalmente preferisco ricontrollare (in questa sequenza) le centrature, i poteri, cosa portava prima (sia come centratura che come poteri). Non a caso le problematiche maggiori le ho con i clienti nuovi di cui non ho uno storico sulle abitudini.

      @anonimo
      a) dipende. Se il potere della lente é basso, se le lenti sono progressive, se alterano o meno la postura. Fare la misurazione senza le lenti permette di evitare l'influenza delle lenti su questi ed altri fattori.

      b) si. Puó essere utile anche per vedere che influenza hanno le lenti sulla postura ecc. L'ottico deve fare attenzione perché in certi casi, durante le misurazioni il cliente assume una postura diversa da quella abituale, spesso piú rigida e sull'attenti. Tale comportamento (naturale e inconscio) va tenuto sotto controllo perché puó sfalsare le misurazioni.

      c) i precedenti occhiali, progettati per vicino (con IPD ridotta mediamente di 4mm) risultano decentrati da lontano e generano un prisma a baste interna che stimola la divergenza degli assi visivi.
      L'ipermetropia non corretta stimola la convergenza, correggerla stimola la divergenza. Cosa fare? Dipende. Si dovrebbero osservare il rapporto AC/A, le forie e le riserve fusionali per poter fare qualche stima. Senza questi dati ci si appoggia a statistica e intuzioni.

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    10. No poi sono tornato da lui l'ottavo giorno, gli ripeto i fastidi che avevo, prende l'occhiale, si assenta per una decina di minuti, chiama i collaboratori a fare ulteriori analisi e niente alla fine senza spiegarci nulla e senza mortificarsi di niente ci accompagna alla porta dicendoci che gli occhiali sono da rifare.

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    11. E la storia non finisce qui ...

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    12. intanto finalmente trovo conferma che l'osso mastoide va _evitato_ dalle stanghette.
      mi imbatto sempre in questi ottici fissati con il piegare a 90° le aste dietro le orecchie per bloccare gli occhiali sul viso come una morsa.

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    13. Anonimo puoi condividere la fonte che ti ha dato la conferma? Giusto per avere qualche informazione in più, grazie mille

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    14. l'osso mastoide va evitato dalle stanghette? Non mi risulta. Attualmente gli unici occhiali che lo evitano sono alcuni modelli della linea "parasite eyewear".

      Tuttavia una pressione, seppur leggera ma continuativa puó essere di disturbo. i terminali delle aste dovrebbero accompagnare la forma della testa e piegarsi dietro le orecchie. Anche questo punto, costituito da pelle e cartilagine, é delicato e la curva dietro le orecchie va accompagnata: si deve ecercare di regolare il terminale per ottenere una pressione uniforme e non continuativa (lasciando quidi un lieve margine) su quelle zone. Non è detto che alla prima regolazione sia tutto perfetto; talvolta va fatto piú di un passaggio dall'ottico

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    15. questa la fonte:
      https://www.2020mag.com/article/straighten-the-frame-front
      https://www.2020mag.com/ce/specialty-fitting-patients-with-differences

      c'e' da dire che, come scopro leggendo questi articoli, non tutti hanno l'osso mastoide che sporge dal profilo del cranio, come nel mio caso.

      sta di fatto che questo osso e' estremamente sensibile, come spiegato nelle pagine linkate, soprattutto in chi lo ha sporgente.

      per tollerare le estremita' delle stanghette e' necessario che passino subito sopra l'osso, meglio ancora arcuando leggermente la stanghetta verso l'interno in modo che tocchi la testa soltanto alla sua estremita' piu' estrema, cioe' soltanto la punta, quindi passi ai lati della fronte e sopra l'orecchio senza aderire alla testa, anche se per pochi millimetri. altrimenti il mal di testa e' assicurato.

      invece gli ottici come mi vedono, prendono la montatura, e senza neanche chiedere, spariscono nel retro e ritornano con le stanghette a 90° che si "aggrappano" alla cartilagine delle orecchie come se dovessi usare gli occhiali con la faccia parallela al pavimento.


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    16. Non ci scherzerei troppo sopra: quella di testare gli occhiali scuotendo vigorosamente la testa con la faccia perpendicolare é abitudine assai piú frequente di quanto si pensi.

      Non escludo che vi siano ottici che regolano gli occhiali con eccessiva approssimazione (sia in eccesso che in difetto) :-(

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    17. in che senso?
      un test che fanno gli ottici o i clienti?
      io indosso occhiali con stanghette a meno di 45 gradi sistemate come ho scritto prima sopra l'osso mastoide e con il viso parallelo al pavimento non si muovono.

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    18. Intendevo i test che fanno alcuni clienti.... immagina un concerto dei nirvana (con le teste che si agitano, lol).

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  6. Salve, ho chiesto a tutta la città compresi dipartimenti universitari ma nessuno mi concede uno spettrofotometro UV e non posso spendere 1000 euro. Strano perché il dipartimento universitario effettua analisi su richiesta per 50 euro. Essendomi stato diagnosticato un assottigliamento della macula, per ora
    asintomatico, vorrei capire se posso continuare a portare con fiducia gli
    occhiali (soprattutto da sole) o se la dicitura "UV protection platinum"
    (del tutto assente in quelli da sole!) assolva a mere finalità commerciali.
    Intuisco che sia uno strumento più consono all'ottico/optometrista che
    all'oftalmologo. Essendomi interdetto tale strumento Le descriverei le lenti al fine che Lei possa intuire il grado di assorbimento in nm: 1) Zeiss smart life 1.60 DV platinum UV e 2) Hoya Hilux 1.60 Hi-Vision verde 85% + mirror gold. Grazie infinite.

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    1. alcune considerazioni.

      Le lenti infrangibili con indice refrattivo 1,600 sono tutte dello stesso materiale. Il polimero si chiama CR7. Tale polimero assorbe i raggi UV di sua natura. Non assorbono gli UV le lenti in vetro e il CR39.

      La zeiss applica di default su tutte le lenti infrangibili un trattamento che blocca gli UV, anche sul CR39.

      Le lenti da sole di qualunque marca che si rispetti proteggono dai raggi UV. Le lenti da sole devo rispettare dei parametri minimi di legge sulla protezione dai raggi UV. I costruttori di lenti tendenzialmente forniscono una protezione superiore a quella richiesta dalle norme. Ne parlai qui http://www.ilmioamicoottico.it/2019/05/tutta-la-verita-sui-filtri-solari.html

      GLi occhiali da sole di solito riportano la scritta UV400 che certificano che bloccano le lunghezze d'onda fino a 400nm (UVA sono tra 400 e 315)

      Sia Zeiss che Hoya son ditte serie. Se scrivono che le lenti bloccano gli UV é perché bloccano i raggi UV.

      I raggi UV comunque non arrivano alla retina: vengono bloccati dalla cornea e poi dal cristallino. L'uso di occhiali protettivi serve a ridurre lo stress su questi organi, aiutando a mantenerli trasparenti e in salute. Questi possono venire a meno solo in presenza di patologie/interventi (ad esempio sostituzione del cristallino naturale con uno artificiale per cataratta)

      Il fatto che la luce forte dia fastidio é anch'ésso un sistema di protezione in quanto socchiudiamo gli occhi e distogliamo lo sguardo dalla fonte luminosa.

      Per testare la presenza di raggi UV ci sono altri sistemi:
      Ad esempio queste cartine https://www.unionprint.eu/prodotti/fastcheck-strips-uv/ funzionano come le lenti fotocromatiche diventando scure se colpite da raggi UV. metti sopra gli occhiali e le esponi qualche secondo al sole. Se diventano scure gli occhiali non proteggono (attento comunque alla luce riflessa!). Puoi fare la stessa cosa con una lente fotocromatica (non le XTR, che reagiscono anche a una parte dello spettro visibile!)

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    2. Grazie di cuore per questa dettagliata risposta che mi tranquillizza. Sicuramente farò la prova con le cartine suggerite. Grazie! Un saluto.

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  7. Salve Alberto. Ottimo sito, l'ho scoperto mentre cercavo informazioni sulle lenti che volevo cambiare. Mi permetto di chiedere un tuo parere. Ho appena acquistato un nuovo paio di occhiali, montano lenti Zeiss SmartLife da 1.74 (+9 e +9.5 e leggero astigmatismo in un occhio 0.5). Il fatto è che vedo bene solo nella parte centrale della lente, ma se guardo in alto, sotto e lateralmente vedo sfocato. Si tratta di un problema di accomodamento? In teoria con queste lenti avrei dovuto vedere benissimo anche nella visione periferica. C'è stata una piccola correzione da parte dell'oculista nelle diottrie (+0.5 sx e destra). Ho 45 anni. Cosa ne pensi? Grazie

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    1. Aggiungo che con le vecchie lenti questo problema non c'era. E' piuttosto fastidioso soprattutto alzare lo sguardo a monitor e vedere parte del menu sfocato, costringendomi a spostare la testa. Ho le lenti solo da poche ore.

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    2. Ci ho pensat su un bel po'...
      La risposta é: non lo so.
      È cambiata la forma della montatura?
      O la distanza delle lenti dagli occhi?
      O l'eccentricitá (che indica quanto è asferica) della lente?
      E rispetto a prima le diottrie? sono sempre le stesse?

      Non sono domande che necessitano una risposta. Non qui almeno.
      Valuta la cosa con il tuo ottico cercando di capire quale elemento sia cambiato rispetto a prima e in che modo possa avere influito.

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  8. Sì la forma delle lenti è cambiata, prima erano tonde, ora sono squadrate e forse anche la distanza della lente dagli occhi (credo sia leggermente più breve). L'oculista ha aumentato leggermente la diottria, ma ci vedevo bene anche prima (di +0.5 da +8.5 a +9.0).
    A distanza di qualche giorno ora da lontano faccio meno fatica, credo che l'occhio si stia adattando, ma se guardo il monitor o provo a leggere, noto sempre questa sfocatura che compare se muovo la testa.
    L'ottico dice che le lenti sono perfette... aspetto qualche giorno e provo a tornarci e insistere, eventualmente ritornerò dall'oculista.
    Spero sia una questione di adattamento.
    Ti sono mai capitati casi del genere?
    Grazie

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    1. Scusa... non ho risposto correttamente nel thread... :| comunque sono sempre io.

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    2. Scuse accettate.... ormai ci ho fatto l'abitudine tra thread e OT in generale.

      Casi del genere capitano. Non proprio di continuo ma capitano.
      Come hai notato i cambiamenti sono parecchi. Su poche diottrie neanche si notano di solito ma con valori diottrici piú elevati gli effetti diventano maggiormente presenti.

      L'adattamento centra sempre ed é soggettivo e influenzato dalle abitudini (gli occhiali che portavi prima ad esempio ne fanno parte). Maggiormente sono radicate e minore sará la velocitá di adattamento.

      anche un valore di 0,50 in piú puó influire. Se si trattasse di ipermetropia latente la correzione sarebbe di troppo. Idem se si vanno a turbare gli equilibri tra accomodazione e convergenza. (mediamente abbiamo un rapporto di 1/4: per ogni diottria di accomodazione convergiamo di 4 diottrie prismatiche... se metto una correzione di +0,50D la convergenza si riduce di 2Dp).

      Ma senza misurazioni son tutte teorie campate in aria.
      Parlane con il tuo ottico e con l'oculista.

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    3. Grazie. Farò come dici. Comunque la situazione migliora, di poco, ogni giorno. C'è da dire che prima ero abituato ad usare prevalentemente l'occhio sinistro (sono strabico) perché da quello destro non vedevo benissimo (negli ultimi mesi), ora vedo bene da entrambi e spesso mi ritrovo quando leggo ad usare l'occhio destro, o a passare continuamente da sinistro a destro, cosa che prima non facevo.
      Grazie ancora.
      PS. Il trattamento antiriflesso (che prima non avevo) sarà pure utile, ma la lente si sporca in continuazione... basta un pò di sebo sulle ciglia che internamente dopo tot ore mi ritrovo con una macchia proprio davanti all'occhio, così devo lavarmi in continuazione la faccia... un fastidio...

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    4. Beh. continuano a venire a galla delle novitá... ad esempio qualche mese di visione sfocata da parte di un occhio, strabismo (o si tratta di forie?) monovisione alternata ecc. É comprensibile che di fronte a molti cambiamenti tutto il sistema si ritrovi a dovresi riorganizzare.

      Riguardo l'antiriflesso: non si sporcano di piú. Si sporcano tanto quanto le lenti senza antiriflesso! Solo che , essendo piú traspareni, lo si nota di piú!

      Sarebbe comunque meglio se le ciglia non toccassero le lenti: lo sfregamento continuo, seppur lieve andrá a deteriorare la superficie della lente. Probabilmente entro un anno o due la lente, nella zona centrale della superficie posteriore sará alterata.

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  9. Gentile Alberto Gieri,

    avrei da porle alcune domande circa il mio nuovo paio di occhiali con i quali sto avendo delle difficoltà ad abituarmi. Sarei interessato a conoscere tramite la documentazione che mi è stata rilasciata unitamente agli occhiali quale sia la mia distanza interpupillare.

    La dichiarazione di conformità, sotto la sezione "2) Lenti oftalmiche", riporta i seguenti valori:

    indice (entrambe le lenti): 1.60
    ø (lente DX) 65/70
    ø (lente SX) 60/65

    E nient altro di numerico a parte questo (non trovo scritto nemmeno le diottrie delle lenti).

    Sulle bustine delle lenti oftalmiche leggo le diottrie delle lenti e questi valori comuni a tutti e due le bustine:

    INI = AA
    L = 16.00 mm
    INS = 3.2 mm
    DD: 65

    E infine dispongo di un'ulteriore carta del produttore sulla quale sono riportati in aggiunta i seguenti valori:
    OS ø = 60/65
    OD ø = 60/65

    Ecco le mie domande:

    1) Figura tra questi dati la distanza interpupillare?
    2) Se no, è normale che non sia riportata?
    3) Cosa indica "ø" e perché sulla dichiarazione di conformità le coppie di questo parametro per ciascun occhio differiscono da quelle che leggo riportate sulle bustine delle lenti?

    Grazie mille per questa possibilità.

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    1. 1) non mi pare ci sia la distanza interpupillare, ne la distanza assi visuali.

      2) in realtá non credo che sia necessario inserirlo ma é utile. Personalmente uso un modulo di conformitá che riporta TUTTI i dati. Distanza, altezza di montaggio, marca delle lenti, potere e indice refrtattivo, diametro, materiali, trattamenti, montatura e caratteristiche della montatura (materiale ponte e calibro). Inoltre riporta consigli per uso e manutenzione. É una conformitá decisamente completa, per cui non mi sono mai effettivamente posto domande su quali siano i requisiti minimi per legge; non mi stupirei se il requisito minimo fosse la dicitura "occhiale da vista su misura con marcatura CE"

      3) ø é il simbolo del diametro. Indica il diametro della lente prima di essere tagliata. di solito il doppio diametro é su lenti ovali. É un parametro che permetterebbe, a grandi linee e sapendo i dati di centratura, di capire se le lenti avevano una superficie sufficiente per coprire l'area interessata della montatura. Sulle lenti positive permetterebbe anche di capire (sempre a grandi linee) se é stato considerato un diametro idoneo a contenere gli spessori.

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  10. Ciao Alberto. Che ne pensi delle vasche per la pulizia ad ultrasuoni? Ha senso acquistarne una ANCHE per la pulizia degli occhiali? Sarebbe interessante leggere un tuo articolo in merito.

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    1. Penso che sia meglio evitare uno strumento del genere.
      É vero che toglie le peggiori incrostazioni.... ma:

      -danneggia i trattamenti di indurimento/antiriflesso (fonte: tecnico di laboratorio trattamento lenti)
      -puó alterare le verniciature sulle montature (sia su metallo che plastica), in particolar modo se hanno dei punti di apertura
      -se si infila acqua nelle giunture potrebbe ossidare alcune parti (i poistoncini delle aste flessibili potrebbero soffrirne molto)

      Secondo me é molto meglio smontare tutto, rimuovere le impurita con un fazzoletto ed eventuale detergente compatibile con il materiale che si sta trattando. Infine rimontare tutto.
      Con l'occasione si puó anche mettere un po' di lubrificante su meccanismi e giunti.

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  11. Gentilissimo sig. Gieri, posso fare una domanda? Ho preso degli occhiali "da ufficio" e per ora (una settimana) mi trovo abbastanza bene, salvo avere leggermente l'impressione di avere gli occhi leggermente storti. Non so se può essere normale oppure no (se provo a vedere singolarmente con un occhio alla volta con un occhio vedo meglio e con uno peggio, forse può essere per quello). Comunque la vera domanda è questa: oggi per sbaglio ho dimenticato di cambiare gli occhiali prima di uscire dal lavoro e non me ne sono accorta e sono anche riuscita a guidare senza problemi. L'unica cosa è che alcune ore dopo, mentre passeggiavo (non potevo tornare al lavoro per riprendermi le altre lenti) gli occhi hanno cominciato a farmi male, soprattutto sentivo un senso di affaticamente nella zona degli occhi più vicina alla tempie. Può considerarsi una cosa dovuta al fatto di dover vedere da lontano con lenti che non sono adatte o significa invece che gli occhiali possono essere fatti male e che usarli per tanto tempo più del solito mi affatica l'occhio? Grazie per il suo parere.

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    1. Buonasera.
      La risposta é: non lo so.
      Dipende da diversi fattori: se una lente occupazionale non da fastidio alla guida puó dipendere dalla sua geometria (ad esempio una zeiss room) o dalla presenza di ipermetropia o da una sovracorrezione con lenti negative di partenza.

      In cuor mio voglio sperare che siano fatti a regola d'arte.
      Le consiglio comunque di consultare il suo ottico in quanto conosce il suo caso specifico e potrebbe darle informazioni piú precise delle mie ipotesi campate in aria. ;)

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