Perché i controlli optometrici dovranno essere brevi in questo periodo? (COVID-19)

Nota: Credo sia il titolo piú lungo che abbia mai scritto...
Nel precedente post ho dato alcune indicazioni sulle visite optometriche.
  • valutare lo stato di effettiva necessitá
  • mantenere il piú possibile il distanziamento
  • pulizia delle mani (con o senza guanti)
  • usare sempre dispositivi di protezione adeguati
  • ridurre al minimo la permanenza in un ambienti chiusi
In questo post vorrei concentrarmi sull'ultimo punto.
Non si tratta di qualcosa di richiesto esplicitamente dai decreti ma dettato dal buon senso al fine di ridurre piu possibile i rischi sia per le pazienti che per i professionisti.

Cosa sappiamo

immagine presa da questo articolo
Sappiamo che la trasmissione del Covid-19 avviene tramite droplet (diretto) e tramite il contatto con superfici contaminate (indiretto). E queste sono ormai delle certezze.

Paragoni con la MERS e SARS indicano che la carica virale necessaria al contagio potrebbe essere  di un migliaio di particelle attive (vironi). Si tratta di una stima, ma é ritenuta affidabile.

Si puó contrarre la malattia sia esposti ai 1000 vironi tutti in una volta, sia tramite accumulo di tale cifra in un deteminato lasso di tempo.

Qualche rassicurazione

Prima di andare nel panico: Il virus normalmente non circola nell'aria.
Alcuni studi dicono che si possa prendere il virus tramite aerosol (generato in particolare durante alcune pratiche mediche o con tosse e starnuti), ovvero quelle droplet cosí piccole da essere invisibili e galleggiare nell'aria; questi studi prendono peró in considerazione situazioni di ambienti chiusi (ridotto ricircolo dária), spesso condivisi da molte persone ove si deve parlare a voce alta. Tutte condizioni che favoriscono l'esposizione al virus ma che vengono drasticamente ridotte con l'uso di mascherine, l'aerazione dei locali e la piulizia frequente di mani e superfici.

Gli studi citati ipotizzano la diffusione aerea del virus ma non escludono che il contagio sia avvenuto tramite il contatto di superfici (maniglie nelle zone comuni, calncelleria in ufficio o piatti al ristorante).

Cosa ipotizziamo

Escludiamo tosse e starnuti: le persone con questi sintomi dovrebbero semplicemente rimanere a casa per evitare di diffondere il virus: potrebbe essere una semplice allergia ma anche la presenza di un sintomo. Meglio non rischiare.

Aanalizziamo invece i casi in cui non vi siano sintomi e si respiri senza mascherina. Possiamo ipotizzare che un asintomatico, respirando normalmente, emetta 200 particelle virali al minuto. Queste particelle normalmente precipitano ed entrano a contatto delle superfici.
Tuttavia alcune pratiche optometriche vanno eseguite a distanza ravvicinata; se ipotizziamo che queste 200 particelle al minuto siano tutte inalate (cosa piuttosto improbabile), in 5 minuti avremmo accumulato una carica virale tale da farci ammalare.

Inalare queste tutte le 200 particelle emesse é piuttosto improbabile... Ma va tenuto in considerazione che se invece di respirare si parla, il numero di droplet emesse aumenta!
Pulizia delle superfici e delle mani, uso di mascherine e distanziamento riducono notevolmente i rischi. Durante una visita optometrica il distanziamento non puó sempre essere mantenuto e risulta necessario ridurre il tempo di esposizione e l'utilizzo di protezioni aggiuntive (ad esempio le visiere).

Un controllo optometrico completo, normalmente, puó effettivamente richiedere quasi un'ora!
Tuttavia, considerando i fattori sopracitati, si sconsiglia di eseguire le classiche procedure che richiedono molto piú tempo e di optare per un controllo che copra il "minimo sindacale" e non duri piú di 15 minuti.

Conclusioni

Con le dovute precauzioni e l'uso di mascherine e visiere é improbabile un contagio...
Ridurre i controlli a soli 15 minuti sembrerebbe dunque una misura eccessiva (e forse lo é), tuttavia in questo momento é bene attuarle per generare un ambiente sicuro e pressoché privo di rischi. Un controllo optometrico completo richiede tempo, vicinanza e dialogo: tre fattori che, per ora, dobbiamo minimizzare.

Va ricordato che al moento in cui sto scrivendo l'articolo, statisticamente, 1 italiano su 15 (in alcune regioni come la Lobardia si stima sia 1 su 10, mentre in altre 1 su 20)  potrebbe essere portatore asintomatico del virus. Una probabilitá piuttosto elevata!

Cerchiamo quindi di tenere duro adesso, per poter togliere mascherine e guanti il prima possibile (spero entro Luglio/Agosto, se ci comportiamo bene forse prima). I controlli optometrici sono fattibili ma debbono essere ridotti; vale la regola della comprovata necessitá. Se possibile suggerirei di rimandarli a tempi piú sicuri, ove sia possibile eseguire tutti i test necessari in sicurezza.

Commenti

  1. Quanto affidabile valuta il responso degli ultimi refrattometri della NIdek su una scala da 1 a 10 per i valori di sfera e cilindro e quanto (sempre su scala da 1 a 10) per l'inclinazione dell'astigmatismo?

    Reputa fattibile che se a marzo lo strumento diceva che mi mancavano 0.75 per ogni occhio, dopo 2 mesi indossando un occhiale con lenti aventi -1 sul sinistro e -0.75 sul destro, lo strumento ora dice che mi mancano -1 sul sinistro e -0.75 sul destro? In pratica avrei perso 0.25 sul sinistro nel giro di 2 mesi.

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    1. Affidabilitá degli strumenti? 100% affidabili tutti, se ben calibrati.
      Il problema é che misurano il sistema visivo. e quello ad essere inaffidabile.

      Se prendo un 14 enne e lo metto di fronte ad un qualunque autoref probabilmente risulterá miope perché lo strumento simula una immagine distante ma fisicamente é vicino! La vicinanza stimola l'accomodazione e láccomodazione fa credere allo strumento di trovarsi di fronte a un miope anche se non lo é.

      Stessa cosa se misuro qualcuno dopo 2 mesi di vita in casa. Ci sará probabilmente uno spasmo accomodativo.

      In secondo luogo. Quello che viene misurata in optometria non é la miopia o l'ipermetropia... ma la risposta ad uno stimolo. Se volessi realmente valutare lo stato di avanzamento di una miopia dovrei misurare la lunghezza assiale del bulbo... e per quello servono macchine eccessivamente costose per i privati... e di rado viene prescritta tale misurazione.

      Riguardo l'astigmatismo vale la stessa regola. Misuro la reazione ad uno stimolo. Ci si aspetta che la cornea abbia un astigmatismo secondo regola, il cristallino ne generi uno contro regola e che le due cose si bilancino. Lo strumento la misura con precisamente... ma se il cristallino fosse piú contratto del solito? Ultimamente integrano anche un topografo corneale... spesso hanno un cheratometro: servono proprio a misurare la curvatura corneale! Tali dati sono geometrici, oggettivi e indipendenti dallo stimolo che pongo al soggetto.

      Quel che mi domando: se lo strumento ha misurato -0,75, perché ha messo un -1 sul sinistro? Suppongo che ci sia stato un controllo con annebbiamento e progressiva riduzione dello stesso fino al raggiungimento dell'acuitá visiva ottimale.

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    2. Ma quindi se le facessi vedere un OCT saprebbe dirmi il grado di miopia esatto?

      Poi l'oculista mi ha detto di portare sempre gli occhiali, ma io veramente quando sto davanti al monitor sento che mi "tirano" il nervo e che sto facendo uno sforzo, e non appena li tolgo mi sento libero e sollevato. Secondo lei dovrei seguire comunque il consiglio del dottore anche se mi causa fastidio?

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    3. No. l'OCT valuta lo spessore della retina. Mi pare venga usato anche per valutare quello della cornea. É un esame non invasivo che permette di vedere in sezione gli strati di queste strutture.
      Serve comunque un medico per valutarli.

      Per osservare se vi é un vero avanzamento della miopia bisogna valutare la lunghezza assiale del bulbo. Mi sembra che l'esame si chiami biometria oculare.

      Per vedere se vi é un allungamento del bulbo nel tempo servono comunque 2 misurazioni. Una prima e una dopo. Il confronto ci dirá se vi é stato un allungamento effettivo. Se non vi fosse si puó presupporre che la miopia sia dovuta ad altro (spasmo accomodativo o alterazione dei mezzi refrattivi ad esempio.)

      Riguardo i nervi che tirano. No. I nervi non tirano. La sensazione che descrivi é probabilmente il conflitto tra convergenza e accomodazione. Potrebbero essere troppo forti le lenti.... o troppo leggere. Non si potrá sapere finché non si valutano le capacitá accomodative e fusionali (cosa che non ho mai visto fare dall'oculista) Sono valutazioni che richiedono tempo e conoscenza dell'optometria.

      Senza questi dati non so dirti se sia meglio seguire il consiglio dell'oculista o meno. É probabile (ma non sicuro al 100%) che il sistema visivo si adatti alla situazione.

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  2. Gentilissimo, potrei chiederle a cosa sia dovuto l'antiestetico effetto bianco intorno alle lenti incastonate nella montatura? Forse alla lavorazione opaca del bordo/spessore della lente? Con una lavorazione lucida l'effetto svanirebbe?
    Grazie mille per il suo lavoro e per la sua passione.

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    1. la lente ha due superdici trasparenti. per ottenere questa trasparenza subisce varie lavorazioni. Il bordo invece viene abraso durante la molatura.

      Personalmente non ho mai trovato che fosse cosí antiestetico. Anzi, in un glasant io sono di quelli a favore della presenza del bordo proprio come elemento estetico. Si puó comunque lucidare e ridurre tale effetto... ovviamente non ha scopo ottico. Non ha senso lucidare una superficie se questa viene nascosta dalla montatura. Inoltre su determinate montature potrebbe risultare piú evidente una superficie lucidata che opaca.

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