La legge e l'optometria

Di recente mi é capitato un video in cui il Presidente della SOI (Societá Oftalmologica Italiana), il Dr. Matteo Piovella, si é espresso contro gli optometristi, affermando che per la legge italiana l'optometrista non esiste e non é riconosciuta come figura medica. Sono affermazioni giá fatte anche in passato e giá criticate e commentate dalle controparti.
Comprendo che vi sia una volontá di tutelare il paziente da personaggi che puntano al profitto e non al benessere del paziente, ma non credo che affermare che l'optometrista non esista sia la strada corretta.

Senza nemmeno dover impazzire nelle ricerche, ho trovato in pochi minuti, nel portale della SOPTI (Societá Optometrica Italiana), un vecchio articolo di sintesi di giurisprudenza, nel quale sono riportate le sentenze della cassazione, con data e numero ed alcuni estratti delle sentenze stesse.

Se voleste leggere l'articolo é sufficiente seguire questo link; in questa sede riporteró per vostra comoditá un estratto dell'estratto di cui sopra.
  • L’attività di misurazione della vista, effettuata dall’optometrista non può essere confusa con l’attività propria dell’ottico.
Ovvero un ottico puó essere anche optometrista: ma quando misura la vista indossa la veste dell'optometrista (purché lo sia, con relativo diploma); quando appronta gli occhiali svolge lavoro come ottico.

  • Si tratta di un’attività che non è regolata dalla legge, ed il cui esercizio (allo stato attuale della normativa) deve ritenersi libero, lecito anche penalmente, per la semplice ragione che non sussiste nessuna norma positiva che lo vieti, a condizione che non venga invaso l’ambito, strettamente curativo, riservato al medico oculista, e che non vengano effettuate manovre che possano provocare anche indirettamente danni o lesioni al cliente.
Significa che non vi sono norme che vietino all'optometrista di svolgere attivitá di misurazione della vista, intesa come la valutazione delle diottrie da usare per permettere una visione corretta e confortevole. É fatto divieto di usare farmaci ed eseguire diagnosi: ad esempio l'optometrista non puó dire "c'é una cataratta" perché sarebbe una diagnosi! Potrebbe forse affermare "mi sembra di vedere qualcosa che potrebbe rappresentare una anomalia: le consiglio di rivolgersi ad un medico oculista per eseguire una diagnosi". Come optometristi non possiamo nemmeno avere la certezza di completa salute dell'occhio perché, molto semplicemente, non abbiamo studiato medicina e tutte le relative patologie dell'occhio (che sono tante). Per tale motivo consiglio sempre il controllo oculistico periodico.

  • L’evoluzione scientifica e tecnologica determinano sovente la possibilità che nuove attività professionali non riescano ad essere incasellate nelle professioni ufficialmente consolidate, ma ciò non può essere motivo per una dilatazione degli ambiti delle categorie professionali riconosciute, fino a comprendere nella riserva loro spettante, attività, solo analoghe, complementari, parallele o ausiliarie rispetto alle professioni protette.
In questa parte si afferma che la leggi del 1928 risulta effettivamente datata e andrebbe aggiornata. La figura dell'optometrista é abbastanza recente: si sviluppa principalmente nei paesi anglosassoni attorno al 1920.  Una legge del 1928, fatta da un Re (la repubblica nacque nel 1946), quando l'optometria era appena nata e non ancora ben sviluppata risulta decisamente obsoleta. Giá dal 1995 la corte di cassazione sottolinea questo punto.

  • Per completezza di esame il Collegio non può esimersi dal rappresentare che la mancata previsione della disciplina della professione di optometrista costituisce, allo stato, una lacuna del sistema ordinamentale che regolamenta le professioni sanitarie, a cui il legislatore dovrà al più presto porre rimedio.
Giá nel 1996 si affermava il bisogno di aggiornare le leggi... ma abbiamo una classe politica interessata a far vane promesse al popolo per mantenere la poltrona, piuttosto che leggi aggiornate per tutelarlo. Recentemente é stato istituito un registro degli optometristi affinché la professione venga riconosciuta ufficialmente.
  • Non può considerarsi preclusa all’optometrista l’attività di misurazione della vista, e di apprestare, confezionare e vendere – senza preventiva ricetta medica – occhiali e lenti correttive non solo per i casi di miopia e di presbiopia, ma – al contrario dell’ottico – anche nei casi di astigmatismo, ipermetropia, ed afachia.
Ecco che l'optometrista, a differenza dell'ottico, che puó prescrivere solo lenti per lievi miopie e per presbiopia, puó anche valutare e prescrivere lenti per ipermetropie e astigmatismi.

L'optometria in realtá é molto di piú: sappiamo che le lenti che prescriviamo influiscono non solo sulla vista ma anche sulla percezione dello spazio tridimensionale e dell'equilibrio; per fare un esempio, collaboro con osteopati per rivalutare l'assetto degli occhiali e delle centrature.

Gli optometristi non possono ne vogliono sostituire gli oculisti. Piuttosto vorremmo collaborare per incrociare le competenze di entrambe le figure al fine ultimo di dare un buon servizio all'utente finale. Gli oculisti nella chirurgia e nella diagnosi e cura delle patologie; gli optometristi come specialisti nella misurazione e valutazione delle diottrie.

Una ulteriore evoluzione, che noto peró essere presente solo all'estero é la collaborazione non solo tra oftalmologi e optometristi ma anche l'integrazione con odontoiatri e osteopati (e c'é chi comincia giá a farlo)!

Invito te, lettore, a dire la tua nei commenti qua sotto.

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